Sacha Modolo non sembra essere il tipo di corridore che necessità un periodo di ambientamento per rendere al meglio in una nuova situazione.
Passato alla corte dei patron Galbusera nel 2014, lo sprinter veneto
ha subito inanellato una serie di entusiasmanti vittorie, l’ultima delle
quali ottenuta oggi nella tappa inaugurale della Volta ao Algarve.
Sul traguardo di Albufeira, 160 km e 1 Gpm dopo la partenza da Faro,
Modolo ha fatto centro per la quarta volta in questa stagione,
precedendo il compagno di squadra Rui Costa, Petacchi, Coquard,
Napolitano e Demare.
Ottima l’intesa sviluppata in due mesi da Sacha con i compagni, tanto
che oggi l’intera squadra (diretta dal duo Matxin-Vicino) si è messa a
sua disposizione, Rui Costa compreso: è stato proprio il campione del
mondo a inseguire Kwiatkowski sullo strappo che, a 1000 metri dal
traguardo, ha sgranato il gruppo.
Modolo, come da programmi, ha preso la ruota dell’iridato, scollinando
ai – 500 metri, per poi affrontare la discesa verso il traguardo in
posizione perfetta. Rui Costa ha effettuato un allungo particolarmente
efficace che ha lanciato Modolo verso il successo.
Queste le parole del vincitore e leader della classifica a tempi e a
punti: “Una giornata stupenda, conclusa nel migliore dei modi. Nella riunione pre-gara mi sono stati affidati i gradi di capitano ed è
stato bello vedere che, durante la corsa, i miei compagni hanno svolto
in maniera fantastica i compiti assegnati: Cattaneo e Oliveira hanno
lavorato duramente per tenere sotto controllo la fuga di 5 corridori,
Horner e Polanc si sono attivati quando ho forato a 30 km dall’arrivo,
Ferrari e Richeze mi hanno permesso di giungere entrare nelle fasi
finali di corsa pedalando in testa al gruppo. Proprio il finale presentava qualche difficoltà: una rotonda stretta,
da affrontare a bassa velocità, precedeva lo strappo decisivo. Rui Costa mi ha chiesto come stavo, gli ho detto che le gambe erano
buone e di fare strada fino allo scollinamento, per poi partire forte e
provare così ad anticipare i velocisti rimasti.
Ricevere una perfetta assistenza, con una disponibilità enorme, da un
campione del mondo mi riempie di gioia: Rui è stato perfetto! Il ringraziamento va alla squadra e a tutti i compagni: l’intesa che
in poco tempo si è creata è di alto livello. Cito un episodio: a 10 km
dal traguardo ci siamo accorti di essere un po’ disuniti; sono bastati
alcuni sguardi per ritrovarci compatti nelle prime posizioni del gruppo,
pronti ad affrontare il finale. Ora vado avanti a lavorare con umiltà, mettendo il massimo impegno
negli allenamenti quotidiani e seguendo giorno per giorno quanto
programmato con la squadra. Non voglio fissare obiettivi o alzare
l’asticella delle aspettative: sto facendo bene correndo senza l’assillo
del risultato, penso sia giusto andare avanti così».
E ancora: «In una bella giornata come quella di oggi, ritengo doveroso ricordare due ragazzi che amavano il ciclismo come me e che, proprio pedalando, ci hanno lasciato: non conoscevo di persona Kristof Goddaert e Yung Hwan Youm, ma la loro scomparsa mi addolora molto».
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