Di Rocco: l'inchiesta spagnola doveva restare riservata

| 10/10/2006 | 00:00
L' operazione antidoping denominata 'Puerto' doveva restare in Spagna, mentre l'Unione ciclistica internazione (Uci) non era autorizzata all'utilizzo di documenti relativi all'inchiesta. Ne e' convinto il presidente della Federazione ciclistica italiana, Renato Di Rocco, che spiega il senso di un documento emesso dal Tribunale di Madrid secondo cui all'Uci viene ''negata la costituzione negli attuali procedimenti in quanto non accredita alcun interesse e danno derivati dal presente procedimento'' . ''Tutto quello che e' materiale dell'inchiesta - spiega Di Rocco - e' proprieta' loro e basta e non puo' essere utilizzato per un altro procedimento''. L'obiettivo - aggiunge il presidente della Federciclismo - e' che ''l'inchiesta rimanga in Spagna e rimanga riservata perche' ci sono piu' situazione. Corridori spagnoli hanno denunciato la federazione perche' aveva diffuso documenti senza nessuna autorizzazione. L'Uci ha diffuso documenti soggetti a riservatezza, quindi tutti i documenti diffusi dall'Uci prima del 7 luglio sono falsi nel senso che non erano autorizzati. Per cui c'e' confusione a tutti i livelli''. ''Io spero - continua Di Rocco - che questo documento aiuti a far luce alla procura del Coni in modo che si chiuda questa vicenda assurda. L'avevamo detto in tempi non sospetti che sicuramente c'era un po' troppa confusione e si sta rivelando tutto quanto''. A proposito del ciclista italiano Ivan Basso escluso dal Tour de France perche' coinvolto nell'inchiesta il presidente della Federeciclismo afferma: ''Io credo che Basso ha messo la procura del Coni nella migliore condizione. Ha fornito tutti gli elementi che gli sono stati richiesti. Ha dato da quello che risulta a me addirittura la disponibilita' a fare la prova del Dna qualora la Guardia Civile chiedesse condizioni di certezza. Per cui credo che dal primo giorno Basso abbia dimostrato buona volonta' nel dimostrare la sua innocenza''. L'inchiesta condotta dall'Unita' Operativa della Guardia Civil, che ha portato all'esclusione - tra gli altri - di Basso ed Ullrich dal Tour de France, e' partita a febbraio ma ha raggiunto effetti dirompenti a fine maggio, sollevando il velo sullo scandalo doping spagnolo legato al team Liberty Seguros di Manolo Saiz e sulle pratiche sospette (autoemotrasfusione, vietata dai regolamenti internazionali e classificata come doping) del medico Eufemiano Fuentes.
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