POLONIA. Ulissi e il ritorno al Tour

PROFESSIONISTI | 14/06/2016 | 12:33
Tra i top riders annunciati al via del 73° Tour de Pologne Diego Ulissi (Lampre-Merida) merita sicuramente un posto di rilievo. Classe 1989, toscano di Cecina (LI), nel 2015 Diego Ulissi sarà alla sua 6a partecipazione in carriera alla corsa a tappe polacca.

Diego hai sempre dimostrato di avere un buon feeling con la Polonia...
«Direi di sì, le brevi corse a tappe con questo tipo di percorsi, misti e non troppo impegnativi sono particolarmente adatte alle mie caratteristiche. Da quando sono passato professionista ho prticamente sempre preso parte al Tour de Pologne. Nel 2013 questa corsa mi ha regalato una bella soddisfazione, si partiva dal Trentino, in Italia, e io vinsi la prima tappa sulle Dolomiti con arrivo a Madonna di Campiglio, indossando la prima maglia gialla di leader. Una bella vittoria della quale ho un ricordo indelebile, sono emozioni che non si dimenticano».

Lo scorso hanno sei stato tra i grandi protagonisti della corsa. Dal Tour de Pologne 2016 cosa ti aspetti? Che Diego Ulissi vedremo?
«Lo scorso hanno purtroppo per poco, in due occasioni, ho sfiorato la vittoria. Ho fatto secondo sia a Zakopane che a Bukowina, nelle due tappe più impegnative. Fino all’ultima tappa sono rimasto tra i primi della classifca in lotta per la vittoria, ma nella crono finale mi è mancato qualcosa e ho chiuso 6° in classifica generale a 19” dal vincitore Izagirre. Quest’anno so che il percorso più o meno è lo stesso, quindi spero di fare una bella corsa. Ora il mio programma prevede nell’ordine Tour of Slovenia, Campionati Nazionali poi farò un periodo di allenamento in altura e poi il Tour de Pologne. Vedremo, mi piacerebbe provare a vincere una tappa e alla classifica penseremo strada facendo. Il Tour de Pologne sarà molto importante anche in chiave olimpica, a Rio infatti potrei vestire la maglia azzurra e ci terrei davvero molto. E’ il sogno di ogni atleta riuscire a partecipare alle Olimpiadi».

Sei appena uscito da un grande Giro d’Italia che ti ha visto vincere e essere protagonista per tutte e tre le settimane, anche sulle grandi salite quando la corsa si è fatta molto dura. Questo cosa significa, è cambiato qualcosa nelle tue caratteristiche?
«Sono partito con l’obiettivo di vincere una tappa e sono riuscito a vincerne due. Il Giro mi ha dato delle belle soddisfazioni quest’anno. Per un italiano vincere sulle strade rosa è sempre importante. La condizione era buona, in crescita per tutte e tre le settimane questo mi ha permesso di essere li davanti e competitivo anche nelle tappe più dure. Molti hanno fantasticato su un Ulissi in futuro uomo da grandi giri. Personalmente non credo, io mi continuo a considerare un cacciatore di classiche e di tappe, un attaccante, e magari uomo da classifca nelle brevi corse a tappe di una settimana, come il Tour de Pologne appunto…».

Cosa pensi del Tour de Pologne e della Polonia in generale?
«Sono sempre rimasto impressionato in modo positivo della corsa e dell’atmosfera che ho trovato in Polonia. Dal punto di vista organizzativo tutto è curato alla perfezione. Corridori e squadre sono trattati benissimo, l’hospitality, con gli alberghi e il cibo, ha degli standard qualitativi molto elevati, questi sono aspetti fondamentali per noi corridori per poter recuperare dopo la gara. Dal punto di vista tecnico e sportivo il Tour de Pologne è cresciuto rapidamente, ritagliandosi un ruolo importante nel World Tour, e ogni anno ci sono dei miglioramenti. Poi c’è il pubblico polacco, fantastico direi. Alle partenze c’è sempre tantissima gente per le foto e gli autografi. E c’è sempre un grande tifo anche lungo le strade. Credo sia molto apprezzato dai tifosi il fatto dei finali in circuito, così da poter vedere più volte il passaggio della corsa».

Tu hai un compagno di squadra polacco, Przemyslaw Niemiec. Sarete entrambi al via del Tour de Pologne, ci puoi dire qualcosa su di lui?
«Sì, anche al Giro d’Italia era in squadra con me, ma purtroppo si è dovuto fermare il giorno del tappone dolomitico Alpago-Corvara. Niemiec è un ragazzo eccezionale, da tutti i punti di vista. Tra di noi c’è un buon feeling. Spesso risiede in Toscana, vicino a me, e ci alleniamo insieme. E’ un ottimo corridore, un amico, un buon compagno e un grande uomo squadra. Se ho imparato a conoscere e apprezzare la Polonia il merito è anche suo. Per lui il Tour de Pologne ha un significato speciale, ci tiene moltissimo. Sarà la strada a decidere se sarà lui ad aiutare me per vincere o magari il contrario».
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