
Dal 2021 è il Commissario Tecnico della Nazionale italiana maschile degli Juniores, lo scorso anno ha guidato Lorenzo Finn al successo iridato nel mondiale di Zurigo e da poco più di un mese è stato nominato responsabile di tutto il movimento maschile della pista. Edoardo Dino Salvoldi ha un’agenda fitta di impegni ma, a margine della presentazione del Gran Premio del Perdono di Melegnano, si è concesso al microfono di tuttobiciweb.
Salvoldi, partiamo dai giovani. Cosa l’ha colpita in questa primissima parte di 2025 degli Juniores?
«La stagione della categoria è iniziata da pressoché un mese. Finora ci sono state più conferme che novità ma qualche atleta, soprattutto del primo anno, si è già messo in evidenza. Il livello del ciclismo italiano nella categoria è molto buono».
Il 2024 è stato un anno importante e di successo. Cosa si auspica per questa stagione?
«L’obiettivo è quello di confermarci sui livelli dello scorso anno, con la prospettiva di ottenere qualcosa di importante anche nel 2025».
Parliamo di calendario. Quali saranno gli appuntamenti clou oltre alle prove titolate?
«Con il Gran Premio del Perdono di Melegnano (21 aprile, ndr) inizia una settimana di gare veramente di qualità in Italia. Successivamente parteciperemo con la squadra nazionale alla Corsa della Pace, in Repubblica Ceca (8-11 maggio 2025 ndr). Poi gli eventi tradizionalmente di competenza della Nazionale, per ciò che riguarda la strada, sono collocati tutti a fine stagione: i Mondiali nell’ultima settimana di settembre in Ruanda e i Campionati Europei in Francia a seguire (1-5 ottobre ndr). Per ciò che riguarda la pista avremo gli Europei in Portogallo nel mese di luglio (15-20 luglio,ndr) e i mondiali in Olanda alla fine d’agosto».
Quello dei Mondiali in Ruanda è un tema dibattuto. Come vi preparerete all’appuntamento?
«Anzitutto stiamo aspettando la conferma ufficiale, anche se dalle ultime informazioni sembra che le prove iridate si effettueranno proprio in Africa. Il percorso sarà particolare, con un dislivello che negli ultimi anni non si è visto in un campionato del mondo. Si correrà a 1500 metri di quota sul livello del mare, con temperature che non dovrebbero essere altissime ma piuttosto simili a quelle europee per il periodo. Inoltre dovremo affrontare problematiche non secondarie come quelle legate alla salute, all’organizzazione e al viaggio. Ma c’è tutto un calendario di gare e un percorso che ci porterà a settembre a valutare nel migliore dei modi la squadra più adatta da portare su un percorso così impegnativo».
Dopo la strada trasferiamoci in pista e diamo uno sguardo alle categorie maggiori, cosa aspettarsi dai più “grandi”?
«Più che aspettarsi qualcosa, chiedo di avere pazienza perché ci sono due progetti che viaggiano parallelamente. Uno riguarda la “rifondazione” di un gruppo che negli ultimi due quadrienni ha dato tantissimo e che al momento, dal mio punto di vista giustamente, preferisce concentrarsi maggiormente sulla strada; l’altro, invece, vede protagonisti i giovani che hanno fatto bene nella categoria Juniores ottenendo risultati importanti e evidenziando potenzialità che dobbiamo scoprire tra gli élite. Per far questo ci vorrà tempo, applicazione e continuità. L’obiettivo è quello di arrivare fra circa 3 anni ad unificare i due progetti unendo i giovani che riusciranno ad emergere ai campioni che torneranno per l’appuntamento olimpico. Non sarà semplice, e sappiamo già che non sarà per tutti, ci vorrà una rivalutazione alla fine delle prossime due stagioni per capire quali potrebbero essere le prospettive».