Il suo attaccamento alla maglia azzurra l’ha mostrato quando gliel’hanno tolta: la maglia. Filippo Pozzato ci teneva a correre il mondiale di Ponferrada. Non si può dire che non ci abbia messo cuore e gambe. Da parte sua il CT Davide Cassani gli ha aperto una linea di credito molto ampia, inserendolo nella lista dei sedici nonostante dalla Vuelta il vicentino fosse tornato solo con un terzo posto proprio al terzultimo giorno. Poi il «trittico»: secondo alla Bernocchi, dietro a SuperViviani e davanti a Ponzi. Ieri terzo, alla «Tre Valli», la prova regina, quella a cui Cassani teneva di più. Gliel’aveva detto, il CT. Ti aspetto lì e lì voglio vederti. Il ct romagnolo si aspettava da Pippo una prova indiscutibilmente bella, invece ha assistito ad una gara che Pippo ha corso con quel timore che non è piaciuto neanche un po’ al neo selezionatore azzurro romagnolo.
E dire che a Pippo gli era andata anche bene: si fa trovare nella fuga giusta al momento giusto. Da controllare ha Sonny Colbrelli, Enrico Gasparotto e Michael Albasini. Gasparotto cade ai due chilometri. Finetto prova il colpaccio da finisseur e costringe Colbrelli a spolmonarsi per andarlo a riprendere e già che c’è prosegue la sua volata. Per Filippo sembra tutto facile, tutto semplice, tutto sul velluto: basta stare lì, e approfittarne. Invece sta lì, e si lascia filare via Albasini e Colbrelli. Dormita solenne o gambe non sufficientemente piene? Solo Pippo lo può dire, solo Pippo lo sa. Cassani – teso e scuro in volto per la sua prima lista azzurra e le prime bocciature – decide che se proprio bisogna andare allo sbaraglio, ci si va con dei ragazzini, con una nuova generazione di corridori. Con una formazione garibaldina in grado di creare quel «caos calmo» da lui agognato e già annunciato.
Pippo non è felice, la sua delusione – ieri – era dipinta sul volto. È normale che sia così, ma le sue parole nel dopocorsa sono la conferma che Cassani ha operato le scelte giuste. Ha fatto la squadra più logica, non la più forte, perché nessuno in questo momento in una corsa di un sol giorno è in grado di garantire alcunché. Cassani ha scelto, e quelli che dicono che non ha avuto coraggio, dicono la più grande fesseria che si possa dire. Perché in questa prima scelta azzurra, il Ct ha davvero deciso di decidere. Esattamente come Pozzato, che nell’incertezza di una volata che avrebbe potuto far sua, ha deciso di non fare polemiche. Nel nome dell’Italia e nel rispetto di un Ct che ha un sogno ma non ha mai creduto alle favole.
Pier Augusto Stagi