
Ieri il Giro d'Italia ha annunciato la novità del Red Bull KM, che porterà alla corsa rosa abbuoni doppi rispetto al passato in tutte le tappe in linea dell'edizione 2025. In attesa di conoscere le reazioni dei girini, abbiamo chiesto un parere a uno specialista delle corse a tappe come Vincenzo Nibali, vincitore del Giro d'Italia nel 2013 e 2016.
Il 40enne messinese è tra le 7 leggende del ciclismo in grado di conquistare almeno un'edizione di tutti e tre i Grandi Giri. Ha infatti vinto anche la Vuelta a España nel 2010 e il Tour de France nel 2014 e per altre 7 volte è finito sul podio tra Giro, Tour e Vuelta. Lo Squalo, considerato uno dei campioni più forti e completi di tutti i tempi, è inoltre uno dei soli quattro corridori (insieme a Merckx, Hinault e Gimondi) ad aver vinto in carriera i tre Grandi Giri e almeno due classiche Monumento: il Giro di Lombardia nel 2015 e 2017 e la Milano-Sanremo nel 2018.
Vincenzo, cosa te ne pare di questa novità?
«Va sperimentata, come tutte, mi sembra accattivante e potrebbe aggiungere un po' di pepe alla sfida per la maglia rosa. Questi secondi di abbuono possono rappresentare un'arma a doppio taglio per lo spettacolo, ci sarà chi sarà interessato a conquistarne il più possibile e chi farà di tutto per far sì che non abbiano un grosso impatto sulla classifica, concedendo più spazio alle fughe. Alla fine sono sempre i corridori a “fare la gara” e in base a cosa converrà loro si comporteranno di conseguenza per far sì che abbiano un peso o meno nella generale. Ricordo il Giro vinto da Ryder Hesjedal nell'ultima tappa a cronometro su Purito Rodriguez, in un finale del genere 6” a tappa avrebbero potuto rappresentare l'ago della bilancia, ma se in salita volano i minuti è tutta un'altra storia».
Fossi ancora in gruppo, avresti accolto con piacere questo cambiamento?
«Io sinceramente non badavo troppo agli abbuoni, puntavo a fare il vuoto in una tappa singola, a guadagnare un vantaggio considerevole e chiudere i giochi una volta per tutte. Per le mie caratteristiche facevo la differenza in salita, non avrei mai aspettato di giocarmela sul filo dei secondi. Mi è capitato solo una volta, a un Giro di Croazia che vinsi per 5”, grazie a 3” conquistati in uno sprint intermedio, per il quale ero partito cattivo come non mai. Pensate che precedetti un velocista come Sonny Colbrelli, quando uno parte mentalizzato... Sprintai su uno zampellotto, il traguardo volante era posto in cima a una salitella».
Il tuo favorito per la maglia rosa?
«Primoz Roglic, ma questi sprint possono favorire il capitano del Team Q36.5 Tom Pidcock, che è molto esplosivo. Chi soffre gli scatti come Antonio Tiberi dovrà starci attento e creare un diversivo, ma se fossi in lui non mi fascerei la testa perché in tre settimane avrà tanto dislivello per dimostrare quanto vale. Io non mi sarei disperato anche se il Valverde o il Rodriguez di turno mi avessero battuto regolarmente in volata, mi sarei inventato qualcosa, sfruttando le doti dei miei compagni di squadra più veloci, e staccandoli in salita. Senza il campione uscente Tadej Pogacar al via, il Giro si prospetta molto aperto e combattuto. Sarà uno spettacolo».