Pozzovivo. «Il Giro? Ci penserò. Ora la testa è alla Liegi»

PROFESSIONISTI | 23/04/2015 | 16:18
Un sogno cullato, accarezzato ed evaporato a soli 50 metri dal traguardo. Ve la ricordate la Liegi di un anno fa? Gianpaolo Caruso se la ricorda benissimo, Domenico Pozzovivo se la sogna ancora oggi.
Gerrans, Valverde e il futuro campione del mondo Kwiatkowski nel ruolo dei cattivi, che li svegliano enntrambi sul più bello. «Oggi ho vinto e sono felicissimo di questa vittoria nel mio Trentino, visto che questa è la terza tappa che vinco in carriera, oltre ad essermi aggiudicato una generale – spiega a tuttobiciweb.it il corridore lucano -. Ma la mia testa è già in Belgio. Io domani correrò l’ultima tappa di questo Trentino, ma non vi nascondo che i miei sogni e le mie ambizioni saranno spostati più a nord, ad una corsa che mi è rimasta qui, come un uovo sodo che non riesce né andare su e né andare giù».

Pensi di avere la condizione giusta per poter migliorare il quinto posto di un anno fa?
«Penso di stare bene, e oggi l’ho dimostrato. Avrò bisogno però anche di un pizzico di fortuna. Spero che la ruota giri per il verso giusto. Un anno fa, sia io che Giampaolo non siamo stati per niente fortunati, anche se un quinto posto nella “regina delle classiche” è sempre una grande risultato, ma quello che vorrei domenica è perlomeno il podio. Salire su uno di quei gradini sarebbe per me il massimo».  

Chi sarà l’uomo da battere?
«La Liegi è una corsa estremamente selettiva. Si dice che sia la più giusta, perché premia sempre il più forte. Credo che sia davvero così. Di corridori che stanno pedalando molto bene ce ne sono diversi, ad incominciare da Alejandro Valverde. Ma guai a sottovalutare il campione del mondo Kwiatkowski o Joaquin Rodriguez. Così come gli Astana con Vincenzo Nibali in testa. Io voglio essere lì a giocarmela. L’importante è arrivare all’appuntamento con la storia lucidi, pronti a cogliere l’attimo. L’anno scorso ci sono arrivato davvero vicino, solo 50 metri e mi sarebbe cambiata la vita».
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