PROFESSIONISTI | 17/01/2017 | 07:28 David de la Cruz, spagnolo, classe 1989, in forza alla Quick Step Floors, vuol ripartire dall’ottima Vuelta a España 2016: vittoria al Naranco, maglia rossa indossata e settimo posto nella classifica finale. E il catalano punta dritto «a un posto nella top five di un grande Giro». Nella sua agenda, cerchiate in rosso La Parigi-Nizza, il Tour of California e la Vuelta a España.
Cosa pensa del percorso della Vuelta? «Mi piace molto e alla mia attenzione è balzata subito la corno di 40 chilometri, uno sforzo intenso di 50 minuti: credo che alla fien possa essere decisiva. E poi c’è molta montagna...».
Abbiamo davanti a noi un David de la Cruz diverso, dopo la Vuelta 2016. «Diverso solo a livello sportivo, certo, e con una nuova mentalità, La vittoria di tappa, la maglia e il piazzamento finale hanno confermato che sono stato presente lungo tutte e tre le settimane di corsa. E mi hanno dato ulteriore fiducia nei miei mezzi. Venivo da alcune stagioni difficili a causa di incidenti o malanni, avevo bisogno di dimostrare qual è il mio potenziale. Io ho sempre pensato che la strada giusta per me fosse quella delle grandi corse a tappe, ma mi era sempre andata male: al debutto con la Vuelta mi sono infortunato al ginocchio, poi al Tour ho rotto la clavicola, un’altra frattura alla Vuelta e l’appendicite al Giro d’Italia... Decisamente non sono stato fortunato. Essere riuscito a mostare il mio valore è stata una vera liberazione».
Cosa chiede alla prossima stagione? «Di non avere intoppi fisici, poi il resto verrà da solo. Il lavoro finora è andato bene, sono molto professionale e credo di avere delle doti, quindi spero di continuare sulla strada intrapresa. Sono un corridore che dò il meglio di sé con il caldo ma mi piacerebbe fare qualcosa di buono anche in primavera».
Ci svela qual è il suo obiettivo segreto? «Voglio progredire e punto ad una top five in un grande giro, penso che sia un passo logico. Preferisco non indicare un risultato preciso da conseguire, preferisco mantenere un profilo basso».
Quale sarà il suo calendario? «Valencia, Oman e Parigi-Nizza per cominciare, poi parlerò con la squadra per la Volta a Catalunya che per me è la gara di casa. Se no, País Vasco, Romandia e California, che è il primo grande obiettivo della stagione. Niente Tour, dove la squadra punterà tutto sulle volate di Kittel e su Martin per la generale. Al Giro farà classifica Jungels, alal Vuelta toccherà a me».
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