VISCONTI. «VINCERE, DA SOLO E CON VINCENZO»

PROFESSIONISTI | 28/03/2017 | 07:19
Giovanni Visconti è sorridente come non lo vedevamo da tempo e, per sua stessa ammissione, ha ritrovato la voglia di correre dei giorni migliori. Fino a qualche tempo fa pensare di vederlo al fianco di Vincenzo Ni­ba­li, rivale di tanti duelli nelle ca­tegorie minori, sembrava follia: invece ora, che questa “strana coppia” si è formata sotto l’insegna della Bahrain Merida, ha portato una ventata di buon umore e nuove motivazioni a entrambi.
Avversari fin da bambini, i due siculi di nascita e toscani d’adozione non se le sono mai risparmiate, ma fin dai pri­mi ritiri del nuovo team hanno dimostrato una grande sintonia e rivelato una sincera amicizia sconosciuta ai più. Al Marine questa nuova sfida in compagnia dello Squalo sta facendo davvero bene, come dimostrano gli incoraggianti segnali offerti dalle prime gare dell’anno.

Come stai, Giovanni?
«Alla grande, sono contento. Sono ap­pena tornato a casa e non vedo l’ora di ri­partire per la prossima corsa. La squa­dra è il top che potessi desiderare, con i compagni abbiamo un ottimo rapporto e le gambe iniziano a rispondere come voglio. In Australia ero indietro di condizione rispetto ai migliori, tra la presentazione in Bahrain e il viaggio intercontinentale per la prima trasferta dell’anno siamo stati una settimana senza bici, ma dopo i 15 corridori più in palla ho dimostrato di esserci. Al Tour of Oman, nonostante una caduta, sono riuscito a piazzarmi quarto sulla Green Mountain, una salita vera e lun­ga, che richiede uno sforzo di 20 minuti, e questo mi ha dato grande morale e fatto capire che la condizione era in crescita. I primi giorni di corsa ho sofferto a causa di alcuni problemi respiratori, ma la bella prestazione nel tappone mi ha rassicurato, sono sulla strada buona. In questi anni sono cambiato come atleta, una volta ero competitivo sugli strappi brevi, ora preferisco le salite lunghe. Più vado su e più mi sento meglio, anche per questo Vin­cen­zo mi ha voluto con sè».

Per la gioia del piccolo Thomas.
«Davvero (ride, ndr). Mio figlio già da tempo mi diceva “Devi fare come Ni­bali. Lui vince sempre, tu non vinci mai”. Ora proveremo a vincere insieme. La mia famiglia condivide la mia scelta ed è entusiasta quanto me per questa nuova avventura: a partire da mam­­­ma Rosy, papà Antonino, mia sorella Ur­su­la, mia moglie Katy e i nostri bimbi Noemi e appunto Thomas».

Com’è essere compagno di Nibali?
«Bello e stimolante. Pensavo e speravo che sarebbe successo prima o poi, ne sono felice e sono convinto che abbiamo davanti a noi più anni per poterci divertire davvero. Come vi ho già det­to, quest’anno mi piacerebbe essere due corridori in uno, un leader in gra­do di andare a segno nelle gare adatte alle mie caratteristiche e un corridore fondamentale per Vincenzo nei Grandi Giri. L’anno scorso ho chiuso 13° la corsa rosa tirando più volte i freni per la squadra, per cui ritengo di potergli dare una gran mano nelle tre settimane che ci aspettano».

Ma i vostri tifosi che dicono?
«Mah, non lo so... Io non ne ho molti ormai (sorride, ndr). Sia nella nostra terra d’origine che in Toscana immagino faranno il tifo per la Bahrain Me­ri­da. E pensare di passare dalla Sicilia insieme con il 100° Giro d’Italia sarà da pelle d’oca. Voglio rispettare i due ruoli di corridore che mi sono prefissato. Mi merito qualcosa in più di quello che ho raccolto finora, a volte sono stato troppo buono, generoso e l’ho preso in quel posto, buttando via dei risultati. Voglio essere “cattivo”, agonisticamente parlando, il che vuol dire vincere in prima persona e vincere con Vincenzo. Per me sarebbero vittorie alla pari».

Cosa prevede ora il tuo programma?
«Mi apsettano i Pae­si Baschi e le mie amate Classiche delle Ardenne. Ho scelto io il programma, la squadra ha assecondato i miei desideri e questo per me conta moltissimo. Fin dal primo raduno, dirigenti e personale mi hanno fatto un’ottima impressione. Su questa nuova formazione si erano spese tante chiacchiere, forse troppe, c’erano varie incognite e dubbi, scotto anche di esperienze precedenti (il team di Alonso vi ricorda niente?, ndr), invece ho trovato un’organizzazione e una voglia di fare al top. Tutto ciò è stimolante e mi fa venir voglia di allenarmi al massimo per continuare ad andare forte con questa ma­glia».

Poi tornerai a casa con il #Giro100...
«Esatto. Sono stato in Sicilia a dicembre e a inizio febbraio ad allenarmi. Quando vado giù anche solo per una decina di giorni riesco a lavorare bene come se fossi in ritiro con la squadra grazie al clima e ai ritmi che mi impongo. Mi sveglio, mangio, mi alleno, recupero e via di nuovo. Basta un breve pe­riodo nelle mie zone per rimettere a puntino il fisico per le corse. In gara ci sono già passato, ma tornare sulla nostra isola in coppia con Nibali sarà eccezionale. La gente già freme, aspetta questo momento come chissà cosa, per me sarà strano ed emozionante. Finire le nostre carriere insieme per me è davvero bello, avvertivo questo desiderio già da un po’, sono felice di averlo realizzato».

Quali obiettivi personali ti sei posto?
«Voglio far bene sia alle Strade Bian­che che a Larciano. Le Ardenne rappresentano il mio primo vero obiettivo dell’anno. Dopo cinque stagioni con la Mo­vistar finalmente ho carta bianca. I tecnici della Bahrain Merida mi stimolano dandomi responsabilità, credono e mi stanno facendo credere che un buon risultato sia alla mia portata, la squadra ha corso per me già in Oman, ora che mi sento meglio voglio ripagarla della fiducia. Avevo bisogno di trovare qualcuno che credesse ancora in me. Io sono uno che per andare forte ha bi­sogno di responsabilità, c’è chi se la fa addosso quando deve fare la corsa, a me al contrario mi carica da matti e mi fa rendere di più. Que­sto stimolo sin­ceramente mi era mancato negli ultimi anni, in cui mi sono sentito spesso ab­bandonato a me stesso e ho avuto pochissime occasioni per dimostrare il mio va­lore. Quando sei in una squadra al fianco di corridori importanti e supervincenti (negli ultimi anni ha avuto compagni di squadra “ingombranti” come Valverde e Quin­tana, ndr) c’è il rischio che ti mettano un poco da parte. Il secondo grande traguardo del 2017 sarà vincere con Vincenzo la maglia rosa, correre al suo fianco è un altro grande stimolo, anche perché lui è un capitano che sa gratificare chi lavora per lui, non come altri che dopo che hai sudato sette camicie per loro ti salutano solo con un “arrivederci e grazie”».

Sembrate un gruppo già ben affiatato.
«Così è e ce lo fanno notare in tanti, si­gnifica che si vede anche all’esterno. L’unione è venuta fuori naturalmente e in brevissimo tempo, non solo tra gli italiani. Per integrare gli stranieri ab­bia­mo usato trucchetti e giochi, come far scrivere al taiwanese Feng e al cinese Wang i nostri nomi nella loro lingua per poi allenarci a pronunciarli in cinese. Avete presente che risate assurde ci siamo fatti? E a proposito di conoscenze linguistiche Sonny (Colbrelli, ndr) verrà preso in giro per l’eternità perché per la presentazione si era preparato un discorso in inglese che manco il presidente della Re­pub­blica e dopo l’hello iniziale non è riuscito a dire nient’altro. Scherzi a parte, in poco tempo si è creato un bellissimo clima. Anche in Oman ci siamo fatti riconoscere come la tavolata dei più casinisti. Il feeling in squadra si ripercuote sui risultati che stiamo ottenendo e, sono sicuro, arriveranno».

Un sogno che vorresti tirar fuori dal cassetto?
«La Liegi-Bastogne-Liegi, tra le corse a cui punto, è quella più adatta a me. Se arrivo al top della forma al 23 aprile, come ho in men­te, e con una squadra alle spalle che crede in me come ora, ho tutto quello che serve per andare forte. Alla Bah­rain Merida mi stanno facendo sentire importante, è proprio quello di cui sentivo il bisogno. Alla fine di quest’anno sarò soddisfatto se avrò vinto. Darò il massimo in ogni corsa, per me, per Vincenzo e tutti i compagni. Arri­veranno i risultati che ci meritiamo. Il mio motto per il 2017 è correre all’insegna del divertimento. Passano gli anni e mi diverto sempre di più. Sono meno teso rispetto al passato, non soffro il pre-gara e ho voglia di andare alle corse. Con la testa sono già alla prossima...».

Giulia De Maio, da tuttoBICI di marzo
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COMMENTI
28 marzo 2017 12:06 Marcy
MA SARA TUTTA QUESTA IMPROVVISA AMICIZIA COMUNQUE IN BOCCA AL LUPO A TUTTI E DUE

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