Secondo arrivo in volata e seconda vittoria all’AlUla Tour per Tim Merlier che a Tayma, battendo Groenewegen e Molano, ha confermato di essere già decisamente in palla visto il successo maturato nonostante un approccio allo sprint tutt’altro che semplice.
“Non era facile vincere anche perché non sapevo esattamente come fosse il finale. Abbiamo trovato una rotonda ai -3,5, un’altra ai -1,5, una curva destra, poi 700 metri dritti a sinistra, quindi ho notato alcuni cartelli sempre sulla sinistra ma poi ho realizzato che erano per le auto. A quel punto, mi son detto che avevamo preso la direzione sbagliata però poi ho visto una curva verso sinistra. Diciamo che per 400-500 metri ho perso la concentrazione e pensavo fosse finita ma Bert (Van Lerberghe, ndr) ha fatto di nuovo un buon lavoro. Abbiamo preso male solo l'ultima curva e da quel punto sono andato full gas fino al traguardo” ha spiegato il belga della Soudal-Quick Step, a segno a due giorni di distanza dal primo trionfo stagionale nonostante alcuni problemi gastrointestinali lo abbiano preso di mira nelle ultime ore.
“Ieri è stato un problema, oggi no, la notte è filata lascia, li ho avvertiti solo due volte in corsa. Credo dobbiamo cambiare qualcosa nell’assunzione degli ultimi carboidrati. Vedremo domani” ha dichiarato Merlier prima di tornare sul finale di tappa.
“Qui è un po' diverso dalle gare in Europa. Lì l'ultimo chilometro è pieno di gente. Qui non c'è nessuno. Solo gli ultimi 300 metri, credo. È stato un po' strano. La velocità espressa? Nulla che già non sapessi. All’inizio avevo detto a Bert (Van Lerberghe, ndr) che sentivo di non aver avuto la solita potenza oggi e che non capivo perché avevo vinto. Poi però ho visto che potenza ho erogato e il dato era piuttosto buono”.
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