| 28/06/2004 | 00:00 Gli organizzatori del Tour de France lo hanno già detto chiaramente: chi ha fatto uso di doping non è il benvenuto. Torna a ribadirlo oggi il direttore del Tour Jean Marie Leblanc, annunciando anche nuovi test antidoping durante la corsa transalpina. Da quest'anno il compito dei controlli sarà affidato interamente all'Unione internazionale del Ciclismo (Uci) e alle agenzie antidoping. La novità più importante saranno i prelievi del sangue. In passato, infatti, i test venivano effettuati mediate le urine, e i prelievi sanguigni servivano solamente per verificare l'eccesso di globuli rossi nel sangue. "Ogni anno - sostiene Leblanc -autorità sportive, laboratori di ricerca e ministeri sono capaci di fare un po' di più nella battaglia contro il doping". Il pugno duro del Tour de France ha già colpito il campione britannico David Millar, escluso perché implicato in un'inchiesta antidoping: "Se c'è qualcuno che imbroglia, è nostro compito escluderlo dal Tour". Ma il direttore della Grand Boucle sa bene che il problema deve essere risolto soprattutto a monte: "Il doping porta molti benefici finanziari, c'è un sacco di denaro intorno". Sul libro scandalo "L.A. Confidential. I segreti di Lance Armstrong", Leblanc non vuole esprimere opinioni. Pur senza portare prove certe, gli autori Pierre Ballester e David Walsh sostengono che Armstrong abbia più volte fatto uso di doping per tornare ai vertici. Ma Leblanc ha qualche sospetto su questa tesi: "La gelosia verso il prossimo è dappertutto".
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