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Quanto vale questa vittoria per te? «Si tratta del mio secondo successo in maglia Lampre, sono molto felice. Sapevo di star bene, ma non potevo essere sicuro di riuscirci fino a oggi. Per di più ieri sono stato male, questa notte la febbre è salita a 38 gradi e ho sofferto problemi di stomaco. Questa mattina ero ko, non sapevo se sarei riuscito a partire o meno, ci ho provato e ho fatto bene. Per me è stata una giornata durissima, ma a questo punto posso dire che ne è valsa la pena».
Raccontaci qualcosa di te… «Sono nato a Varazdin, vicino Zagabria, il 26 luglio 1987. Sono alto 170 cm e peso 56 kg. Ho iniziato a correre nel 1998 e sono professionista dal 2008. Sono un tipo tranquillo, uno che non si agita mai, vivo alla giornata e senza stress sia in gara come giù dalla bici. Sono fidanzato con Ana da 7 anni, a fine anno andremo a convivere. Ho una sorella un anno più grande di me e un fratello di 9 anni più giovane, i miei genitori portano avanti una ditta di camion, la mia famiglia lavora nel mondo dei trasporti e mi ha sempre supportato».
Quando hai iniziato a correre? «A 11 anni nel mio paese, perché alcuni amici andavano in bici. Piano piano in me è cresciuta la passione per il ciclismo. La mia prima bici era una Battaglini, la prima gara vicino casa. Da bambino ero abbastanza forte, a 15 anni sono passato in una squadra slovena, in Italia sono arrivato nel 2013 grazie alla Lampre».
Come è andata? «All’inizio è stata dura perché non parlavo italiano (ora lo parla e capisce molto bene, ndr) e non tutti in squadra parlavano inglese ma in 4 mesi ho imparato la lingua e mi sono ambientato. Mi sono fatto conoscere e apprezzare per le mie doti, sono portato per le brevi corse a tappe. Con un po’ di esperienza in più penso di poter fare un ulteriore salto di qualità».
Com’è il ciclismo in Croazia? «La bici è popolare ma non c’è una cultura ciclistica come in Italia. Dal mio paese seguono molto me e Rogina, altro professionista croato che abita a 2 km da casa mia».
Cosa sogni per il proseguo della tua carriera? «Di crescere ancora e togliermi qualche bella soddisfazione. In programma ora ho Delfinato e Tour de France. Il mio sogno per il futuro è vincere una tappa in un grande giro o una classica».
da Istanbul, Giulia De Maio
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