La stagione è finita e in questi mesi di relax c’è chi già pensa ai nuovi obiettivi e chi è ancora alla ricerca di una sistemazione per il 2025. Nel folto gruppo di corridori italiani senza un contratto c’è Andrea Garosio che, dopo due stagioni al Team Polti Kometa si ritrova a piedi e a dover fare i conti con il suo futuro. Quando lo raggiungiamo al telefono, l’atleta bresciano è rientrato in Italia da una manciata di giorni dopo una vacanza in solitaria che gli è servita per staccare, ma anche per cercare di capire che direzione far prendere alla sua vita
«Quest’anno, forse per la prima volta, in vacanza ho staccato del tutto, ho provato a pensare a me stesso. Mi ricordo due stagioni fa quando in spiaggia vivevo praticamente con il telefono in mano, era stato un incubo, ora ho lasciato che le cose andassero per conto loro – spiega Andrea a tuttobiciweb – sono stato in contatto con alcune realtà estere che però non avevano progetti concreti, Ho cercato di capire fin a che punto valesse la pena andare avanti in questo mondo e forse è arrivato il momento di provare a vedere cosa c’è dall’altra parte anche se mi piacerebbe ricevere una chiamata, anche all’ultimo. Questo essere senza contratto forse è un segno del destino, forse è ora di scendere dalla bici come atleta professionista».
C’è tanta emozione nella voce di Andrea Garosio che è letteralmente cresciuto in bicicletta e grazie al ciclismo ha fatto delle esperienze incredibili. Classe ’93, la sua avventura tra professionisti è iniziata nel 2019 all’allora Bahrain Merida dove ha lavorato da gregario per campioni come Vincenzo Nibali, Sonny Colbrelli e Domenico Pozzovivo. Ha corso Per Vini Zabù e Bardiani, poi nel 2022 la ripartenza dalla Biesse Carrera, un modo per ritrovare se stesso, ma soprattutto quella voglia di andare in bici che gli ha portato dei buoni risultati tra cui la maglia di miglior scalatore alla Settimana Internazionale Coppi e Bartali. Le ultime due annate in seno alla Polti Kometa sono state cariche di nuove esperienze e di tante emozioni con un 2024 condotto finalmente senza sfortune e con un buon stato di forma. «Credo che a livello di valori sia stata la mia stagione migliore - riprende Andrea – quest’anno ho corso praticamente in giro per il mondo, ma mi sono ritagliato delle piccole soddisfazioni anche in Italia, mi dispiace non essere riconfermato, ma ormai è andata così. Quale sarà la mia vita dopo il ciclismo? Sinceramente ancora non lo so, sto valutando varie ipotesi, ma sicuramente mi porterò sempre questo sport nel cuore».
E’ ancora incerto il futuro di Andrea Garosio che per il momento fa un primo saluto da atleta a quel mondo che gli ha dato tanto. «Ho tanti bei ricordi ed esperienze che porto con me. Da bambino sognavo di diventare professionista e di correre il Giro d’Italia, sono felicissimo di esserci riuscito. Non ho rimpianti perché ogni giorno della mia carriera ho cercato di dare sempre il massimo, ci ho messo tutto me stesso e di questo ne vado fiero. Del ciclismo mi rimangono soprattutto le molte persone che ho incontrato in questo cammino, i direttori sportivi, i compagni di squadra, i tifosi, tanti amici con cui sicuramente resterò in contatto» ci dice infine Andrea che però non chiude totalmente la porta allo sport. Sicuramente continuerà ad andare in bici ed allenarsi perché è quello che ha sempre fatto, poi prenderà in mano la sua vita, farà scelte, valutazioni e il ciclismo non è completamente escluso. «Mai dire mai, io ho un brevetto come allenatore, con un'abilitazione potrei diventare direttore sportivo, ma è presto per fare queste valutazioni. Delle squadre mi hanno chiesto una mano per seguire i più piccoli, potrebbe essere una buona partenza, ma in questo momento ho come bisogno di staccare da tutto, pensare solo alla vita vera e magari un giorno ritornare».
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