
FIRENZE.- Non aveva ancora 14 anni, gli avrebbe compiuti il prossimo 19 ottobre. Studente a Borgo San Lorenzo, la località dove era nato, risiedeva a Vicchio di Mugello con i genitori e due sorelline di 11 e 6 anni. L’Aquila di Ponte a Ema, storica società fiorentina segue da anni i giovani che intraprendono l’attività ciclistica nella zona del Mugello, terra di campioni come Gastone Nencini, Mario e Vasco Baroni, Libero Volante, Guido Boni, Dallai ed altri. Così Tommaso Cavorso aveva scelto l’Aquila Ganzaroli sull’esempio di altri suoi amici che lo avevano fatto in precedenza. Esordiente del secondo anno non aveva ottenuto piazzamenti di rilievo nelle gare alle quali aveva preso parte, ma si era mostrato generoso verso i compagni di squadra, voglioso di continuare l’attività come lo ricordano i suoi direttori sportivi Siro Gavilli, Giovanni Ducci e Stefano Ballerini, soprattutto appassionato e diligente nel cercare di essere sempre più protagonista e di rendersi utile. Una delle gare dove lo ricordiamo tra i più tenaci e brillanti, quella svoltasi un paio di mesi fa a Figline Valdarno. I suoi compagni di squadra, Gattuso (altro mugellano) e Calcinai, si erano classificati al nono e dodicesimo posto, ed in quella occasione proprio alle spalle di Calcinai si era inserito Tommaso. I tecnici dell’Aquila che lo seguivano da vicino in allenamento e durante le gare erano soddisfatti del suo comportamento in quanto avevano notato innegabili progressi, maggiore confidenza con la bici. Le strade per i suoi quasi quotidiani allenamenti, erano quelle del Mugello e dalla Valdisieve. Quello di oggi è stato l’ultimo allenamento, mentre Tommaso era solo con qualche decina di metri nei confronti dei suoi compagni. Solo, come un domani sognava di esserlo in corsa davanti a tutti.
ANTONIO MANNORI