SAGAN, UN BRAND VINCENTE

PROFESSIONISTI | 23/11/2015 | 07:01
Peter Sagan è un patrimonio non solo del ciclismo, ma dell’intero sport mondiale: i suoi gesti e le sue imprese sono destinati a diventare un benchmark - un vero e proprio segno distintivo - come quel­li di Usain Bolt.
Peter Sagan è un campione moderno che ha saputo cogliere sin dal primo momento l’importanza del marketing, dell’immagine, della comunicazione. Peter Sagan oggi è un mar­chio registrato nel mondo, ma un marchio dall’anima profonda e dall’intelligenza viva.
Ad affiancare il campione del mondo c’è una vera e propria struttura dedicata, coordinata dalla DMTC, società italianissima che fa capo a Marco Del Checcolo e Mario Maratea (nella foto, da sinistra, Giovanni Lombardi, Peter Sagan, Marco Del Checcolo e Mario Maratea).

Marco, perché il ciclismo e perché Sagan?
«Se mi consentite, facciamo un passo indietro - esordisce Marco Del Checcolo, giornalista professionista, classe 1967 -. Lavoravo a Il Mattino quando nel 1997 Adidas mi propose di curare l’ufficio stampa e mi trasferii a Monza, dove la multinazionale dell’abbigliamento ha la sua sede italiana. Nel 2006 proprio in Adidas ho conosciuto Federica Pellegrini, mi ha proposto di lavorare con lei e così ho fatto il grande passo, in un momento particolare visto che mia moglie era in attesa del nostro Lorenzo. Ho lasciato il certo per una nuova sfida: quella di lavorare sull’atleta seguendo i principi del marketing, gestire un brand con la sua anima e le sue emozioni. La nostra scelta è sempre stata quella di seguire pochi atleti ma di farlo bene. Ed il ciclismo l’abbiamo incontrato con Ivan Basso per un’esperienza che è stata illuminante. A portarlo da noi è stato Giovanni Lom­bardi che è l’esempio di procuratore con il quale DMTC funziona, perché ha avvertito subito l’esigenza di gestire il brand. Giovanni ci ha portato Elia Vi­via­ni e poi Peter Sagan quando correvano alla Cannondale».

Ed eccoci arrivati al campione del mondo.
«Tutti ci hanno parlato benissimo di Pe­ter, della sua curiosità, della sua at­tenzione al marketing ma lavorando con lui siamo andati oltre ogni aspettativa: Sagan ci ha stimolato e continua a farlo, ha lavorato con impegno alla registrazione del trade mark, mostrando una altissima soglia di attenzione a quanto gli viene proposto e una grande sensibilità. Con lui abbiamo creato un brand sportivo dalle grandi potenzialità per gli investitori».

Ma il fenomeno Sagan è tale solo per il ciclismo o ha già una valenza più ampia?
«Sicuramente più ampia e se saremo bra­vi fra cinque anni Peter sarà quello che oggi Usain Bolt è non solo per l’atletica leggera ma per l’intero movimento sportivo. Un vero e proprio pun­­to di riferimento. L’esempio è presto fatto: negli Stati Uniti, che sono la patria del marketing, Peter gode di una percezione davvero interessante. Du­ran­te l’ultimo Tour de France i dati dimostrano che negli States ogni giorno si è discusso di Sagan molto di più di quel che si è fatto per il vincitore di tappa o per la cronaca vera e propria».

Quali sono le vostre strategie operative con Peter?
«Pochi sponsor che condividono il la­voro sull’immagine che proponiamo, non funziona la logica di venti piccole sposorizzazioni. Tanto Peter quanto Lombardi hanno sposato in pieno questa filosofia: nessuno di noi ha la ne­cessità di battere il ferro finché è caldo e questo ci permette di valutare con maggiore tranquillità e soprattutto permete a Peter di restare sereno e di concentrarsi sul suo lavoro, che è quello che ama fare di più».

Cosa piace di Sagan agli investitori?
«Soprattutto la leggerezza, la sppontaneità e il messaggio innovativo che ha portato nel nome del ciclismo. La grande industria tradizionalmente è sempre stata diffidente ad avvicinarsi al mondo del ciclismo per le note vicende, ma Peter ha consentito di colmare questo gap. Citroen lavora da tre anni con lui e ora il discorso si è allargato anche alla Tinkoff Saxo: i dati dimostrando che il pubblico del ciclismo sta cambiando, si sta passando da un seguito anziano alla fascia compresa fra i 35 e i 54 anni, perfetta proprio per l’automotive. Ma Peter è un personaggio che va oltre e lo ha capito benissimo Telekom che, dopo essere uscita completamente dal ciclismo in seguito ai guai del doping, è tornata ad investire scegliendo Sagan come te­stimonial per la Slo­vacchia. Abbiamo appena girato degli spot televisivi per la campagna natalizia, nei quali Peter si conferma un grande personaggio, sfodera le sue smorfie più simpatiche e finisce per essere coinvolto in una improbabile danza con un alberello di Natale. Ma il mondo di Sagan è molto più ampio: ci sono Paesi comne Giappone, Mes­sico ed Emirati Arabi che si sono letteralmente innamorati di lui, sono Paesi che non hanno una grande tradizione ciclistica e che potenzialmente sono molto interessanti per gli investitori».

Avete puntato una particolare at­tenzione al mondo dei social.
«Peter sta senza dubbio diventando una digital icon, come dimostra un dato: la reach organica dei post che hanno celebrato la vittoria iridata sulla sua pagina ufficiale di Facebook è sta­ta di quasi 5 milioni di contatti. Per questo lui sa di poter contare su un vero e proprio team a sua disposizione: tre persone lavorano per lui in Italia e due in Slo­vacchia. E giochiamo di squadra con l’area marketing del­la Tin­koff Saxo, perché solo con l’unità di intenti si raggiungono grandi risultati».

A chi può essere paragonato il per­sonaggio Sagan?
«Rispondo per quello che mi consente la mia esperienza personale. Solo in tre atleti mi è capitato di vedere quella luce negli occhi che è davvero speciale: mi è accaduto la prima volta con Federica Pelle­grini, con la quale lavoro tuttora in splendida sintonia, poi con Marco Simoncelli e oggi con Pe­ter Sa­gan. Hanno una leadership innata, hanno carisma ed entusiasmo, con loro possono arrivare anche discussioni e “cazziatoni” ma si lavora tut­ti per un obiettivo co­­­mune, condiviso, ri­co­nosciuto. Si lavora per essere dei nu­meri uno».

Paolo Broggi, da tuttoBICI di novembre
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COMMENTI
bene
23 novembre 2015 09:06 geo
Ce ne fossero di più di personaggi così, che propongono il ciclismo in maniera nuova, innovativa: ciò frutta a tutto il movimento, non solo a Sagan!

23 novembre 2015 16:27 BARRUSCOTTO
TUTTO VERO AD ECCEZIONE DELLE INTERVISTE CHE GLI FANNO DOVE RIPETE SEMPRE LE STESSE COSE

Citazione
23 novembre 2015 17:15 Melampo
Abbiamo case più grandi ma famiglie più piccole, più opportunità ma meno tempo, più istruzione ma meno buon senso, più conoscenza ma meno senso critico, più esperti ma più problemi, più medicine ma meno benessere.

Siamo andati e tornati dalla Luna, ma facciamo fatica ad attraversare la strada per stringere la mano ad un uomo vicino, abbiamo prodotto più computer per registrare più informazione, per replicare più documenti come non mai, ma siamo meno capaci di comunicare.

Siamo imbattibili sulla quantità ma scarsi sulla qualità. Questi sono tempi da fast-food, ma dalla digestione lenta. Sono i tempi dei grandi uomini, ma di carattere mediocre. Sono tempi in cui si realizzano profitti astronomici, ma povere relazioni.

Questa è un epoca in cui tutto viene messo in vista sulla finestra, per occultare il vuoto della stanza.

(Dalai Lama)

Grazie Melampo!
24 novembre 2015 19:33 Bartoli64
E tu sai che ti ringrazio veramente.

Bartoli64

@Bartoli64
24 novembre 2015 23:08 Melampo
Ti ringrazio per il tuo apprezzamento, perché so che è sincero e genuino.

Lo sai, quando sento parlare di "brand", di "marketing" e amenità varie riferite al ciclismo, ..., mi prude la tastiera !!

Ti saluto.

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