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È tornato a parlare oggi, con una intervista a piena pagina su “La Repubblica”. Un botta e risposta con Cosimo Cito, con il quale l’ex Ct della nazionale Daniele Bennati si è aperto, raccontando la sua esperienza azzurra e l’ultimo periodo complicato alla guida della nazionale italiana.
Come è andata, Bennati?
«A novembre e poi a dicembre il presidente federale Cordiano Dagnoni mi aveva detto: "Se verrò confermato, tu resterai ct". Forte di quelle parole e del fatto che il presidente aveva rilasciato identiche dichiarazioni alla stampa, ho rinunciato a occasioni di lavoro che avevo ricevuto». E poco più avanti spiega: «A fine ottobre ho ricevuto un'offerta importante dalla Groupama-Fdj. Ma avendo avuto queste rassicurazioni dalla Federazione, per me non c'è stato nemmeno da parlarne».
É solo finita male o è stato un rapporto complicato dall'inizio?
«Il 2024 è stato certamente l'anno peggiore. Le Olimpiadi e i Mondiali sono stati molto deludenti. Ma si sono incastrate situazioni particolari. Uno dei tre al via a Parigi, Elia Viviani, ha corso bene, ma la sua partecipazione era finalizzata alla pista (ndr il regolamento consentiva un numero massimo di corridori a ogni Federazione tra pista e strada, Viviani fu tra i tre titolari della strada per consentire all'Italia di poter usufruire di un pistard in più). Una scelta che ho finito per condividere, ma non ero obbligato ad accettarla».
Il Mondiale di Zurigo è stato il peggiore della storia della Nazionale azzurra.
«A Zurigo ho lavorato in prospettiva con corridori come Ciccone e Tiberi. Mi ero raccomandato coni ragazzi, ai quali avevo indicato come si affronta una corsa complicata come il Mondiale, di onorare nel miglior modo possibile la maglia azzurra. Va detto che abbiamo incontrato nel nostro percorso, dal 2022 al 2024, fenomeni epocali».
In edicola l’intervista completa.