LETTERA APERTA | 05/01/2025 | 14:40 di Silvano Antonelli Parecchi quelli che si erano chiesti da dove spuntasse un fronte serio capace di dare credito alla candidatura di una persona seria come quella di Lino Secchi.
Un dirigente di indiscusso valore, esperienza, competenza, trasparenza e coerenza, in quantità tale da fargli meritare un monumento già da vivo. Che però è stato sempre tenuto “alla larga” e spesso osteggiato da chi ha diretto la Federazione dal 2005 ad oggi, salvo ogni tanto ricorrere ai suoi servigi per la sua conoscenza, ormai storica, della macchina federale e delle norme statutarie.
Si è mantenuto in vita, ciclisticamente parlando, solo per i suoi meriti, dal Pedale Chiaravallese alla vice presidenza nazionale, attraverso tanti anni da presidente del comitato regionale marchigiano.
In una ormai nota riunione bolognese, lo avevano spinto a credere che fosse possibile una candidatura alla presidenza nazionale della FCI di tipo per così dire istituzionale, con un sostegno trasversale, con l’obiettivo primo di riportare ordine, funzionalità ed efficacia ad una federazione al tempo stesso in grado di darsi progetti credibili e sani per la promozione e lo sviluppo del ciclismo nazionale. Per amore del ciclismo e delle sue anime che lo compongono, Lino, forse anche per un comprensibile orgoglio di dare a se stesso il giusto riconoscimento, ad un certo punto ha ceduto alla lusinga mettendosi a disposizione. E da par suo, sotto al nome di programma elettorale, ha elaborato uno straordinario piano di lavoro 2025-2029, di una competenza, profondità e serietà unica, che oltre ad applicarlo andrebbe discusso e insegnato in ogni sede in cui si pensi di formare nuovi dirigenti.
Può essere che almeno una parte degli iniziali sostenitori di questo progetto istituzionale avesse degli obiettivi sani in testa e che magari ancora li conservi, ma, come molti presagivano, la candidatura poteva pure risultare funzionale, o soprattutto, all’intenzione di “sparpagliare il voto” per evitare che un certo candidato, più nuovo, potesse vincere al primo turno. E quindi batterlo poi al ballottaggio con tutte le combine possibili, da quelle più meschine a quelle che illudono alcuni di essere stati protagonisti per il solo fatto di avere strappato in cambio qualche promessa per la propria regione, per l’una o l’altra causa, per questa o quella commissione. Ma ahimè, alcuni significativi “audaci” che a Bologna avevano promesso a Lino un sostegno forte e sincero, un poco alla volta si sono ricreduti. Come accaduto altre volte, “annusando” meglio il peso delle varie candidature alla presidenza in campo, è possibile abbiano ritenuto più vantaggioso schierarsi prima dell’assemblea nazionale per essere protagonisti nello schieramento potenzialmente vincente, piuttosto che, al ballottaggio, trasformare i propri voti in una utile ma semplice “ruota di scorta”. Una abitudine e una rapidità nel cambiare gabbana, da fare invidia ai migliori indossatori.
Si può immaginare che taluni fossero convinti di andare fino in fondo con la candidatura Secchi, come altri invece di aver ingenuamente fatto conto su pacchetti di voti per nulla scontati. Si possono immaginare tante cose, ma sta il fatto che Lino Secchi, quando si è messo a fare il conto dei voti certi, ha capito che di certo c’era solo che i conti non tornavano. E rimanendone meno del previsto, era per lui più dignitoso ritirarsi piuttosto che andare a Fiumicino per arrivare quarto. Arrivare ultimo con una candidatura di tipo istituzionale, si sarebbe rischiata la caricatura della propria persona, dei valori e dei propositi per cui aveva accettato di mettersi in campo.
Constatare che taluni, lo hanno illuso e poi ingannato, è una cosa che ferisce. Non solo lui, ma anche i tanti che lo stimano e che gli vogliono bene. Probabilmente anche tra quanti non l’avrebbero votato.
Già prima avevo dei grossi dubbi che potesse cambiare qualcosa, ora ne ho ancora meno. Il ciclismo di livello in Italia lo si vuole far diventare come un piccolo circolo, ristretto a pochi che ne hanno le possibilità, per far bella figura dove si vincono più medaglie anche con un settore di base molto ridotto che è la pista. E dietro a tutto ovviamente c'è chi ha dato un grosso contributo a livello tecnico e scientifico per far risorgere la pista e che non ha nascosto di appoggiare questa linea, addirittura si diceva che si sarebbe candidato lui in prima persona ma si vede che ha avuto garanzie per continuare nel ruolo che già occupa. Contro un tale sostegno non è facile per nessuno a meno che non ci si metta il coraggio di voler seguire un'altra strada meno tracciata e per certi versi meno sicura ma che magari potrebbe aprire altre porte che diversamente non si sarebbero presentate.
considerazione
5 gennaio 2025 17:52PIZZACICLISTA
Queste sono considerazione senza nessun fondamento io non giudico la persona ma a me sembra piuttosto un buon motivo per non andare incontro a una sconfitta, poi che le elezioni federali non abbiano nulla di democratico è vero ma nessuno le vuole cambiare
domanda semplice....
5 gennaio 2025 18:19silvia17
Il problema non è nel sistema dei delegati che è stabilito dal CONI e dalle regole sportive italiane (non solo FCI). Questa è la solita scusa su democrazia o no. Ma il metodo dei delegati è lo stesso per le votazioni ad esempio del Presidente degli Stati Uniti. La differenza è che in FCI si scelgono i delegati senza sapere da che parte poi andranno a votare. Se alle assemblee provinciali e regionali ogni delegato si esprimeva su chi avrebbe poi dato il voto non si avrebbero voti di scambio e tutto era molto più trasparente. Invece chissà perchè i delegati non devono dire a chi li ha delegati per quale candidato andranno a votare. E non dite che non si sapeva chi fossero i candidati alla presidenza.
Considerazione
5 gennaio 2025 19:51italia
Le solite cose; ma secondo voi, per una carica dove chi viene eletto prende stipendioni, benefit numerosi e vari chi viene letto il candidato bravo, competente, appassionato, che ha il ciclismo nel sangue .... oppure il candidato esperto piu che nel ciclismo..... ma bensi di politica e di quelle pratiche per prendere voti ? Rimpiango l'epoca di Rodoni dove non si riceveva che blandi stipendi e dove prevaleva la competenza, passione. Prova del nove: caso Verbruggen - Armstrong: a che punto si è arrivati per sedersi su quella poltrona ? Opinione personale
Io non lo farei
6 gennaio 2025 19:58Theredbaron
Leggo spesso di stipendi "faraonici"per questi ruoli in federazione ciclistica.
Guardando ciò che prende il presidente Federale (unica carica a percepire uno stipendio) non so se ne valga la pena prendersi insulti ogni giorno.
Trentasettemila euro lordi.
Vice presidenti , consiglieri federali, presidenti regionali , presidenti provinciali e tutti i membri delle commissioni sono totalmente a titolo gratuito. Informiamoci prima di sparare.
Non lo farei mai
6 gennaio 2025 20:59Theredbaron
Trentasettemila euro lordi per la carica di presidente federale non mi sembra questo grande "stipendione".. e tutti gli altri eletti compresi presidenti regionali e provinciali nonché commissioni stipendio pari a ZERO...
Bisognerebbe informarsi un pochino prima di parlare...
Questo non è il calcio...(purtroppo)
E insulti compresi.
Per poter commentare i post devi esser registrato.
Se sei giá nostro utente esegui il login altrimenti registrati.
È una triste notizia, quella che arriva dalla Val Cavallina: si è spento infatti Mario Frutti, 73 anni, per tanti ann i giudice di gara, carriera conlusa nel settembre 2021 con il GP Ciclistico di Sannazzaro de Burgondi. Mario era...
Dopo il successo di sabato a Gullegem al termine di un emozionante duello con Eli Iserbyt, ieri a Dendermonde, nelle Fiandre Occidentali, Wout van Aert ha dimostrato di essere il più forte quando si corre sul fango. E’ la terza...
L'UCI Continental Team XDS Astana Development Team presenta ufficialmente il suo roster per la stagione 2025: 16 corridori, cinque dei quali hanno gareggiato anche nel 2024. Al fianco dei confermati Artem Fofonov (Francia, 19 anni), Mattia Negrente (Italia, 19), Alexandr...
Il Team Intermarché-Wanty, in collaborazione con il suo fornitore Verge Sport e i suoi partner principali Intermarché e Wanty, presenta il suo nuovissimo kit da ciclismo per la stagione 2025. Un kit che presenta un design rivisitato e moderno che...
Con tre titoli nazionali francesi su pista, la Cofidis inizia alla grande la stagione 2025. Ai Campionati Nazionali, che si sono svolti nel velodromo di Loudeac, Benjamin Thomas è stato il mattatore della tre giorni tricolore. Il corridore della Cofidis...
Cinque amici in bicicletta. Allegri, energici, ottimisti. Zaino in spalla. Hanno deciso di fare una gita. Escono dalla città e già respirano la libertà. La prima parte del percorso è in pianura, la seconda in salita. E sui tornanti si...
Finish Line HALO® Paraffina è il nuovo lubrificante progettato per ottimizzare le prestazioni della trasmissione, un livello inimmaginabile da raggiungere fino a poco tempo fa se non con prodotti davvero molto costosi. Oltre alla fluidità e alla silenziosità della catena e alla netta sensazione...
La stagione 2025 della G.S. Top Girls è iniziata con un mini raduno a Spresiano: in questi giorni la nuova formazione quasi al completo - con Bortoli, Bulegato, Castagna, De Vallier, Foligno, Luccon, Pavesi, Reghini, Siri e Zambelli - si...
Bari, Parco Ecopoli trasformato da discarica abusiva e in seguito bonificata, a teatro della prima edizione del Ciclocross "La Montagnetta" nel quartiere di Japigia, organizzato dalla società Sportogether. La manifestazione ha visto in gara le categorie Agonistiche della FCI e...
Pronostico rispettato che voleva i gemelli marchigiani Cingolani ai primi due posti del podio tricolore. Con la gara degli allievi di secondo anno si chiudono i Campionati Italiani di Ciclocross a Follonica nel Grossetano. La manche finale incorona Tommaso Cingolani,...