CASSANI. «Gli errori di Richmond, le speranze per Rio»

PROFESSIONISTI | 01/03/2016 | 16:23
Davide Cassani è stato tra i relatori del corso di alto livello “Comunicare lo sport” organizzato a Roma dal CONI. Tanti e di prestigio i relatori: tra loro, Cassani ha saputo attirare l’attenzione dei partecipanti, raccontando tanti passaggi delle sua carriera, iniziata come atleta, proseguita per 18 anni da giornalista, ora come Commissario Tecnico della Nazionale e coordinatore delle squadre nazionali FCI.
Il CT, dopo aver illustrato i numeri della federazione, ha fornito alcune informazioni generiche del mondo ciclistico ha raccontato alcuni aneddoti che non ci siamo lasciati sfuggire.

IL CICLISMO ITALIANO ED IL SUO PROGETTO. Attualmente abbiamo una difficoltà: nelle corse a tappe siamo competitivi, nelle gare in linea no. Corridori da corse di un giorno ce ne sono pochi e non ho atleti vincenti. Negli ultimi due Mondiali i percorsi non erano adatti alle nostre caratteristiche e gli altri erano più forti. Non avendo campioni fortissimi, sto investendo sui giovani: organizzo stage con loro per assicurarmi atleti validi un domani. Dalla categoria Junior inizia un calendario internazionale ed ho cercato di avere più controllo sui giovani, facendo - oltre agli stage - anche test valutativi. Vogliamo permettere alle nuove leve di maturare esperienze all’estero perché i team non sono strutturati in tal senso.

COMPETENZE A 360°. Grazie al mio ruolo mi interfaccio con giornalisti, tecnici e atleti. Nella mia carriera ho sempre militato in grandi squadre, non ho mai vinto un Giro o un Tour, ma in occasione dei campionati del mondo sono sempre stato il braccio destro di Alfredo Martini. Non è stato un caso se sono salito in ammiraglia a casa sua, nel Mondiale di Firenze. Inoltre ho ricoperto il ruolo di commentatore tecnico per 18 anni in RAI. Questo mi ha permesso di maturare un’esperienza comunicativa straordinaria. Adesso devo sintetizzare tutte le competenze in un unico ruolo.

LE DIFFICOLTÀ’ NEGLI ULTIMI 2 ANNI. Quando ero corridore, Martini aveva 3-4 gregari e 3-4 campioni. A Benidorm nel 1992 avevamo vari capitani: Chiappucci ed Argentin per sempio non andavano d’accordo. Alfredo mi prese in disparte e mi chiese “oggi allenati con Chiappucci e non con Moreno”: voleva più amalgama. Trovammo l’armonia e Bugno vinse un grande Mondiale. Il problema del ciclismo è che alla fine vince uno solo. Il guadagno ed il riscontro economico vanno solo al vincitore.
Adesso gestire gli atleti è ancor più difficile. Noi avevamo l’abitudine di ragionare in corsa. Il CT ci dava delle indicazioni e noi decidevamo giro dopo giro sul da farsi. Nel 1994, ad Agrigento, Giorgio Furlan e Maurizio Fondriest si chiamarono fuori perché non stavano bene. Si risparmiò Chiappucci con Massimo Ghirotto. In un giro decidemmo di fare qualcosa di diverso da quello che era stato stabilito ed arrivammo secondi e quarti.

L’ABITUDINE A NON RAGIONARE. Mi sono reso conto che che le cose sono cambiate: questo ciclismo rispetto al mio è mutato e vi spiego in cosa. I ragazzi di oggi sono svegli, non hanno bisogno di ordini, ma di suggerimenti ben precisi. Se vengono a mancare queste certezze si crea una situazione di disorientamento. Mi sono fatto delle domande per capire dove avevo sbagliato a Richmond. Bisogna essere sempre al passo con i tempi. Ho pedalato 800.000 km in bicicletta nella mia carriera, ma non basta per essere addentro al ciclismo. Si deve essere al passo con i tempi. Forse proprio per questo anche il mio approccio deve cambiare.

A RICHMOND, UN ERRORE. La mancanza di comunicazioni ben precise ha generato un malinteso ed un corridore è rimasto disturbato. E mi spiego: avevo chiesto a lui di essere onesto e se non si fosse sentito molto bene avrebbe dovuto mettersi a disposizione. Forse ho generato insicurezza in lui, che ha dato vita ad un’azione che ha destabilizzato il gruppo.

Uno dei corsisti chiede: Parla di Viviani?

Il CT ammutolisce e poi ammette: Sì, Elia Viviani. Avevo detto al corridore che avrebbe avuto un appoggio, ma se non si fosse sentito bene doveva dirmelo e mettersi a disposizione. Quella mossa ha finito per disturbare quel corridore ma l’ho capito dopo.

IO E I MEDIA. I giornalisti non sono mai stati cattivi con me. La stampa mi ha aiutato. Ho imparato una cosa: rispondere alle domande non è semplice. Bugie non ne puoi dire. Devi tacere alcune verità, quello sì. A volte ci sono giornalisti che creano problemi e altri che possono aiutarti. Due settimane dopo il Mondiale mi sono sentito attaccato da un mio corridore. Un giornalista ha dato credito a quel corridore e mi sono sentito offeso: avrei preferito chiarirmi di persona e poter dare la mia versione.

GIANCARLO FERRETTI. Ferron, che era il mio direttore sportivo, dopo il mondiale di Benidorm mi disse: “Davide, esistono 2 tipi di corridori: i vincenti ed i perdenti”. Tu appartieni alla seconda categoria. Bugno però aveva vinto il Mondiale ed io ero talmente felice che dopo la corsa rimasi tra il pubblico ad ammirarlo. Quella dichiarazione mi fece talmente riflettere che da agosto a ottobre portai a casa 7 vittorie. Io però non mi sono mai sentito un perdente per l’aiuto che avevo dato a Gianni.

ARU E NIBALI. Sto lavorando duramente per Rio 2016. Il sardo è un emergente ed ha un carattere tosto. Li ho voluti con me a Rio a gennaio. Ci siamo ritrovati a Pinerolo e li ho visti motivati. E’ una situazione che va gestita. Oggi ci sono molte interferenze: procuratori, gli sponsor, diesse...

OLIMPIADE. Nibali comunque dà più garanzie. Nelle gare in linea ha vinto il Lombardia, è stato 2° alla Liegi e 3° alla Sanremo. Vedo Aru per una soluzione al penultimo giro, Nibali all’ultimo. I fattori che determinano il risultato però sono tantissimi: il vento che spacca il gruppo, una caduta... Comunque possiamo giocarcela. Sicuramente la squadra sarà imperniata su Nibali e Aru. L’idale sarebbe avere Nibali vincitore al Giro e poi al Tour in supporto ad Aru. Perché? Perchè credo che il Tour sia il miglior viatico per l’Olimpiade. Tra i due ragazzi c’è rivalità, ma anche grande rispetto: forse sarebbe meglio vederli in squadre differenti.

MONDIALE. In quella gara dovrebbe emergere teoricamente il corridore più forte nelle gare di un giorno, ma cosa può uscire da  una kermesse nel deserto come quella che affronteremo in Qatar? Deciderò i velocisti a giugno. Ora ho già in mente uomini come Oss, Quinziato e Bennati. Perché? In Qatar ho bisogno di corridori bravi, passisti forti.

LA GESTIONE DEI SOCIAL. Nell’ultimo mese prima del Mondiale non leggo i social per non farmi influenzare. Voglio isolarmi. Devi pensare alle tue idee e creare il filo diretto con l’atleta. L’inserimento di un corridore potrebbe in qualche caso creare un ostacolo all’atleta di punta: per questo o chiariamo le varie situazioni due mesi prima della gara o preferisco non portare elementi di disturbo.

STARE AI BOX, SCELTA NON APPREZZATA. Non è stata apprezzata la mia scelta di rimanere ai box all’ultimo Mondiale. Strategicamente era la soluzione migliore ma i corridori hanno “sentito” che il loro CT non era in ammiraglia. Non ero tra i miei uomini e non credo che ripeterò l’esperienza.

BASTA PEDALARE CON I CORRIDORI. Molti hanno espresso la loro opinione sul fatto che io sia uscito in bici con gli atleti: forse anche quello è stato un errore. Non credo che lo farò più, almeno non nella settimana che precede il Mondiale. Ho capito che deve esserci il dovuto distacco con l’atleta.

Pietro Illarietti
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COMMENTI
QUANDO UNA MEDAGLIUCCIA ???
1 marzo 2016 17:01 alfioboss
Nemmeno Lui non aveva vinto ne giro ne tour, aveva sempre militato in Grandi squadre e non aveva commentato Ciclismo in Rai per 18 anni................Però in 7 anni ha vinto qualche medagliuccia 1 argento 4 oro 1 bronzo e un oro alle olimpiade e non conto l'argento sempre delle Olimpiadi revocato.........C'è tanto ancora da imparare da Lui, sopratutto la MODESTIA !!!
Alfio Pieretti

Si nasce
1 marzo 2016 20:06 blardone
Si nasce Alfredo Martini e Franco Ballerini non si diventa Ct solo per buona conoscenza . C e da ripartire da zero cosi non va bene . Esempio sabato alla Coppa san Geo il nostro ct Amodori era in sfilata davanti alla corsa per tutta la corsa con macchina Italia e gasolio Italia .mi spiegate cosa ha visto ? C e tanto da imparare ancora .speriamo

Infatti si nasce ..................
1 marzo 2016 23:23 alfioboss
.................non si diventa !!! Bravo blardone.

maggico
2 marzo 2016 15:07 superpiter
CT...

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