CANCELLARA. «Una vittoria da guardare e riguardare»

PROFESSIONISTI | 05/03/2016 | 17:49
Quando vince lui, vince il ciclismo. Quando vince lui, vince la bicicletta. Quando vince lui, vince quell’eroismo dei campioni ma anche dei gregari. Quando vince lui, vince anche la pace: non c’è sportivo, tifoso, appassionato che non sia contento.

Fabian Cancellara vince quando confessa che “questa sarà una di quelle vittorie che farà piacere ricordare e riguardare”, che “questo è stato il giorno perfetto”, che “questa è stata la vittoria della felicità, per me e la mia famiglia, per la squadra e i tifosi, per lo sponsor e il signor Zanetti che mi ha seguito dall’ammiraglia”, e che “quando ho tagliato il traguardo, ero fiero come un bambino”.

Ascolta, sorride, invita, racconta. Racconta che “mi sono detto ‘è fatta’ soltanto nel momento in cui ho superato la linea dell’arrivo”, che “sapevo che Stybar era scattante e agile come un ciclocrossista, che con Sagan non si sa mai anche se in un’accelerazione non mi era sembrato brillantissimo, che Brambilla aveva speso molto ma non aveva speso tutti suoi sogni e la sua voglia”, che “dall’ammiraglia Baffi e Guercilena mi davano fiducia, mi spiegavano le strategie, mi permettevano di rischiare”, e che “nel finale dovevo rischiare, le corse sono un rischio, si perde, si vince, stavolta ho vinto, ed è stato bellissimo”.

Ma vincere non è stato così bello da ripensarci: “Non è una questione di bellezza. Dopo la vittoria a Maiorca, dopo quella a Dubai e anche adesso, dopo la Strade Bianche, c’è sempre qualcuno che mi chiede di ritornare sulla mia decisione di lasciare le corse alla fine del 2016. Non è una questione di soldi né di contratto, potrei firmare anche adesso per correre altri due anni, ma non è quello che desidero. Ho già 16 anni di carriera in tasca, e so che vincere non è tutto, il ciclismo è una parte della mia vita, godo di quello che faccio, voglio godere anche di altri privilegi, il prossimo anno non intendo indossare un dorsale e sfidare gli altri ragazzi, vivrò la mia libertà”.

Cancellara si gode anche nuove certezze: “Questa corsa, anche se in sole 10 edizioni, ha già raggiunto un livello altissimo, piace a tutti, è diversa e unica, tradizionale e spettacolare, e poi Siena ha storia e storia del ciclismo. Domani farò la granfondo, e prima o poi tornerò qui ma per correre l’Eroica, con una bici vecchia e con la maglia di lana, confuso fra la gente. E alla Strade Bianche 2017 qualcosa di me ci sarà comunque: gli organizzatori mi hanno appena detto che il tratto numero 6, quello del Monte Sante Marie, mi sarà dedicato. E anche se è il 7 il mio numero fortunato, è un grande onore”.

Intanto è a tre vittorie: “Con quelli del mio fan club svizzero c’è in ballo una scommessa. Un bottiglione di Sassicaia per ogni vittoria. Voglio riempire la cantina”.

Marco Pastonesi

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COMMENTI
L'Eroica
5 marzo 2016 21:20 claudiomarinangeli
Se viene nel 2018 la faremo insieme!

Cancellara ha anche mezzo sangue ITALIANO...
6 marzo 2016 20:17 magico47
Claudio Marinangeli..son daccordo con Te....mi alleno anch'io per ottobre 2018...ci voglio essere, lasciami un numero ah ah ..... Fabian meriterebbe la cittadinanza onoraria EROICA....

Loriano Gragnoli
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