Rapporti & Relazioni

Un articolo speciale in tempo di Covid

di Gian Paolo Ormezzano

Mio Covid con polmonite doppia, tan­to tempo da isolatissimo per seguire alla televisione lo sport e dunque percorrermi una sorta di se­conda vita giornalistica, in mezzo ad orrori vissuti personalmente che non terrò per me ma scriverò, anzi da giornalista vero e pazienza se all’antica soprattutto descriverò (sempre Co­vid permettendolo, permettendomelo). Adesso voglio scrivere di ci­clismo, il mio primo sport di lavoro grande, ciclismo alla televisione, ciclismo vecchio e ciclismo di attualità, registrazioni di pellicole piovose e splendide riprese di oggi, dal vivo. In questi giorni ho, si capisce, visto, rivisto, stravisto tanto. Una precisazione: sono stato nuotatore agonista, l’unica volta che ho tentato una garuccia ciclistica per giornalistucoli stracchi e velleitari sono caduto dopo po­chi metri, alla presenza il­lustre di Nino Defilippis det­to il Cit (credo si fosse a Pi­nerolo, un luogo sacro della bicicletta biancoceleste), lussandomi una spalla e amen col ciclismo praticato.

Alcune notazioni, in quello che è il casino organizzato in cui sto vivendo questi tempi orrendi e speciali, con alla base la giustificazione massima, l’alibi perfetto (Covid 19 con polmonite doppia!) più grande che possa esserci se straparlo, se scrivo da matto. Ap­punto. Trattasi comunque di un articolo speciale, unico credo: questo.

Primo: i ciclisti sono davvero bravi grandi attori, hanno un co­pio­ne antiquo e producono pure il giusto di commedia dell’arte. Il passaggio vittorioso del traguardo ha un ri­tuale di gesti (e di non  gesti, anche: Coppi mai alzò le braccia, un braccio da vittorioso, e dire che vinse tanto, e vinse grosso) che possono sembrare sempre eguali ma sempre offrono qualcosa, qualcosina di nuovo.
Vasti o liofilizzati segni di cro­ce, occhi al cielo a dedicare sa­lutare commemorare rin­graziare (Dio, dei e uomini e sponsor), baci, gesti per la fol­la anche se non c’è, sem­plicità anzi essenzialità da Actor Stu­dio o invenzioni clownesche, guittesche  alla Peter Sagan, sempre qualcosa di speciale, all’opposto del calcio in cui ogni festa di gol è eguale all’altra, e l’emozione casomai è te­mere (o sperare?) che, saltando addosso a chi ha segnato, una volta o l’altra non gli si rompa una vertebra.

Secondo: davvero mentre il calciatore che fe­steggia mi fa pensare che il suo cervello (o cosa che ancora c’è nella testa) stia al­lineando i guadagni conseguenti, il ciclista che festeggia mi fa pensare so­prattutto a lui, il pedalatore felice, che sta “parlando” con gli amici del bar al paese, con la don­na sua ed i figli suoi, magari persino con papà e mamma, e pensa alla rata del mutuo superata.

Terzo: per me è un mi­racolo permanente che dopo il traguardo il vittorioso non cada, con quello che fa dimenandosi sulla bicicletta, zigzagando, schivando i fotografi, cercando e toccando chi gli pedala accanto, andando a puntare il direttore sportivo, l’amico, o voltandosi per aspettare il compagno di squadra in arrivo e ringraziarlo de­gli aiuti. Ma a proposito di mi­racoli: ogni volata di massa per me è la paura che accada qualcosa di balordo, una su­percaduta di molti con sangue sull’asfalto, sento sempre il ghiaccio nella schiena, di solito va tut­to bene, alla prossima.

Quarto: l’importanza del paesaggio, del fondale è somma. Chiunque siano quei ciclisti, vanno sempre per strade straordinarie in posti straordinari. Il paesaggio per i calciatori è lo stadio, pie­no o vuoto non importa, sai che squallore.
Non hanno assolutamente senso logico (oh Bulbarelli) le proposte anzi le imposizioni di vecchie gare di cui a priori non frega più niente a nessuno, ri-ri-rivedere Pan­ta­ni ad Oropa, una corsa nelle Fian­dre, quel pavé brutto e cattivo, Bartali e Coppi a Brian­çon. Però ci sta sempre qualcosa di magico, lo avevo già rintracciato e goduto pri­ma del mio Covid. In qualche gara mi accade eccome di frequentare addirittura quello che il mio fratello maggiore e maestro in giornalismo Bruno Raschi definiva “il mistero dell’attesa”, tipico del ciclismo d’antan non anticipato dalla bestiaccia televisiva che tutto fa sa­pere in anticipo: chi sbuche­rà per primo da quella cur­va? Magari è un Van Kual­cosen, un Van Piri­pak­kien bel­ga qualsiasi, ma mi sta be­ne e mi dico “toh, ma guarda un po’”.
E ci scappa un articolo (articolooo?) come quello che finite qui di leggere.

Copyright © TBW
TBRADIO

00:00
00:00
Quella che sta per iniziare, sarà per Geraint Thomas l’ultima stagione da professionista e ancora una volta lo vedremo correre al Tour de France. Inizialmente per il gallese si era pensato anche alla Parigi-Roubaix, poi la Ineos Grenadiers, attraverso un...


Sono due dei talenti più interessanti del ciclismo italiano: Edoardo Zamperini e Sergio Meris hanno chiuso il 2024 sul palco degli Oscar tuttoBICI, da cui vedono un futuro ancora tutto da scrivere ma che è già roseo. Il primo è...


Ma che cosa buffa! Ma che cosa tragica! Mi urge dentro sempre tanto - e tutto quasi nuovo, nel senso di ritrovato - da scrivere sul mio ciclismo, una sorta di enorme debito che cresce e cresce, e non so...


La bicicletta di Frank Zappa, provata, sperimentata, suonata, primo violino ma anche strumento a fiato e percussioni varie in un concerto trasmesso in tv ed entrato nella storia per quei suoni pizzicati e ticchettati, stridenti e sorridenti, sempre sorprendenti. La...


Torna questa sera alle 20.30 sulle frequenze di Teletutto l'appuntamento con Ciclismo Oggi, lo storico appuntamento dedicato al ciclismo giovanile. La puntata natalizia ci propone tre storie a cavallo fra la stagione appena conclusa e quella che sta per incominciare.Ad aprire la puntata...


Berk-Composites è un’azienda slovena che in questi anni sei è distinta per la realizzazione di selle innovative e leggerissime costruite sempre sfruttando la fibra di carbonio. Lupina Monocoque Open è una sella in cui la fibra di carbonio diventa del tutto protagonista e...


Nel giorno di Natale, a soli 60 anni, Pascal Hervé ha imboccato un'altra strada. Vincitore di tappa al Giro e maglia rosa nel 1996, il corridore transalpino passa professionista con la maglia della Festina nella stagione 1994. Si fece notare...


Per volare vola e pare un gabbiano. Potente ed elegante, financo regale. Eppure Jo­na­than Milan, l’uomo sul quale il ciclismo italiano prova a ricostruire il proprio futuro pensando al proprio passato, si sente un toro. Sarà per quel suo fisico...


Se per tutti noi il periodo delle feste è speciale, lo è ancora di più per un giovane atleta. E allora scopriamo come passava il Natale il giovane Fabio Aru.«Quando correvo, durante il periodo di Natale avevo la possibilità di...


Riuscire a vincere al primo anno tra i pro’ non capita a tutti. Davide Persico però, salito di categoria all’inizio del 2024 con la maglia della Bingoal-WB, ce l’ha fatta portandosi a casa la sesta tappa del Tour of...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024