Tonina e Paolo Pantani: Marco pulito, difenderemo il suo nome
GIUSTIZIA | 25/07/2013 | 19:19 Marco Pantani non è stato soltanto un grande campione che ha portato lustro e prestigio allo sport italiano ed all’Italia, è stato soprattutto una brava ed onesta persona. Noi che più di ogni altro lo abbiamo conosciuto lo possiamo affermare con certezza.
Marco è però famoso in tutto il mondo per le sue imprese sportive, per la sua classe, per il suo coraggio. Marco è diventato un mito. E’ stato sottoposto a centinaia, forse migliaia di controlli antidoping, a tutte le ore del giorno e della notte, in qualsiasi parte del mondo, nel pieno rispetto delle regole sportive e civili.
Non è mai risultato positivo, non è mai stato squalificato, non è mai stato declassato. Eppure nonostante questa elementare e notoria verità il suo nome viene periodicamente, quasi scientificamente accostato al doping.
Anche in questi giorni si è parlato con superficialità di togliergli il Tour salvo poi correggere il tiro e riconoscere che l’iniziativa sarebbe stata illegittima ed insensata. Si è parlato di una fantomatica lista in cui il suo nome, qualora vi fosse stato, vi sarebbe stato illegalmente e senza ragione inserito. Per non citare infine quei personaggi che urlando contro di lui si ritagliano un minuto di squallida notorietà
Non è una valvola di sfogo del nostro privato dolore, non è la ricerca di un omertoso silenzio reclamato per un senso di pietà conseguente alla sua tragica fine; il nostro è il naturale diritto e l’essenziale dovere che come genitori ancor oggi ci compete per tutelare, nei limiti delle nostre possibilità, il suo nome, il suo onore ed il rispetto della legge. Qualcuno in queste ore ha parlato di violazione delle regole sbandierando ipotetici risultati ottenuti, quelli si, proprio in violazione delle regole e quindi assolutamente illeciti ed inattendibili. Siamo così pervenuti a declamare come verità quelle che sono soltanto illazioni ed insinuazioni e come tali non ulteriormente tollerabili.
Per questo motivo abbiamo dato mandato ai nostri legali di perseguire, in tutto il mondo, ogni persona, sia essa politico, scrittore o semplice cittadino che in qualsiasi forma di comunicazione: stampa, televisione, facebook o normale conversazione, affermi o insinui che Marco abbia fatto ricorso, nella sua breve vita, a pratiche illecite.
Le leggi stabiliscono se una persona ha barato e le leggi hanno sancito per sempre, che nostro figlio è una persona pulita.
Pantani è stato squalificato ECCOME,anche se,in modo assai discutibile,gli venne concesso il privilegio,diciamo pure il favoritismo(ad altri negato)di scontare la squalifica in inverno.MA NON LO SAPEVATE???
25 luglio 2013 23:32dellaMancha
Non è così, non lo dico a Picket che ha, evidentemente, un conto aperto con Pantani di cui, spero, si vogliano occupare gli avvocati ma solo per la precisione.
Pantani fu squalificato non per positività , questo ,credo, sia il senso di quanto detto, ma per il ritrovamento di una siringa nell'albergo da lui già lasciato e senza che il giudice provvedesse a fare l'esame del DNA.
Pantani fu squalificato per otto mesi il 16 giugno 2002. La Commmissione d'appello federale annullò la squalifica e l'Uci ricorse al Tas per motivi procedurali ( sostenendo che la Commissione d'appello non poteva giudicare).
Il Tas decise a marzo 2003 e ridusse la squalifica di due mesi e Pantani ha potuto tornare a correre a metà marzo 2003, se il Tas non avesse ridotto la squalifica lui non avrebbe potuto correre il suo ultimo giro d'Italia. A fare le squalifiche in estate ( brevissime) per nandrolone erano i calciatori.
Ogni scarafone è bello per la sua mamma.
26 luglio 2013 01:01Bastiano
L'ho messo in italiano ma, il senso è chiaro. E' normale e giustissimo che i gentiri difendano il figlio scomparso, anche di fronte alle evidenze ma, in questo caso, parliamo di chiara positività (di gruppo). Non ce ne frega nulla del 1998 ma, lottiamo affinchè questa tragica usanza dello sport, possa scomparire del tutto e per sempre.
cui prodest
26 luglio 2013 07:07SoCarlo
non capisco il senso di questa caccia alle streghe, che si sta svolgendo, oltretutto, solo sui media.
agli ex-corridori, imputati sulla pubblica piazza di non si sa quale violazione, non viene concessa difesa, ne' le garanzie minime che si concedono in casi di doping per i corridori di oggi (controanalisi, conservazione dei campioni, etc.)
si vuole sapere chi ha assunto EPO?
per rispondere alla domanda non c'e' bisogno di fare test: un ematocrito di 50 e' fisiologico in casi di patologia, non in atleti professionisti. Cio' basta a sapere chi ne ha fatto uso.
ed avuta la risposta che si vuol fare? come han fatto con olano? cos'e' una generazione di ponzio pilato si sta affaciando sulla scena ciclistica?
di olano si sapeva, esattamente come degli altri, i tanti altri che han corso in quel periodo.
in tutta questa storia vedo solo il tentativo di una parte (complice, se non addirittura maggiormente colpevole perche' non solo omertosa, ma incitante al doping da posizioni di vertice, es. Verbruggen) di generarsi una nuova verginita' additando al pubblico lubidrio coloro sui quali hanno lucrato e che lasciano al pubblico linciaggio, lasciando intendere che loro sono parte lesa
com'e' possibile che di tutti gli sport che il senato francese ha cercato di investigare, solo del ciclismo si sappiano i nomi? e perche'?
personalmente sono favorevole a misure severissime nel campo della lotta al doping, ma questo rivangare un passato ormai remoto, senza che neanche ci siano estremi di reato (estinti o perche' i fatti all'epoca reati non erano) non mi convince ne' rende giustizia a coloro che a quel tempo furono defraudati (per questo, nel sistema legale, esistono i tempi di prescrizione)
andando di questo passo mentre ci si chiedera' se anche le autotrasfusioni di moser fossero doping chiudiamo entrambi gli occhi su quelle che sono le nuove tecniche del doping (o della scienza medica) che consentono miglioramenti del 20% in 4 anni a ciclisti gia' professionisti.
per quanto riguarda l'articolo, dispiace che la famiglia debba subirsi questo ulteriore processo mediatico.
pantani, per quanti sbagli abbia fatto nella sua carriera, restera' nella memoria dei tifosi per la sua capacita' di lottare e la sua umilta' giu' di sella: indipendentemente da vittoria di tour o giro (come un altro campione, anch'esso discutibile, dei giorni nostri, AC)
DIFESA
26 luglio 2013 10:05Capitano
PENSO CHE DA GENITORE E' COMPRENSIBILE VOGLIANO DIFENDERE IL FIGLIO, MA SECONDO ME NON SI FA' COSI, SPOSINO LA CAUSA DI CAMBIARE L'AMBIENTE, AFFINCHE IL PROSSIMO PANTANI (VERO TALENTO IN SALITA, NON A CRONO O ALTRO....)NON SIA COSTRETTO A PIEGARSI AL SISTEMA PAGANDONE POI LE EVENTALI CONSEGUENZE, LORO DA GENITORI SANNO BENE COME FUNZIONAVA E LO SAPPIAMO IN TANTI ALL'EPOCA,SI FACCIANO PALADINI CONTRO IL DOPING E IL SISTEMA TANTO CHI AMAVA PANTANI LO AMERA' COMUNQUE, E CHI NON LO SOPPORTAVA NON LO SOPPORTERA' COMUNQUE, FORSE IN VITA SI POTEVA FARE DI PIU' PER SALVARLO, ADESSO PENSIAMO AL FUTURO DEL CICLISMO E DEI CICLISTI, NON TAPPIAMOCI GLI OCCHI E FACCIAMO GLI IPOCRITI, MA GUARDIAMO AVANTI CAMBIANDO LA CULTURA DI QUESTO PAESE, E DA LI MOLTE COSE CAMBIERANNO. W IL CICLISMO E ABASSO TUTTI I TIPI DI DOPING. BERLESE ROBERTO
Lasciatelo riposare in pace
26 luglio 2013 10:44Melampo
Più di una volta ho espresso questo concetto, e lo voglio ribadire anche ora: giusto che la famiglia difenda l'onorabilità di un figlio prematuramente e tragicamente scomparso.
Agli altri, chiedo rispettosamente e semplicemente di LASCIARLO RIPOSARE IN PACE. Non vi pare che il povero Marco non abbia pagato il prezzo più alto, con la vita stroncata in giovane età, qualsiasi cosa EVENTUALMENTE abbia commesso?
Facciamolo riposare in pace, e pensiamo proprio per questo all'uomo, non sempre all'atleta.
Un caro saluto a papà Nando ed a mamma Tonina.
Operazione da iene, ma no agli struzzi
26 luglio 2013 11:49tonifrigo
Concordo che l'operazione francese è da iene (la Francia è maggior azionista dell'Uci) e che i francesi meglio avrebbero fatto a vigilare sulla metamorfosi di Armstrong dopo il tumore (ma quanti begli sponsor per 7 anni grazie all'americano: pecunia non olet, eh grandeur), ma basta con quel pianto antico che parte da Cesenatico. Marco avrebbe fatto meglio, allora, a dire "signori: io come tutti, tutti come me, quindi io meglio di tutti comunque" e dare il via alla vera rivoluzione. Gliene mancò la forza e accanto aveva un sacco di sanguisughe. Basta fare gli struzzi: in gioco c'è il futuro di uno sport amatissimo e per questo sotto tiro dei ladri di sponsor e di spazi tivù.
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