VIAGGIO NEL MONDO JAYCO ALULA. 60.000 BORRACCE, 200 BICICLETTE, 18 KIT PER CORRIDORE, UNA FLOTTA CHE...
PROFESSIONISTI | 08/01/2025 | 08:15
Alla vigilia di una nuova e lunga stagione agonistica, vi invitiamo a compiere un piccolo viaggio nel cuore di una grande squadra per capire meglio come funziona un team di WorldTour. Sempre più spesso sentiamo parlare di squadre che sono grandi aziende e quindi, grazie agli amici della Jatco AlUla, abbiamo cercato di saperne di più. Seguiteci.
Siamo a pochi chilometri da Varese e guardiamo quello che sembra essere un classico capannone industriale: un edificio a un piano protetto da una recinzione metallica. La magia, però, è all'interno.
Perché quella è la casa, il cuore pulsante del team GreenEDGE Cycling. È il punto di partenza e di arrivo di ogni gara: dall'Australia all'Europa. Qui l'attività non si ferma mai: quando tra poche ore la squadra darà il via alla stagione 2025 a Perth, gran parte del lavoro sarà già stato fatto.
Un team ciclistico non può mai stare fermo e il 14° anno di attività del team australiano inizia con due grandi cambiamenti che vedono la sua attività espandersi come mai prima. Prima di tutto, la firma della partnership pluriennale con il marchio di Melbourne MAAP: l'azienda australiana vestirà da quest’anno il Team Jayco AlUla, il Liv AlUla Jayco e il team Liv AlUla Jayco Continental.
Il lavoro di “vestizione’ della squadra è iniziato a ottobre, quando gli atleti del team si sono incontrati a Torino per un paio di giorni di ritiro. In quella occasione sono state prese le misure di ogni atleta e un paio di mesi dopo, durante il camp di dicembre in Spagna, i ciclisti hanno ricevuto 10 maglie e parte del materiale per la prima parte del 2025.
«Di solito - spiega Kabir Lenzi, che è il capo dei 18 massaggiatori del team e si occupa della distribuzione del kit - il materiale viene distribuito direttamente ai ciclisti in due tranche. La prima tra dicembre e gennaio, la seconda prima del Giro d'Italia e riguarda principalmente il materiale per le stagioni calde».
In pratica, a ogni atleta vengono fornite 18 nuove maglie oltre ad altri indumenti da utilizzare fino alla fine della stagione.
«Per il team femminile del WorldTour, il quantitativo di materiale è leggermente inferiore poiché fanno meno gare. In totale, tra uomini e donne del WorldTour, consegniamo oltre 800 maglie agli atleti».
Intanto, in sede sono arrivate le nuove borracce del team. In totale, per tutti e tre i team, ce ne sono oltre 60.000, la maggior parte delle quali finisce nelle mani dei tifosi alla fine della giornata.
La seconda novità per il 2025 è che la famiglia GreenEDGE crescerà ulteriormente con l'aggiunta di Hagens Berman Jayco. Da quest'anno, sarà il team di sviluppo maschile ufficiale, aggiungendo un'altra freccia all'arco del team. Ciò significa che ora ci sono quattro team che operano sotto lo stendardo GreenEDGE Cycling. Il team statunitense U23 è stato fondato da Axel Merckx nel 2009 ed è ormai una realtòà ben consolidata.
Da allora, è considerato uno dei migliori nel gruppo maschile per lo sviluppo delle giovani stelle del futuro. Eddie Dunbar, corridore del Team Jayco AlUla, è uno dei ragazzi che ha affinato la sua arte con loro prima di fare il salto al WorldTour.
«La crescita e lo sviluppo della prossima generazione sono sempre stati importanti per GreenEDGE Cycling e il proprietario del team Gerry Ryan - sottolinea il direttore generale Brent Copeland -. E poi dobbiamo considerare che, negli ultimi tempi, il ciclismo è cambiato molto. Dobbiamo andare a cercare nuovi talenti e cercare di prepararli a diventare professionisti del WorldTour».
Per fare questo, non basta basarsi solo su numeri e risultati, ma è necessario conoscere i corridori in modo più approfondito. «Stiamo sviluppando il processo di scouting per identificare quei ragazzi che hanno il potenziale per unirsi al team devo: non analizziamo solo le prestazioni sportive, ci interessa capire in profondità chi abbiamo di fronte» spiega ancora Copeland.
Intanto accanto alle borracce arriva altro materiale: lo scorso sono stati utilizzati più di 1.000 pneumatici tubeless durante l'intera stagione. «È un bel numero - afferma Mattia Romanò, responsabile degli ordini e dei rapporti con i partner tecnici del team -. Ma cerchiamo sempre di dare il meglio agli atleti. C'è una sola regola: i team WorldTour e devo hanno a disposizione gli stessi materiali».
Per fare questo, i 20 meccanici del team hanno iniziato ad assemblare le nuove bici Giant e Liv a novembre, pochi giorni dopo la fine della stagione 2024. «Per assemblare una bici ci vogliono circa tre ore, ma poi bisogna anche fare il setup in base alle misure degli atleti» spiega Romanò.
In genere, tutte le bici sono pronte entro gennaio. Ma quante ce ne sono? Per fare un esempio, il team maschile del WorldTour ha a disposizione oltre 200 bici Giant tra modelli Propel, TCR e TT per le prove su strada e a cronometro. In media, ogni atleta del team maschile può contare su sette bici a season. Ci sono alcune eccezioni: uno dei leader della squadra, l'australiano Ben O'Connor, avrà a disposizione nove bici, tra cui due bici da corsa e una bici da cronometro che terrà a casa per allenarsi.
«Essere efficienti è essenziale e per questo motivo, alle corse, soprattutto nei Grandi Giri, portiamo quattro bici da corsa e due bici da cronometro per il nostro leader - spiega Romanò -. Il tempo è così poco dopo ogni tappa che è sempre meglio avere una o due bici di riserva pronte all'uso».
L'anno scorso, tra i team WorldTour maschile e femminile, sono state affrontate quasi 400 giornate di gara. La stagione 2025 vedrà gli uomini superare i 280 giorni di gara, grazie ad alcune nuove gare come la Copenhagen Sprint a giugno e il Tour of Hellas ad aprile.
Garantire che la squadra viaggi puntuale per tutto l'anno, organizzare gli spostamenti di corridori, personale e veicoli è una vera sfida. Jacopo Scampini è il principale responsabile della movimentazione dei mezzi. «Alla fine, il mio obiettivo è far arrivare i mezzi dove devono andare. Ci sono giorni in cui, tra uomini e donne, siamo presenti fino a quattro gare contemporaneamente».
Ci sono tre camion della squadra, oltre ai tre bus, due furgoni cucina e 18 auto. Insieme ai colleghi che si occupano dello staff e dei corridori, viene predisposto un piano generale che viene aggiornato di continuo. «È fondamentale essere sulla stessa lunghezza d’onda perché - continua Scampini - questo è un lavoro in cui gli imprevisti sono all’ordine del giorno. Devi passare la dogana, i mezzi possono rompersi, gli aerei che non decollano e così via».
Spostare una flotta di mezzi così articolata non è quindi una cosa facile, soprattutto considerando che la squadra ha adottato una politica eco-friendly.
«Cerchiamo di ridurre al minimo indispensabile gli spostamenti. Ad esempio, il camion e un paio di altri veicoli rimarranno in Spagna tra il primo e il secondo ritiro di allenamento e lo stesso vale per le Classiche del Nord, dove i veicoli rimangono tra Belgio e Paesi Bassi per oltre un mese».
In questo modo, la squadra non solo risparmia sui costi di trasporto, ma contribuisce anche a ridurre il suo impatto ambientale intanto che i suoi portacolori sono impegnati ad inseguire i traguardi più prestigiosi.
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