GIRO. NEUTRALIZZAZIONE, IL GIRO È DI NIBALI. SEGUI IL LIVE

PROFESSIONISTI | 29/05/2016 | 00:30
Tutti in piedi per applaudire Vincenzo Nibali, sorridente, in rosa che con le sue peculiari qualità, sportive e umane, sorretto dalla forte Astana, ha creduto in sé e ha firmato, alla grande, con autorevolezza, il finale del Giro. Da unire negli applausi tutti i protagonisti che si sono dati battaglia fino in fondo, senza risparmiarsi con speciale rilievo per i primi della classifica generale ed è da indicare ad esempio l’atteggiamento positivo, altamente sportivo, di Esteban Chaves e della sua famiglia nei confronti del “Cannibale” che ha posto fine al loro sogno rosa. La vittoria di tappa in alta montagna è stata conquistata dall’estone Rein Taramae che proviene, per contro, da un paese piattissimo.

Come tradizione vuole per le grandi corse a tappe, salvo rarissime eccezioni, la frazione conclusiva presenta un tracciato senza difficoltà altimetriche, distanza contenuta e conclusione in una grande città.
Requisiti e caratteristiche che sono tutti presenti nella Cuneo-Torino salvo che, nel capoluogo sabaudo, c’è la presenza di una breve ascesa nel circuito finale da ripetere otto volte. E’ una tappa tutta piemontese con la partenza da Cuneo, città legata al ciclismo da molti eventi e personaggi, il capoluogo della provincia “Granda” per l’estensione del suo territorio. Il ritrovo è nell’estesissima e caratteristica piazza Galimberti, nel cuore di Cuneo che, nonostante la celebre battuta cinematografica del grande Totò, riserva apprezzabilissimi motivi d’interesse, in tutti i campi, per coloro che li sanno cogliere e gustare.

Si passa dapprima per Borgo San Dalmazzo, importante centro noto anche per la specialità culinaria delle lumache, per ritornare nel territorio di Cuneo e quindi Centallo, dove è nato Franco Arese, ottimo mezzofondista nell’atletica e poi dirigente industriale e sportivo, Savigliano, città storica e industriale. Si è in una situazione di pianura e l’itinerario incontra Cavalermaggiore che ricorda Domenico Cavallo, simpatico buon professionista negli anni ‘80 e poi direttore sportivo fra Italia e Spagna, e quindi Racconigi. Qui sorge un imponente castello sabaudo con un immenso parco, già sede d’incontri storici e delle “reali villeggiature” dei Savoia e di un’importante oasi faunistica della Lipu.

Si lascia la provincia di Cuneo e, sempre nella pianura con insediamenti agricoli e industriali, si entra in quella di Torino per Carmagnola, centro noto anche per i suoi eccellenti peperoni, specialità pregiata del territorio, Villastellone, Moncalieri con il castello reale nella parte alta e trovare quindi il territorio comunale di Torino dove il Giro d’Italia percorrerà gli ultimi cento chilometri del suo lungo percorso. Il circuito finale misura km. 7,500 e si sviluppa, in massima parte, sulla riva destra del Po, nelle zone di Borgo Po e del Parco del Valentino. Il traguardo è in corso Moncalieri e il tracciato si sviluppa attorno alla monumentale chiesa della Gran Madre e segue una breve salita, sono 750 metri fra il 4 e il 6%, da ripetere otto volte,  per giungere alla villa della Regina, ai piedi della bella zona collinare di Torino. Si percorre una discesa veloce per portarsi in corso Moncalieri e quindi raggiungere l’altra sponda del Po, nella bella ambientazione del parco del Valentino fino all’ultimo chilometro e, dopo avere ripassato il Po al ponte Umberto I^ con due curve, si prospetta la retta finale di m. 600 per il prevedibile sprint di gruppo – a meno di sorprese come lo scorso anno a Milano –. Le ruote veloci tricolori superstiti hanno l’ultima possibilità di spezzare il dominio straniero, soprattutto tedesco, nella specialità dispiegato e subìto in questa edizione della corsa rosa. Non siamo distanti dal glorioso Motovelodromo di corso Casale che ha accolto la conclusione di storiche edizioni delle classiche Milano-Torino e Giro del Piemonte (la denominazione di GranPiemonte la lasciamo tutta agli adepti e cultori del marketing o “marchétting” ciclistico, per dirla con Gianpaolo Ormezzano, di nuova generazione….).

Sarà uno spettacolo fra la ritrovata folla d’appassionati italiani dopo che quelli transalpini sono stati freddini, a dire poco, nella città della Mole Antonelliana. La città che fu la prima capitale del regno d’Italia è ricca di storia, cultura, monumenti, attività imprenditoriali e proposte squisite nel settore eno-gastronomico con specifiche tradizioni di corridori e corse. Il Giro d’Italia in particolare qui ha già vissuto una quarantina, e oltre, d’appuntamenti.

In tema di corridori italiani Nibali, con la sua impresa, ottiene il massimo risultato ma, alle sue spalle, c’è un vuoto che deve fare riflettere il ciclismo di casa nostra con il secondo che è un altro siciliano d’origine, Giovanni Visconti, in 13^ posizione.
Sarà dunque Torino a celebrare l’apoteosi del Giro d’Italia 2016, il 99^ della serie, con il vincitore Nibali e tutti gli altri protagonisti, leader delle varie classifiche, festeggiati sul podio. E’ una conclusione felice, auspicata da tutti gli appassionati italiani, che passa il testimone alla storica edizione numero cento del 2017.

Giuseppe Figini

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