
Patrick Lefevere ha guardato con tristezza le immagini della Parigi-Nizza di quest’anno e, a suo avviso, per molti aspetti ha rivissuto le stesse scene del Giro d’Italia del 2014, quando sullo Stelvio, Rigoberto Uran perse la maglia rosa e quel Giro venne vinto da Nairo Quintana.
«Questa settimana ho avuto un altro flashback. Durante la tappa di mercoledì della Parigi-Nizza, ho ripensato all'improvviso al Giro del 2014, quando perdemmo la maglia rosa di Rigoberto Uran in un modo che ancora oggi mi dà fastidio – ha raccontato Lefevere nella sua rubrica settimanale su Het Nieuwsblad -: lo scenario è stato esattamente lo stesso di quello che si verificato questa settimana alla Parigi-Nizza con la discesa neutralizzata».
Patrick Lefevere si riferisce alla tappa del 27 maggio 2014.: quel giorno Uran era ancora in maglia rosa ma a fine giornata la perse e venne presa da Quintana che la portò fino a Trieste. Quando Quintana attaccò lungo la discesa dallo Stelvio, radio corsa comunicò che delle moto con bandierine rosse avrebbero seguito la discesa a piccoli gruppi con i corridori per garantire la sicurezza. Alcune squadre, come Omega di Lefevere e Astana, interpretarono la cosa come una sorta di safety car stile formula uno, ma in quel caso la neutralizzazione non ci fu come molti avevano creduto. A complicare le cose, ci fu un messaggio su twitter dell'organizzazione, cancellato e poi definito errore.
«A causa del freddo estremo con neve invece di grandine, l'organizzazione decise di neutralizzare la discesa dello Stelvio – racconta Lefevere riferendosi al 27 maggio del 2014 - Penso che all'inizio sia stato utilizzato il termine "annullare", ma "neutralizzare" è stato sicuramente comunicato via radio. Per chi volesse verificare, ci sono anche degli screenshot dal canale Twitter ufficiale del Giro che segnalavano che la discesa sarebbe stata neutralizzata. Finché all'improvviso non è stato più così. C’era il nostro Rigoberto Uran con la maglia rosa che si stava cambiando tra una macchina e l'altra quando Nairo Quintana ha superato Marco Velo che era in moto e si è allontanato per vincere tappa e Giro».
Per Lefevere quanto accaduto nel 2014 fu una vera e propria alterazione dei fatti, e per lui nella tappa della Parigi-Nizza con il gruppo fatto scendere lentamente lungo la discesa si è verificata la stessa identica cosa. «Voglio dire che la decisione presa alla Parigi-Nizza è stata sbagliata. Se si neutralizza una tappa in quel punto, nel bel mezzo del nulla, tutti i corridori congelati non sanno più dove andare a ripararsi. Gli autobus erano ormai al traguardo, non c'era posto per sette persone nelle ammiraglie e non si vedeva una casa da nessuna parte».
La giuria lo scorso mercoledì ha deciso di fermare la corsa e di far scendere poi i corridori lentamente lungo la discesa di 13 chilometri, perché il fondo stradale era troppo scivoloso e quindi pericoloso.
«Il motivo è stato la neutralizzazione della discesa scivolosa. A quanto pare una motocicletta della Garde républicaine più avanti era già stata investita dalla grandine e anche la macchina di supporto della Decathlon-AG2R aveva avuto un incidente, ma in una discesa controllata non ci sarebbero stati problemi per i corridori». Lefevere ricorda ancora con amaro in bocca quanto accaduto nel 2014 ed è certo che quel giorno la sua squadra con Uran, subirono una grande ingiustizia.
«Il caos di mercoledì e quello del Giro 2014 non sono degni di una corsa World Tour. Mercoledì la Movistar era in prima fila, mentre Vlasov e Vingegaard erano ancora dentro le auto». Per quanto riguarda invece la frazione di ieri con arrivo ad Auron, Lefevere pensa che sia normale trovare del maltempo in questo periodo dell’anno in una stazione sciistica e che gli organizzatori delle corse, dovrebbero evitare tappe in alta montagna nel mese di marzo.
«La tappa regina è stata drasticamente accorciata ed è un bene che sia stata presa questa decisione in tempo utile. Anche l'anno scorso, la stessa identica tappa verso Auron non si è potuta svolgere integralmente. L'arrivo venne posto sulla Madonne d'Utelle, dopo soli 104 chilometri di gara. Quest'anno l’Auron è stato riproposto, ma la Côte de Belvédère e il Col de la Colmiane sono stati annullati. Un peccato certamente, ma prevedibile se si decide di correre verso l'entroterra, lontano da Nizza e dalla Costa Azzurra. Auron è una stazione sciistica e gli impianti di risalita si trovano sempre in alta quota, quindi non c’è da stupirsi se a marzo il meteo darà neve. Al riguardo mi piace ricordare quello che ha detto Oliver Naesen: deve restare una gara, non uno slalom gigante».