TURCHIA. Rebellin: «Quest'anno voglio il tricolore». AUDIO
PROFESSIONISTI | 29/04/2014 | 09:51 Davide Rebellin è uno dei favoriti per la tappa di oggi e per la
vittoria finale del Presidential Tour of Turkey. Nonostante i suoi 42 anni, ha
chiuso 13° la Amstel Gold Race, sembra in splendida forma e soprattutto non ha
alcuna intenzione di appendere la bici al chiodo. Questa mattina abbiamo
incontrato il veneto della CCC Polsat che ci ha raccontano: «Il piazzamento all'Amstel per me è stato soddisfacente,
soprattutto se si pensa che non partecipavo ad una grande classica dal 2009.
Era importante essere ben posizionato ai piedi del Cauberg, ma io ero da solo e
per la condizione che avevo era difficile ottenere un risultato migliore, anche
se so che i miei compagni hanno fatto del loro meglio. Mi sarebbe piaciuto
partecipare anche alla Freccia Vallone e alla Liegi-Bastogne-Liegi, ma ho
dovuto guardarle in tv. Le Classiche delle Ardenne sono le mie gare prefereite,
le ho nel cuore, spero un giorno di poterle disputare ancora. Il Giro di
Turchia arriva al momento giusto della stagione data la mia forma attuale, mi
sento bene e voglio mettermi in mostra. La mia passione per il ciclismo è
intatta, amo scoprire eventi e paesi in cui non ho avuto la possibilità di
correre quando ero nel ProTour. La motivazione è quella di quando ero un
ragazzino, anche se mi trovo a competere con ragazzi che potrebbero essere i
miei figli. Dopo la Turchia tornerò in Polonia per una corsa a tappe, poi effettuerò un periodo di riposo prima di presentarmi al Giro di Svizzera. Obiettivi
stagionali? Vorrei vincere il Campionato Italiano, l'anno scorso ci sono andato
così vicino...».
Mi duole ammetterlo, ha sbagliato come tantissimi, ha pagato come pochissimi !!!!!
Per come stà andando e per come siamo conciati in generale meriterebbe una formazione più performante.
Mi limito a commentare, postando questo articolo del giornalista...
29 aprile 2014 11:48Fra74
"Rebellin ha già dimenticato forse farebbe meglio a tacere
di EUGENIO CAPODACQUA
da Repubblica.it
FONDO (Trento) - Torna alla vittoria Davide Rebellin. Due grandi affermazioni tra martedì e sabato. In cinque giorni il veneto di San Bonifacio fa sua la Tre Valli Varesine e il Trofeo Melinda che ha lanciato per la prima volta fra i prof Moreno Moser, nipote del più famoso Francesco. Vittoria in fotocopia. Di forza. Tanta forza, forse addirittura troppa per un quarantenne, la cui vita sportiva è segnata da diversi episodi doping: finito nell'inchiesta della Finanza al Giro del 2001 e salvo per un vizio di forma nel processo; quindi positivo al "cera" alle Olimpiadi di Pechino, con l'onta di dover restituire l'argento, primo atleta del lotto azzurro. Ora le sue doti di recupero sembrano quelle di un ventenne. Ma, tant'è. Fino a prova contraria, tutto a posto. Rebellin può correre legittimamente perché ha scontato la sua pena. E vincere. Ma le sue restano vittorie sbiadite, sotto l'ombra di un passato che è difficile da cancellare. Specie a quarant'anni suonati. E, se consolano la sua tenacia e la sua testardaggine, fanno grande tristezza nello spettatore che, disorientato, non ci capisce più nulla. Ma allora si può vincere anche senza doping? Certo che si può. Ma bisognerebbe essere certi che davvero il doping non c'è più. E questa certezza nessun test pur sofisticato che sia la può dare al momento. Questa è e sarà la dannazione di Rebellin, che da giovane era atleta ben dotato, ma che negli anni del doping selvaggio si è affidato ad uno
dei medici più chiacchierati del plotone e addirittura condannato in via definitiva proprio per fatti di doping. "Sono tornato dopo due anni di silenzio e lavoro, con più voglia e più rabbia di prima - ha commentato il "chierichetto" (questo il suo soprannome nel guppo) - rivendico la mia innocenza ed il diritto di guardare avanti, impegnandomi anche a favore dei giovani. Ho quarant'anni ma non li sento". Innocenza? Sarebbe a dire che la vittoria in due corse cancellerebbe quello che sofisticati laboratori hanno innegabilmente accertato: la positività al "cera", l'epo di terza generazione che all'epoca si credeva non rintracciabile ai controlli? Ecco il solito clichet usato ed abusato: la vittoria che cancella un passato incancellabile. Ma la realtà è ben diversa e occorrerebbe almeno la dignità di tacere". ANNO 2011.
Francesco Conti-Jesi (AN).
Per Fra74
29 aprile 2014 12:20VDBZ
Invece i vari :
Valverde
Basso
Contador
Paulinho
Scarponi
Plaza
Mancebo
Sevilla
Loro poverini hanno scontato la loro pena e sono di nuovo campioni.... Tutti pronti nel world tour per classiche e giri.
Hanno distrutto l'uomo Rebellin prima dell'atleta ( che ha commesso un errore ) e lui in silenzio continua a fare il suo lavoro da grande appassionato.
Mah
29 aprile 2014 14:07Ruggero
Io sono pienamente d'accordo con tutti e due, Fra74 e VDBZ, ma aggiungo, e tutti quei furboni di cui si sa tutto ma al contrario dei sopra citati non sono stati pizzicati materialmente e continuano bellamente ad andare in televisione ospiti a più riprese di mamma RAI, preparano atleti, dirigono atleti e quant'altro, hanno vinto nel periodio in cui tuti i corridori oltre confine hanno confessato di essere dei truffaldini e nonostante tutto prendevano legnate memorabili dai nostri, ma loro niente, verginelloni come se niente fosse, pasatemi una battuta, fanno tutti come gli interisti............."NOI UNICI ONESTI"
Articolo spazzatura.
29 aprile 2014 14:54warrior
Ti ringrazio per avermi ricordato l'articolo spazzatura del giornalaccio di Scalfari. Viva Rebellin!
Ci fossero più Rebellin forse sarebbe un ciclismo migliore
29 aprile 2014 15:15achille
Caro Fra74, vedo che ti viene bene solo il criticare. Magari in Italia ci fossero un po’ più di Rebellin, persona seria ed umile come pochi. Avrà forse sbagliato o forse nò….se conosci veramente il caso qualche dubbio forse te lo porresti pure te. Comunque anche in caso di positività ha scontato la sua pena come tutti e senza sconti vari. E ‘ tornato con umiltà e tanta tanta passione. Il fisco come sempre bussa alla porta di chi non deve, perché credo che Rebellin sia veramente uno dei pochi reali residenti nel regno Monegasco e per questo avrebbe pagato un’altra colpa non sua. Tutti nuovamente pronti a tifare Basso, Contador, Valverde e tatnti altri ancora che hanno scontato egual pena. Lui ha il sono Handicap di aver pagato una colpa ed un accanimento improprio. Quello che in realtà manca, in Italia e non solo, è un ciclismo vero, fatto di meno parole, meno critiche meno illazioni e presupposti. Siete tutti, sempre disposti e bravi a criticare a puntare quel dito, non conoscendo i reali sacrifici che deve sopportare chi ama e pratica questo lavoro.
Cordiali saluti
VDBZ
29 aprile 2014 15:15Fra74
Il Tuo elenco è incompleto, ce ne sarebbero tanti altri, ed in effetti, il mio commento è relativo solo ed esclusivamente al Sig. Rebellin, perchè oggi si parla di Lui in questo. Comunque, la tua analisi è corretta, solo che, a mio parere, risulta difficile credere in Rebellin, in primis, ed poi in tutti gli altri da un passato "turbolento": tutto qui, compresi i dirigenti, direttori sportivi e chi nel passato ha commesso questi ORRORI, se mi permetti. PULIZIA GENERALE, TUTTI FUORI DAL MONDO DEL CICLISMO, in qualsiasi RUOLO, NON CI DEBBONO PIU' STARE.
Francesco Conti-Jesi (AN).
X Warrior
29 aprile 2014 15:25Ruggero
Viva Rebellin mi sembra francamente eccessivo, ne ha combinate più di Bertoldo, però non è sicuramente e sottolineo sicuramente peggio di tanti altri tuttora osannati come eroi.
Oggi 5°
29 aprile 2014 15:39warrior
Tappa durissima oggi al Giro di Turchia e Rebellin splendido 5°
Caro Achille,
29 aprile 2014 15:53Fra74
io non mi limito a criticare, io fornisco pure dei suggerimenti, per carità, miei e personali, ma cerco di spronare questo SPORT a ripulirsi. Ora, il caso non lo conosco bene, fino in fondo: errore sportivo e giudiziario?!? Non mi interessa, io parto dal presupposto che, ad oggi, vi è stata una squalifica, per carità, correttamente scontata, ma proprio perchè tale, e proprio perchè mi piace questo SPORT, via TUTTI coloro che hanno subito tali squalifiche, senza distinzioni di prodotti o altro: UNIFORMITA'....ecco, ebbene. Ah, e non è che io non voglio dare una seconda possibilità, io voglio credere in uno SPORT PULITO, basta, senza appelli o altro, al primo orrore, stop.
Francesco Conti-Jesi (AN).
29 aprile 2014 15:56runner
Finalmente vi siete ricordati di Rebellin, uno tra i più forti corridori italiani degli ultimi 20 anni!
Nonostante la sua splendida carriera, costellata da grandi vittorie (il tris nello stesso anno di Liegi, Freccia e Amstel resterà per sempre negli annali)e grandi piazzamenti. Data la continuità di essere stato sempre presente per vent'anni negli ordini d'arrivo ai massimi livelli,da quando era dilettante ad oggi che ha 43 anni, significa che è un atleta vero.
Ha sbagliato (1 volta in 20 anni - 6 anni fa), ma ha anche pagato duramente PIU' DI TUTTI GLI ALTRI. Sì, perchè tutti gli hanno voltato le spalle mentre con grande ipocrisia gli stessi continuano ad osannare tranquillamente i vari Basso, Contador, Valverde, Scarponi e molti altri che hanno potuto continuare a correre in squadroni World Tour, nei grandi Giri, nelle Classiche e ai Mondiali. Rebellin, invece, da 4 annni è dimenticato e costretto a correre gare minori, in una squadretta polacca. Caso di VERA INGIUSTIZIA E DISPARITA' DI TRATTAMENTO. Forza Davide
Memorie (molto corte) e considerazioni (molto di parte)
29 aprile 2014 17:40Bartoli64
Prima di dire la mia mi sono fatto un giro su tutti i precedenti post, ed ho trovato pareri assolutamente condivisibili, alcuni dei quali però viziati da autentiche baggianate.
Iniziamo subito col dire che nessuno ha distrutto Rebellin (che per distruggersi ci ha messo attivamente del suo), e che il paragone sulla presunta “disparità di trattamento” che avrebbe ricevuto rispetto ad altri suoi colleghi incappati in squalifiche per doping (2 anni) non regge proprio.
Innanzi tutto il corridore veneto ha dovuto restituire una medaglia olimpica, e quando si parla di MEDAGLIE OLIMPICHE la figura (positiva o negativa) non la fai solo tu o il tuo team, bensì la Nazione che rappresenti.
Mi spiace per voi, ma quella fu per l’Italia sportiva (e non solo) una colossale figura di “M”, e se vi riesce difficile crederlo provate a pensare a quale fine abbiano fatto le carriere sportive di Ben Jonson o di Marion Jones (gente sulla quale ruotava un business da qualche decina di milioni di dollari).
Non ci avevate pensato scommetto… beh, lo immaginavo…
C’è poi da dire che quando Rebellin fu trovato positivo al CERA alle Olimpiadi di Pechino la sua età (perlomeno come corridore) era già piuttosto avanzata.
Ed allora ditemi voi, tecnici sopraffini, quanti soldi avreste investito su un ex dopato, fermo da due anni, e ormai vicino agli anta?
A parlare siete tutti bravi ma poi…
Per quanto riguarda la sua vicenda con il Fisco italiano (e qui rispondo ad Achille) dico che ciò che credi tu a riguardo della sua residenza a Monaco non conta assolutamente nulla.
In quel caso, ad inchiodarlo pure a responsabilità di evasore fiscale, fu un’accurata inchiesta della GDF che dimostrò come il “contribuente” in questione dimorasse in Italia molto di più di quanto dichiarava e che, proprio per questo, non poteva affatto essere considerato come un italiano residente all’estero (e che quindi doveva pagarsi le sue belle tasse in Italia).
Vi basta così o debbo continuare?
Bartoli64
Direi che basta.....
29 aprile 2014 18:51passion
...... credevo in Rebellin..... adesso guarderei avanti, continuando a sperare (non so per quanto ancora)in questo sport pieno di vita e poesia.
"Aspirante poeta".
La disparità di trattamento c'è eccome!
29 aprile 2014 19:06runner
disparità di trattamento rispetto ad altri corridori c'è eccome e, se vai a rileggerCaro Bartoli 64,
la e il mio post, ho elencato nomi e cognomi. Hai ragione, avrei potuto continuare anche con altri personaggi ex dopati: come, ad esempio, il buon Vinoukurov o il buon Rijs che, nonostante ex dopati e pure uno reo confesso, continuano tranquillamente a gestire e dirigere le più importanti squadre ciclistiche mondiali. O preferisci parlare del commentatore tecnico della Rai Garzelli, anch'egli ex dopato....
E mi parli di scandalo alle Olimpiadi. Ok. Ma nel ciclismo sai bene che uno scandalo doping al Giro o al Tour è ancor più grave ed eclatante, certo non meno che ad un Olimpiade.
Pertanto, ripeto, se è stata data la possibilità ai vari Contador, Valverde, Basso, Scarponi ecc. di tornare a correre liberamente ed ovunque, BISOGNAVA FARE LO STESSO ANCHE CON REBELLIN. Che, ribadisco (ed il palmares lo testimonia) è stato forte sempre e non una semplice meteora come tanti altri..
@ Runner
29 aprile 2014 20:02Bartoli64
Runner mi spiace per te ma insisto su quanto ho già scritto (anche perché sembra che tu abbia saltato a piè pari un parte significativa del mio post).
Se Rebellin (al momento del rientro dalla squalifica) avesse avuto gli anni di Basso, Contador, Valverde o chi vuoi tu, scommettiamo che un ingaggio in una ProTour lo avrebbe trovato ad occhi (quasi) chiusi?
E poi non mi parlare di manager come Riis o Vinokourov… ma tu metteresti mai in mano una squadra a chi è abituato a farsi gestire - praticamente su tutto - dalla consorte?
Dai sù, ognuno ha le sue qualità così come i suoi limiti!
Che sia ancora un ottimo atleta non ci piove, così come non ci piove a riguardo del suo attaccamento al mestiere e, se proprio te la devo dire tutta , secondo me a fare il Prof. ci era arrivato con la sola forza delle sue gambe (così come spero faccia ora), ma per il resto… ne ha combinate più lui di Carlo in Francia!
A partire da quella volta in cui voleva prendere il passaporto argentino per correre un Mondiale, per poi andare (purtroppo) molto ma molto oltre…
Fai una buona serata.
Bartoli64
P.S. (Piccolo distinguo) al Giro o al Tuor ci vai con la maglia della tua squadra, a un'Olimpiade ci vai con quella del tuo Paese... non te lo dimenticare.
Caso Rebellin
29 aprile 2014 22:19Alfonso
Basso appena scontata la squalifica è tornato ad essere l' idolo della stampa che si è scordata che a crono non andava più nemmeno a spingerlo, ha tirato in ballo cani e gatti spergiurando in tutte le salse come del resto ha fatto Valverde altro clientone di Fuentes. Davide ha pagato e come tutti gli altri doveva avere una seconda chance che tutti gli hanno negato, volevano un capro espiatorio e l' hanno trovato: bravi!! Il discorso sulle Olimpiadi non significa nulla è una trovata dei giornalisti : l' ennesima. Se chi deve restituire la medaglia fa una brutta figura non è che chi restituisce la maglia gialla o quella rosa ha diritto ad un encomio o è meritevole di applausi.
Aggiungo
30 aprile 2014 00:06ciclistas
Tutti avete dimenticato la cosa a mio parere più importante: è stato l'unico e sottolineo l'unico che in tempi non sospetti (cioè quando il massimo esponente dell'UCI andava dicendo che il doping nel ciclismo non esiste e l'epo non si trovava) a dichiarare che se il sistema non cambiava anche lui avrebbe dovuto adeguarsi. A volte mi sembra di essere l'unico ad aver letto quella intervista! A parte noi appassionati mi chiedo, ad esempio, cosa facessero ai tempi i capoccioni del CONI cioè gli stessi che dopo la squalifica lo hanno ostacolato come nessun altro. Forse erano troppo occupati a spostari gli scatoloni di ormone della crescita (Massimo Donati: lo sport del doping).
Saluti
Claudio Pagani
Vicenda Rebellin
30 aprile 2014 08:19fulvio54
Ho letto con attenzione i vari commenti e li rispetto. Concordo con Runner e Alfonso. Rebellin e' stato dimenticato con troppa fretta dalle squadre WT con le
quali avrebbe potuto correre le grandi classiche del nord dove sicuramente avrebbe detto la sua, guarda caso non vinciamo una grande corsa dal 2008...
Lasciamo stare il passato piuttosto giu' il cappello ad un corridore che alla soglia dei 43 anni e' ancora in grado di dare spettacolo al contrario di qualche
campione desaparesido (vero Basso?).
Ipocrisie e falsità allo stato purissimo
30 aprile 2014 09:12Bartoli64
Mamma mia, quanta ipocrisia e quanta falsità leggo! E di un grado tale che, addirittura, sia arriva a dire che la positività alle Olimpiadi è una trovata dei giornalisti (ma non hai neppure un minimo di pudore nel sparare una caxxata così evidente Alfonso)?
Basso ha giurato e spergiurato di non aver preso nulla (come d’uopo fra tutti i suoi colleghi) ma poi, al rientro delle gare, si presentò ad una trasmissione di grande audience popolare (Domenica In) e fece “mea culpa” di fronte a Giletti che lo intervistava ed a milioni di telespettatori che lo ascoltavano.
Non va più a calci nelle crono è vero. Com’è vero che al rientro alle gare, comunque, ha saputo vincere in Giro d’Italia (e non mi pare poco), così non è poco il fatto che il suo illuminato mentore (l’indimenticato Aldo Sassi) ora non ci sia più.
Come scrivevo ieri, però, le memorie sono molto corte e i pareri molto di parte; così capita anche che chi abbia ammesso le proprie colpe sia ancora considerato uno spergiuro, mentre chi si è arroccato sul “mi no gò fatto nulla, mì non so niente” ora passi addirittura da vittima. Incredibile!
Ma nulla di nuovo sul fronte occidentale… in questo disgraziato Paese dove la classe dirigente per prima è pronta a dire tutto ed il contrario di tutto, a non assumersi mai la responsabilità di uno sbaglio, a negare persino l’evidenza, perché mai dei tifosi da bar dovrebbero essere più coerenti?
Diceva il mio amato nonno più di 50 anni fa: “ma potevamo vincere la guerra con stà gente”? Come aveva ragione…
Bartoli64
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