
Sabato 22 marzo la SANREMO, ancora con partenza da Pavia, si proporrà all’attenzione internazionale con la cento sedicesima – 116 in cifre - edizione della “classicissima di primavera”, un monumento dello sport ciclistico entrato nella storia delle due ruote ma anche nel costume per le sue differenti valenze.
Dopo il “via” dalla nobile città attraversata dal Ticino, il tracciato si indirizza nell’Oltrepò e affronterà poi il percorso classico per raggiungere, attraverso la scalata dal versante più agevole, il Passo del Turchino che immette sulla riviera di Ponente con le varianti, rispetto all’originale, delle salite e/o strappi inseriti dagli anni 1960 per selezionare il gruppone che si presentava, praticamente sempre, al volatone di via Roma nella città dei fiori.
E, prima dell’inizio salita del Turchino, passerà per le terre dei campionissimi nell’alessandrino con nomi di primaria risonanza nella storia ciclistica e, in provincia di Genova, a metà dell’ascesa non proibitiva, passare per Rossiglione, caratteristico comune che ha dato i natali ad un personaggio – forse improprio usare questo termine per Giuseppe Castelnovi – giornalista di vaglia a La Gazzetta dello Sport, assai vicino a direttori come Gino Palumbo e Candido Cannavò, che nel ruolo di redattore capo, rifuggiva da ogni forma di visibilità e amava profondamente il ciclismo, Fausto Coppi soprattutto, e il suo lavoro. Questo già dagli esordi giornalistici a Genova prima di trasferirsi a Milano, alla Gazzetta, lavorando assiduamente in vari ruoli e insegnando con l’esempio ai giovani giornalisti della rosea. È anche l’autore che ha firmato pregevoli libri di ciclismo, anche in coabitazione con altri giornalisti di valore.
È scomparso il 24 novembre del 2023, all’età di 92 anni.
Rispettando il suo modo di essere desideriamo almeno ricordarlo in questa circostanza per la sua rivendicata genovesità – era molto vicino anche al Giro dell’Appenino – a coloro che l’hanno conosciuto e, quale logica conseguenza, stimato e benvoluto.
Un pensiero di semplice, affettuoso, ricordo che – crediamo – sia dovuto a “Castel” o all’ “Ammiraglio”, come l’aveva ribattezzato il suo concittadino, collega e amico, l’eclettico Marco Pastonesi.
g.f.