
Questa settimana sono accadute molte cose importanti nel mondo dello sport e tutte parlano al femminile, a dimostrazione che l’uguaglianza tra i sessi esiste veramente e che la donna non è diversa dall’uomo. Ci sono state le elezioni al Cio e il nuovo presidente è Kirsty Coventry. C’è poi la prima edizione della Sanremo Woman, la Classicissima di primavera, che diventa la quarta Classica Monumento femminile.
Ma in questo caso specifico, le donne correranno per la gloria e non per un premio in denaro. Non vogliamo fare dietrologia e neanche apparire come paladine del femminismo, ma semplicemente vogliamo sottolineare come nel ciclismo spesso le donne non hanno gli stessi diritti degli uomini e a dimostrarlo sono i montepremi della Milano-Sanremo, incredibilmente diversi tra uomini e donne.
Il primo classificato della Classicissima di primavera avrà un premio in denaro di 20.000 euro, mentre il secondo avrà 10.000 euro e il terzo 5.000, poi 2.500 al quarto 2.000 al quinto e 1.500 al sesto, con settimo e ottavo che ricevono 1000 euro ciascuno e poi 500 euro dal decimo al ventesimo posto.
Ma cosa succede con il montepremi femminile? La prima avrà un premio di 2.256 euro, quindi meno del quarto uomo classificato, che come abbiamo scritto avrà un assegno di 2.500 euro e ben lontano dai 20.000 euro del primo uomo. La seconda donna farà festa con 1.692 euro, poco più del sesto uomo classificato che prende 1.500 euro ma la terza classificata che tutti vedranno in televisione sul palco delle premiazioni, tornerà a casa con un assegno di 1,128 euro contro i 5000 euro ricevuti dal terzo uomo classificato.
Da anni l’UCI si batte per la parità tra uomini e donne nelle corse, chiedendo a gran voce lo stesso premio in denaro: ma proprio la federazione internazionale non dà concretezza alla sua azione.Da anni Flanders Classics assegna lo stesso premio in denaro al vincitore del Giro delle Fiandre maschile e femminile e la stessa cosa avviene nel ciclocross e in tutte le altre corse che organizzano. Ora, resta da chiedersi perché questo non vale per la Milano-Sanremo.
Evidentemente per correre la quarta Classica Monumento dedicata alle donne, basta essere orgogliose di quello che si fa e i soldi devono passare in secondo piano. Questo è un vero peccato per l’intero movimento ciclistico, perché ancora una volta è stato dimostrato che le differenze ci sono e non per chilometri di gara o per i sacrifici in allenamento, ma per il premio che ogni vincitore dovrebbe avere a prescindere dal fatto che sia un uomo o una donna.
Fa male leggere queste cose e se ci riflettiamo bene e guardiamo tutti i numeri, il secondo classificato della Milano-Sanremo maschile con i suoi 10.000 euro, potrebbe pagare tutti i premi delle prime 10 donne arrivate ed evitiamo anche di soffermarci su quei premi da 226 e 168 euro, che se andiamo a vedere non coprono neanche i costi di un vitto e alloggio economico. Purtroppo queste sono le note negative che offuscano lo sport, dove il colore della pelle, il credo religioso e il sesso, non dovrebbero essere mai alla base di differenze così grandi.