| 16/04/2012 | 14:52 Saranno quattro giorni di fuoco quelli che la Liquigas-Cannondale affronterà da domani, martedì 17 aprile, al Giro del Trentino. Una cronometro a squadre d’apertura e poi tre arrivi in salita, con la nuova e temuta Punta Veleno giovedì e il Passo Pordoi venerdì. Terreno ideale per gli scalatori e per chi, come Ivan Basso, ha bisogno di macinare chilometri per crescere in condizione.
«E’ una prova molto impegnativa – spiega Stefano Zanatta, guida tecnica della squadra insieme a Paolo Slongo – e un utilissimo banco di prova per capire lo stato di forma dei ragazzi, in primis Ivan. Da lui non ci aspettiamo risultati eclatanti ma segnali confortanti. Rientra in gruppo dopo un periodo travagliato: prima le cadute, poi il recupero e infine il ritiro in altura. Il “Trentino” non è altro che un nuovo step della sua preparazione».
«Vivo questa corsa come una sorta di secondo debutto stagionale – afferma Basso -. Purtroppo gli incidenti di Paris-Nice e Catalunya hanno compromesso il mio programma gare e i giorni di corsa che ho nelle gambe sono pochissimi. Non posso pretendere di avere ritmo e devo riprendere confidenza con le dinamiche di corsa. Al “Trentino” ci sono salite vere, utilissime per la mia preparazione ma sulle quali non puoi inventare nulla per essere tra i migliori. Voglio pensare a questo appuntamento come a un nuovo passo avanti nella mia rincorsa al Giro d’Italia: il Giro del Trentino e il Tour de Romandie saranno le corse che determineranno la mia partecipazione alla sfida per la maglia rosa». Le impegnative salite del Giro del Trentino saranno un utile rodaggio anche per altri scalatori che, come Basso, hanno lavorato in altura: Eros Capecchi, Valerio Agnoli, Sylwester Szmyd e Cristiano Salerno. Il quinto scalatore della Liquigas-Cannondale, il colombiano Josè Sarmiento, potrà invece dare battaglia grazie al lavoro svolto in corsa in Catalogna, Paesi Baschi e domenica al Giro dell’Appennino. Ad affiancare la pattuglia degli amanti della salita, infine, due esperti passisti come Paolo Longo Borghini e Alessandro Vanotti.
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