Di Toscana 2013 ci resta il ricordo di una settimana di gare appassionanti, ma immagini non della qualità che merita un evento prestigioso come il Campionato del Mondo. A segnalarlo milioni di appassionati di ciclismo che hanno seguito le gare in tv, ma anche gli stessi addetti ai lavori che ce le hanno proposte. La produzione delle corse iridate è stata affidata dall'UCI al broadcaster internazionale Infront e ha visto all'opera oltre 150 persone, 25 telecamere che hanno seguito le gare sia dalla strada che dall’alto, con immagini aeree. Il risultato? Non soddisfacente per chi le ha trasmesse nelle nostre case, vale a dire mamma RAI, e in particolare RaiSport guidata a Firenze dal vicedirettore Auro Bulbarelli a cui abbiamo chiesto un commento al riguardo.
Come capo spedizione RAI come giudica i mondiali di Toscana 2013?
«In termini di ascolti possiamo essere molto soddisfatti, sia sabato che domenica abbiamo raggiunto picchi ragguardevoli e nel week end Raisport2, secondo i dati Auditel, è stata la rete più vista durante le parti conclusive sia della gara femminile che di quella maschile. Purtroppo la qualità del prodotto proposto ha deluso molto, noi in primis quanto i nostri spettatori. Capisco le difficoltà dovute al maltempo, ma ritengo che la struttura tecnologica messa in campo sia stata senza dubbio inadeguata. Io mi rivolgo all'UCI e agli organizzatori della rassegna iridata: come è stato dato l'appalto di questo lavoro? A chi si sono rivolti per riprendere l'evento più importante dell'anno? Il ciclismo e la Toscana meritavano di meglio».
L'UCI ha sottoscritto un accordo con Infront che sarebbe dovuto iniziare dal 2014 e che durerà per i prossimi tre anni. Che ne pensa?
«Pongo un'altra domanda a chi ha in mano le redini del gioco: a conti fatti è stato un bene affrettarsi? Non voglio giudicare in casa d'altri, ma valuto il prodotto che Infront ha offerto quest'anno, decisamente non all'altezza dell'evento. Parlo da appassionato della bicicletta più che da operatore della tv. L'abbiamo ripetuto più volte in trasmissione che la qualità delle riprese e della regia non dipendeva da noi, ma non avete idea di quante critiche abbiamo ricevuto dagli spettatori… Ricevere centinaia di mail di protesta ovviamente ci ha dato fastidio, soprattutto perché il merito o demerito di quello che abbiamo trasmesso in gran parte non dipendeva da noi».
Come nelle ultime edizioni non sono state prodotte le immagini delle corse juniores. Lo trova giusto?
«Assolutamente no e, vi dico di più, a questo riguardo anche per noi addetti ai lavori c'è stata una grave carenza di comunicazione. A inizio settembre avevo ricevuto il programma di copertura che sarebbe stata garantita, avevo personalmente messo in palinsesto due ore di diretta per la corsa juniores femminile e due per quella maschile, ma a dieci giorni dalle gare ci è arrivata la comunicazione da Infront che non avrebbe prodotto queste gare. Così ci siamo ritrovati con il problema di rimpiazzare gli spazi in palinsesto e con l'impossibilità di dare risalto a questi ragazzi che meritano, almeno una volta all'anno, di godere di questa vetrina mondiale».
Cosa si aspetta per i prossimi mondiali?
«Mi auguro che a fronte di una manifestazione così importante non si giochi al risparmio. Le riprese del ciclismo possono essere straordinarie, lo dimostrano i maestri del Tour de France e noi con il nostro lavoro, non di certo infallibile ma vi assicuro professionale, al Giro d'Italia e alle altre corse di nostra competenza. Se l'UCI e gli organizzatori credono davvero nel loro evento di punta devono comportarsi in un altro modo. Mi resta una grande amarezza per la Toscana, le cui bellezze sono state mostrate solo parzialmente, e per le gare ricche di colpi di scena, inquadrate solo da due moto perché la terza c'era ma era come se non ci fosse. Serve un investimento tecnologico adeguato, immagini in alta definizione, trasmissioni del segnale sicure e operatori professionisti. Un sistema collaudato, non un accrocchio messo assieme all'ultimo momento come è accaduto a Firenze. Insomma un prodotto di qualità. Vi sembra scontato? Anche io pensavo lo fosse, purtroppo abbiamo visto che non lo è».
Giulia De Maio