Lettera dal Giro BIO: caro ciclismo...

| 22/06/2010 | 10:09
Caro ciclismo, sarai contento di sapere che il GiroBio non è la solita vetrina per chi combatte il doping a parole ma poi, appena cambia il vento, alza polveroni, si nasconde dietro ai distinguo, grida al complotto. Sarai contento di sapere che qui si prova davvero a pedalare pulito, e che quelli che pedalano accettano volentieri qualche regola insolita in cambio dell’inestimabile possibilità di essere creduti. Sarai stupito di sapere che qui chi sbaglia paga.

Caro ciclismo, al GiroBio non ci sono alberghi a tot stelle: il comfort è stare con chi vive la tua stessa vita, vuole il tuo stesso lavoro, coltiva i tuoi stessi sogni. Qualcuno ha parlato di carceri e di trattamento da appestati.

Dovresti vedere le nostre prigioni: campus di polizia, istituti scolastici con strutture sportive e ricreative invidiabili, verdi villaggi vacanze zeppi di tedeschi evidentemente masochisti. Dovresti dormire una notte nelle celle dove marciscono i campioni di domani: altro che Alcatraz, stanze singole con scale a chiocciola tra il piano giorno e il soppalco notte oppure appartamentini con vista colline, piscina e lago.

Dovresti conoscere i feroci guardiani del GiroBio: altro che il Kgb, paciosi signori in calzoncini e maglietta che torturano i detenuti con serate culturali, tifo calcistico per l’Italia ai mondiali, musica, incontri coi grandi nomi della storia del pedale.

E dovresti sapere quanto sgobbano i monatti del GiroBio: giovani laureati in scienze motorie che, vestiti di bianco, seguono passo passo i corridori assistendoli nella costruzione di una quotidianità da atleta nella gestione del fisico, dell’alimentazione, del tempo libero, delle sensazioni che il corpo manda loro attraverso spie naturali che noi tutti dovremmo saper decifrare. In una parola, insegnano loro ad aver cura di se stessi.

L’unica vera restrizione del GiroBio è che le ammiraglie si vedono solo in corsa: e anche lì influiscono poco, visto che non si usano radioline e auricolari. Le promesse sono libere di costruire il proprio futuro contando sulle risorse che madre natura e l’allenamento gli hanno donato. Sono libere anche di fare amicizia con guardie e monatti, di consumare tutti insieme pasti conditi con la goliardia, di chiacchierare fino a tardi nel cortile, di raggiungere partenza e quartier generale su torpedoni da campo estivo.

Sono libere di andare dal dottore se hanno mal di gola, di non andarci anche per un’aspirina se non ne sentono la necessità, di fare i fenomeni, di esplorare baldanzosamente i limiti senza stupide scorciatoie, di dire "sono stanco" senza sguardi di rimprovero. Naturalmente sono libere anche di mentire, ma sapendo che prima o poi saranno sgamate.

Insomma, i ragazzi sono liberi di avere vent’anni. Se queste fossero prigioni, da grandi farebbero i banditi. Se questa fosse peste, cercherebbero un buon untore.

Caro ciclismo, vecchio ma non ancora disilluso, sarai contento di sapere che qui al GiroBio non si perde la speranza. E oggi si ricomincia a pedalare: ti manderemo una cartolina dal mare.
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COMMENTI
adesso....
22 giugno 2010 10:26 limatore
cerchiamo solo di restringerlo a U23 poi è perfetto

limitatore
22 giugno 2010 14:23 claudino
sei perfetto te a sparare c....te tutte le volte che scrivi .

Ma che bello!
22 giugno 2010 14:50 pilo67
Ecco la dimostrazione di un'altra bella "facciata"!
Ma chi Vi dice che tutti i corridori si siano preparati a "pane & acqua"?
Chi li ha controllati da inizio anno ad oggi?
Mi sembra che a questo demagogico GiroBio ci fosse una squadra piena "zeppa" di fenomeni..............
Riflettete prima di fare questi articoli con tanti bei "paroloni", con i quali Vi gonfiate il petto.
Saluti
P.Lottini

a claudino
22 giugno 2010 16:39 limatore
Solo in Italia esistono gli Elitè. All'Estero o sei prof in Team Continental o amatore. Poi comunque nonostante aperto a U27 di over23 non ce ne erano molti. Dimmi tu il perché........

limitatore
22 giugno 2010 18:21 claudino
leggiti quello che ha scritto pilo 67 se vuoi capire .che cosa perfettocredi che i colombiani siano andati a pane e acqua bravo

22 giugno 2010 18:32 passera
caro limatore fammi capire.....secondo te un ragazzo di 23 anni compiuti è da buttare nel cestino?????la carriera deve finire a 22 anni???o passi prof (che in italia è una mafia) oppure devi smettere a quell età????

Elite senza contratto
23 giugno 2010 11:12 Scientist85
Secondo me un ragazzo di 23 anni potrebbe essere già abbastanza maturo per capire se puo avere un futuro in questo mondo o no, è vero che Ballan è passato tardi, ma è pure vero che passare a 25 anni in una continental affilliata in Turkmenistan, dv non sai se percepirai tutti gli stipendi x correre due anni in corse lontane dal vero professionismo non mi sembra sia la cosa più edificante per il futuro di un ragazzo di quella età.... considerando poi che il 90% dei ragazzi fallisce dopo poco, e deve reinventarsi una vita a 25/26, dovendo entrare nel mondo "vero" del lavoro... è dura!!!
Dovrebbero regolamentare le Continental, in modo da garantire un vero professionismo o al limite abolire la categoria e mandare a lavorare chi a 24 anni non trova contratto....Per 10 ragazzi che hanno fatto carriera ce ne sono 90 che sono restati a piedi poco dopo....

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