I CERCA CONTRATTO. Omar Bertazzo: pronto a cambiare vita

PROFESSIONISTI | 12/11/2014 | 08:00
Sono giorni cruciali, questi, per Omar Bertazzo. A 25 anni e dopo quattro stagioni tra i professionisti con la maglia della Androni Venezuela (una vittoria per lui, una tappa del Giro d’Austria nel 2013), il corridore patavino si trova di fronte ad un bivio.
«Non ho un contratto per il prossimo anno, contatti ne ho cercati ma risposte ne ho avute poche. Correre gratis non ha senso, per me, anche perché posso contare su altre opportunità sia in campo sportivo che lavorativo».

Partiamo da lontano: quando hai iniziato a correre?
«Avevo 13 anni, prima ho giocato a rugby ed ero anche discretamente portato, poi ho provato la bicicletta sulla spinta di papà e a poco a poco mi sono innamorato di questo sport. E in scia ho trascinato anche mio fratello Liam che ha vent’anni e anche lui si trova nella mia stessa situazione, cioé senza un contratto per il prossimo anno. E qui, ancor più che per me stesso, qualche domanda me la pongo...».

Spiegaci.
«Faccio fatica a capire quando vedo un corridore che arriva da una squalifica per doping trovare contratto e un ragazzo di 20 anni, che in questa stagione tra l’altro ha vinto tre corse e fa parte della nazionale della pista, restare senza squadra».

Torniamo a te e alla tua ultima stagione.
«Sapevo che avrei dovuto fare il salto di qualità, almeno questo era l’oiettivo di partenza. Poi a marzo ha cominciato ad esserci qualcosa che non andava, mi gonfiavo e e in bici facevo fatica. Tre mesi buttati via prima di riuscire a capire che avevo preso lo streptococco, probabilmente in occasione di qualche trasferta. A giugno finalmente le cose hanno cominciato a migliorare, è arrivato qualche piazzamento ed ero pronto per un bel finale di stagione, nel quale pensavo anche di arrivare a meritarmi un contratto, invece...».

Cosa è successo?
«Altro infortunio, esattamente il 7 settembre. Ematoma al perineo con versamento piuttosto esteso. I medici mi hanno detto: o ti fermi, o rischi di compromettere la funzionalità dei testicoli. Quindi 26 giorni di stop assoluto, poi la ripresa ma ormai ad ottobre di gare ce n’erano proprio poche, ho disputato un buon europeo derny (si è piazzato al sesto posto nella finale di Ballerup, ndr, pur con una preparazione non perfetta e adesso magari continuo con la Coppa del Mondo».

Quindi ancora pista?
«Ne ho parlato con il ct Marco Villa, in questi giorni so lavorando a Montichiari anche con mio fratello Liam, faremo dei test e vedremo se l’idea di partecipare alla prova di CDM a Londra può avere senso o meno».

Preoccupato per il tuo futuro?
«Rispetto ad altri ragazzi nella mia situazione, devo dire di no. È chiaro che mi piacerebbe continuare a correre tra i professionisti, altrimenti sarei costretto a dire che la mia esperienza è stata un fallimento, ma se non ci riuscissi non sarebbe un problema, anche perché ci sono tante cose del ciclismo italiano che non mi piacciono, come ho già detto prima».

Cosa pensi di fare?
«I miei sono titolari di una azienda che progetta e produce pressostati e quindi dal punto di vista lavorativo sono tranquillo. E sotto il profilo sportivo non mi dispiacerebbe scoprire nuove realtà, magari quelle del triathlon».

Paolo Broggi

I SENZA CONTRATTO
Valerio AGNOLI; Davide VIGANO'; Paolo LONGO BORGHINI; Francesco CHICCHI; Stefano LOCATELLI; Andrea PALINI; Antonino PARRINELLO; Roberto DE PATRE; Luca DODI; Alessandro PETACCHI
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