È un successo che dà molto morale a Lennert Van Eetvelt quello conquistato a Nongla nella 5ª tappa del Tour of Guangxi.
Il classe 2001 di Binkom è infatti tornato ad alzare le braccia al cielo dopo 8 mesi di digiuno e non ha nascosto il sollievo e la soddisfazione di esserci riuscito in Cina dopo una parte centrale di 2024 non particolarmente semplice.
“La stagione non è così lunga, quindi venire qui e ottenere questa vittoria significa molto per me” ha detto il belga ai giornalisti dopo il traguardo.
“L'inizio del 2024 è stato fantastico, con la vittoria a Maiorca e quelle all’UAE Tour subito dopo. Poi però ho avuto un periodo piuttosto complicato a causa del problema al ginocchio e ho dovuto attendere due mesi prima di poter ricominciare ad allenarmi. In quei momenti, quando non sei in forma, ti viene il dubbio: riuscirò a tornare a quel livello quest'anno? O ce ne vorrà un altro? Non lo sai. La Vuelta in ogni caso è andata di nuovo alla grande, quindi ero già fiducioso anche se non ho ottenuto i risultati che volevo” ha proseguito nel suo racconto Van Eetvelt prima di parlare più nello specifico degli ultimi giorni e della tappa odierna.
“Le ultime tappe sono state tutti per gli sprinter, ma in realtà non sono state così semplici. Il gruppo ha corso come se fossero gare di un giorno e il livello poi è alto, parliamo di World Tour e si vede. Per questo riuscire a realizzare una prestazione del genere alla fine dell'anno mi dà molta fiducia per il prossimo. Il segreto per vincere oggi? Credere in se stessi e sapere conta solo come arrivi sulla linea. Ho cercato di non partire troppo presto, molti ragazzi guardavano cosa facevo quindi ho atteso un po' per poter fare gli ultimi 100 metri a tutta. La cosa più importante è stato non andare fuorigiri. Per il resto, penso di aver tenuto un buon ritmo. Domani vediamo, non ho molto margine in classifica generale”.
Van Eetvelt poi ha speso parole al miele per il contesto in cui si sta disputando la corsa e per ciò che, in questi giorni in Cina, sta avendo modo di riscontrare.
“La natura qui è davvero bella e l’organizzazione è davvero pazzesca: basta vedere a bordo strada quanti tifosi e quante persone dell’organizzazione siano presenti. È molto diverso dall'Italia, ad esempio, dove ci sono un sacco di buche sulle strade e altri tipi di situazioni. È un'esperienza, possiamo dire, ed è sicuramente bella da fare”.