MOTORINI. Lelli: «I prof li hanno usati, ma gli amatori...».

INTERVISTA | 01/02/2016 | 13:26
«Le bici le costruisco, quando ne vedi una a terra che continua a girare da sola un pensiero la fai... Il caso di Femke Van den Driessch ha portato alla luce una certezza: le bici motorizzate esistono e possono avere l'aspetto di una due ruote da corsa classica».

A parlare è Max Lelli, professionista dal 1989 al 2004, attualmente voce tecnica di Raisport e costruttore di biciclette che ci racconta come negli ultimi anni ha realizzato e venduto personalmente 7 biciclette professionali con il "trucchetto".


«Personalmente mi sono state commissionate da persone di una certa età, che non gareggiano, ma vogliono continuare a uscire con gli amici senza che loro sappiano che utilizzano il motorino. Si tratta di telai su misura, fasciati, che nel tubo piantone (deve avere una misura che va da 30,9 cm a 31,6 cm di diametro) hanno avvitato il motore e all'interno del telaio i vari cablaggi elettrici che servono per il funzionamento. Non sono bici standard, per prepararle ci vogliono un paio di mesi ma il risultato è impeccabile, da fuori non si vede nulla. Gli ingranaggi sono in plastica, il motorino è molto piccolo e non produce alcun rumore. Il telaio deve pesare un chilo e cento, non può essere troppo leggero perché il kit pesa 1,8 kg. Il motore ha una lunghezza di 22 cm e pesa già da solo 880 grammi. Inizialmente la batteria era stata pensata per essere posta sotto la sella, successivamente veniva nascosta dentro la borraccia, ora ne esistono di tre tipi da inserire nel telaio: da 4,5 ampere litio-ion che dura 45', da 5,5 ampere per 66' e da 8,25 ampere che può funzionare fino a 100'».


Come funziona il meccanismo? 

«Dove si impugna il manubrio, sotto le leve dei freni, c'è un pulsantino molto piccolo che basta sfiorare per attivare il motorino. Unica accortezza: bisogna fare attenzione nel cambiare rapporto davanti, conviene passare dalla moltiplica grande a quella piccola o viceversa prima di attivare il motorino, si tratta di ingranaggi delicati perciò bisogna avere una certa sensibilità. Nelle bici superprofessionali la pila non dura moltissimo, un'ora e mezzo, non di più».

I professionisti le usano? 

«Per quello che ho visto, qualcuno l'ha usata, poi forse si sono impauriti perchè sono iniziati i controlli... Ora ad alto livello secondo me è impossibile usarli o comunque sarebbe da pazzi. Alcuni casi, che hanno avuto parecchia risonanza mediatica (penso ai discussi cambi di bici), hanno giustamente fatto riflettere e questo week end ci è stato offerto un esempio lampante. 100 watt per una persona normale sono pochi ma per un professionista sono tantissimo. Immaginate semplicemente che un atleta la usi nelle prime ore di gara... Spenderebbe molte meno energie nella prima parte, che potrebbero tornargli utili nel finale».

E nelle granfondo se ne fa uso? 

«Di sicuro. Sappiamo che c'è gente disposta a tutto per un prosciutto (sorride ironico, ndr). Ricordo che c'è stata una polemica al riguardo nella Prato-Abetone di un anno fa. Non essendoci controlli senz'altro qualcuno fa il furbo. Per quanto mi riguarda le ho vendute a non agonisti. Ho provato a montare motori più potenti dei silenziosi 100 watt e quelli chiaramente si sentono come accade con le classiche bici assistite. Io non sono contrario a questo tipo di mezzo per motivi ludici. Le bici motorizzate stanno aprendo un mercato enorme e possono aiutare chi ne ha bisogno, persone di una certa età o fuori forma. Mia moglie con una mtb a pedalata assistita, in cui il motore è ben visibile, nonostante il poco allenamento riesce a pedalare per 60/70 km. Come per ogni cosa, anche per le bici a motore dipende dall'uso che se ne fa...».

Giulia De Maio

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COMMENTI
Dunque...
1 febbraio 2016 15:34 foxmulder
...fino a quando non scoppia il bubbone tutti zitti alla fiera dello zozzone a cavalcarne la lucrosissima onda. Poi, a bubbone scoppiato, sì... Lo sapevo, qualcuno l'ha usata, ma gli agonisti non l'ho data.......
Come siamo messi male...

concordo
1 febbraio 2016 16:24 bernacca
concordo con Foxmulder! queste uscite mi danno fastidio! Il caro Lelli oltre che ex prof è costruttore e soprattutto telecronista! Adesso dice che qualche prof l'ha usata, allora fuori i nomi sennò basta televisione! siamo stanchi di questi giochini solo per tornaconto

1 febbraio 2016 17:06 Bufalino
"per quello che ho visto li hanno usati". Ma che razza di risposta è? Tirare fuori i nomi. Punto.

Brava la De Maio a fare le domande giuste.

Michele Bufalino

Bravo Lelli
1 febbraio 2016 17:33 Giosa
A mio parere Lelli ha avuto la franchezza ( rara di questi tempi) di dire le cose come stanno; ovviamente non sta a lui fare i nomi, non è certo questo lo scopo dell'articolo della Di Maio e della testimonianza di Max Lelli. Qui si tratta di far emergere una realtà e non di cercare teste da tagliare.
Bella questa intervista e speriamo dia adito ad altrettanto belle considerazioni invece che a sterili polemiche su chi e quando. Agli appassionati veri sta a cuore il ciclismo, la correttezza da parte di corre percependo una retribuzione per farlo, se il pensionato si fa fare la bici col motorino poco importa.

L'ho venduta a non agonisti?
1 febbraio 2016 17:59 dany74
Quindi qualsiasi non agonista può comprare una bici assistita e poi rivenderla tranquillamente a un superagonista.
Funziona così?
Ciao Marcello foxmulder

Daniele

max lelli
1 febbraio 2016 19:03 lattughina
Vediamo di non cadere dall'albero, per favore. Lo sapevano anche i sassi che Max Lelli ha costruito già 5-6 anni fa delle bici a pedalata assistita. Su YouTube si trovano video dove Max presenta la sua bici https://www.youtube.com/watch?v=c_SpOR6ZHDo e specifica bene a quale mercato viene indirizzata. Non dobbiamo inorridire difronte alla bici con il motorino, dipende che uso ne fai, se hai passato l'età e hai problemi di salute, benvenga, ma se fai ciclismo agonistico, ovvio che non puoi.

"Io non sono contrario a questo tipo di mezzo per motivi ludici"
1 febbraio 2016 19:11 teos
Giustissimo, non fa una piega il discorso relativo a chi ne fa un uso terapeutico o comunque ausiliario per oltrepassare i limiti imposti dall'età o dal fisico, parlando rispettivamente di persone anziane o prossime all'anzianità oppure con problemi di peso eccessivo. Ma a quel punto io mi dico, chi ne fa un uso di quel tipo sai cosa gliene importi del rumore o meno e tantomeno che sia nascosta al punto tale che senza ispezioni più approfondite sia impossibile distinguere bici regolare o automatizzata.. Chi vuole usare la bici col motore ausiliario che la usi pure, ma i costruttori non dovrebbero fare i Ponzio Pilato della situazione piuttosto dovrebbero avere lo scrupolo e l'etica di montare componentistica che si veda e si senta. In quel caso davvero nulla eccepire, così invece mi sembra solo l'alibi perfetto per ingrossare le proprie tasche e basta.

La Rai
1 febbraio 2016 19:32 Monti1970
Hanno mandato via Savoldelli solo perché aveva gareggiato in squadra con Armstrong e questo qua che produce bici con pedalata assistita,quindi utilizzabile anche da "agonisti", lo tengano ancora???

Un consiglio alla Rai
1 febbraio 2016 19:38 Monti1970
Per la prossima stagione prendete come telecronista un produttore di medicinali dopanti tipo epo e gh? Almeno questi prodotti sono meno dannosi rispetto alle bici con motore, per quanto riguarda il risultato delle gare

no notate sempre
1 febbraio 2016 21:03 Achillebro
non notate sempre un certo imbarazzo nello spiegare a che mercato sono indirizzate queste bici?
" non ai professionisti eh...e nemmeno per le competizioni" ma " a coloro che non ce la fanno ma vogliono arrivare lo stesso in vetta......" ma si può essere di una bassezza peggiore?
Non arrivarci coi propri mezzi e decidere di BARARE con una bicicletta elettrica con il motore nascosto?
Se non riesci ad arrivare in cima in bici vai in moto o in macchina!

questi mezzi sono inutili, dannosi e veramente per persone piccole piccole....

novità??
1 febbraio 2016 21:05 pippo
La prof che oggi è stata beccata col motore è la prova che come dice MaxLelli queste bici sono state e sono usate; ma se uno è un truffatore è colpa di chi gli vende le bici tanto quanto è colpevole la mesticheria che vende coltelli a un delinquente che poi ci ammazza qualcuno! Riflettere prima di sentenziare

il dito o la luna
1 febbraio 2016 21:09 Giosa
Mi pare che qui si guardi il dito e si perda di vista la luna. Se vogliamo parlare fu Lelli e della Rai ok, chiediamo alla Redazione di fare un articolo e commentiolo, ma se ci atteniamo all'argomento motorini sarà bene chiarire che questi dispositivi sono fruibili liberamente sul web dove si trovano in vendita sul sito. ..del quale non faccio il nome pet ovvi motivi. Dovremmo, credo, chiederci quali controlli attuare e da parte di chi. Punto. Se poi volete fare un sondaggio su Nax Lelli vi dico subito che io lo apprezxo sia per come commenta sia per il coraggio di dire sempre ciò che pensa.

Grande Max!!!!!
1 febbraio 2016 22:25 Grumpy
Qui stiamo a criticare chi ha spiegato il funzionamento delle bici assistite e per quale persone vengono costruite. Allora accusiamo le case farmaceutiche che producono medicinali per i malati perchè poi vengono usati da chi vuole migliorare le proprie prestazioni sportive.Le accuse secondo me andrebbero fatte a chi deve controllare che tutto questo non accada durante le competizioni.

I controlli ci sono
1 febbraio 2016 22:46 Monti1970
Altrimenti non l'avrebbero trovata .non vi pare??? Qual'é il problema? Per quanti giorni dovrà andare avanti questa storia. Continuate a gettare fango sul ciclismo,quando invece é stato trovato un sistema per trovare chi truffa

attenzione
2 febbraio 2016 09:03 bernacca
qui si sta travisando! Lelli ha detto che i prof l'hanno usata (o la stanno usando?) ! siccome è uomo di ciclismo dovrebbe fare i nomi..

2 febbraio 2016 09:05 enrico
E bravo Monti1970 hai detto bene.

2 febbraio 2016 10:58 foxmulder
Caro Monti, qua, almeno da parte mia, la volontà non è di gettare fango sul ciclismo, ma su chi prima fa la verginella e si fa i suoi legittimi o illegittimi affari, poi dice di sapere, solo cavalcando l'onda mediatica scatenata dall'episodio, e infine, pur dicendo di sapere, non si prende la responsabilità di quanto affermato adducendo dettagli a mio avviso dovuti. A questo punto, cavalcando l'onda mediatica di cui sopra, magari gliene chiederà conto (legittimamente) qualche procura, e qui starà il vero danno per il ciclismo a mio avviso.
Certo che è cosa positiva l'effettuazione dei controlli (che sono in vigore da un po' e manifestano la buona volontà dei controllori)! Dobbiamo però anche sapere che, oltre ai rudimentali (a questo punto bisogna definirli così) motorini di cui si sta parlando, pare ci siano anche ruote elettromagnetiche dal costo esorbitante (centinaia di migliaia di euro, pare) che non sono alla portata né dei "superagonisti" o di chi per loro, né dell'anzianotto che vuole arrivare con gli amici più giovani in cima alla salita. Quindi si torna sempre al solito discorso, valido anche in tema di doping "old economy": team manager, squadre, a questo punto anche i costruttori, non possono non sapere, ma fanno anche loro le verginelle scandalizzate quando il bubbone scoppia...

bravo Max
2 febbraio 2016 11:17 marcolino
Nessuno ha, e credo neanche Max, le prove CERTE che i pro usino o abbiano usati i motorini. Quando vediamo i filmati di qualche anno fa nelle classiche del nord o biciclette che, una volta cadute, girano da sole, qualche dubbio viene ed a chi ha masticato pane e bici per 40 anni i dubbi possono avere un peso anche importante e tramutarsi in "quasi certezza". Il reato, pero', non e' nella produzione di biciclette a motore, ma nel tipo di utilizzo. Colpevolizzare Max Lelli mi sembra personalmente un modo per evitare di analizzare il problema. Premesso questo, il fatto stesso che la bici sia stata riconosciuta implica che i controlli ci siano e sono certo che saranno ancora piu' attenti d'ora in avanti. grazie Max per aver fatto luce sul problema!

Ma leggere meglio no eh?
2 febbraio 2016 11:55 Giosa
Bellissimo.."verginella che dovrà rispondere in procura". Si continua a parlare di Lelli senza evidentemnente aver letto bene l'intervista nella quale dice:" Per quello che ho visto, qualcuno l'ha usata, poi forse si sono impauriti perchè sono iniziati i controlli... Ora ad alto livello secondo me è impossibile usarli o comunque sarebbe da pazzi."
Parla di azioni passate, quando ancora non c'erano controlli.
Se avete antipatico Max Lelli fate prima a dirlo anziché tentare di screditarlo in modo anche abbastanza infantile.
Detto ciò mi associo a quanto detto da Marcolino, ovvero che Lelli ha fatto luce sul problema,un argomento scabroso a conoscenza di molti che, al contrario di lui, evitano di esporsi.

Giosa
2 febbraio 2016 12:28 blardone
Il problema e che Lelli e Cassani non devono parlare . Devono far finta di niente . Non ho mai sentito Moser o Saronni parlare in questi modi . Spero di avermi fatto capire in tutti i sensi .basta fare i fenomeni

2 febbraio 2016 14:06 marcomilano
A mio modo di vedere i problemi non si risolvono facendo finta di niente ma portando le proprie esperienze come hanno fatto Max Lelli e Davide Cassani (che insieme a Fabretti realizzo' un video ancora oggi reperibile in rete).
Ribadisco che la produzione cosi' come l'uso di bici motorizzate sono assolutamente leciti e legali. Diventano illegali quando il loro utilizzo non e' previsto dal regolamento. Ed in quel caso il produttore non ha responsabilita'. Tornando all'episodio di ciclocross che ha scatenato la discussione, non saranno certamente il meccanico o il produttore del motore ad essere sanzionati, ma l'atleta che ha infranto il regolamento infangando il ciclismo.

x blardone
2 febbraio 2016 14:22 Giosa
si si ti "hai" fatto capire....io sono contrario a qualsiasi tipo di censura..specialmente all'autocensura. Moser, Saronni..i tempi sono cambiati fortunatamente,ora il confronto può avvenire grazie ai nuovi strumenti di comunicazione che ci permettono alti livelli di interazione e non vedo perché dovremmo rinunciare a dire, ascoltare e commentare le altrui opinioni.

Cosi non va bene
2 febbraio 2016 20:17 IngZanatta
Scusate, negli anni passati abbiamo visto campioni staccare tutti in pianura a velocità doppia, ruote girare da sole, cambi di bici negli ultimi 10 km, e tutti a far finta di nulla... ora che hanno beccato \"ufficialmente \" una povera ragazzina, tutti si sentono liberi finalmente di parlare. Ma chi decide nel ciclismo queste cose?? E\' chiaro che c\'e\' una regia. Per non parlare dei controlli... chi mastica un po\' di Fisica, sa bene che questi motorini sono facilmente individuabili, basta volerlo!!

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