"Spero di avere ancora il privilegio del tuo tempo" ama dire il nostro direttore Pier Augusto Stagi al termine delle sue interviste per il podcast BlaBlaBike. Questa è esattamente la frase che sorge spontanea una volta conclusa una chiacchierata con Guido Martinetti, colui che ha voluto far disegnare al c.t. Pontoni in persona una pista da ciclocross di 2,3 chilometri e farla inaugurare dalla sua Nazionale.
Ma cosa spinge un agronomo amante dell'enologia, un uomo che nel 2003 fondò le gelaterie Grom insieme al socio eponimo Federico Grom, per poi vendere al colosso Unilever nel 2015 e infine investire su un'area di cascine tra Langhe e Monferrato dove creare l'azienda agricola Mura Mura e il Relais Le Marne, oltre a lanciare proprio quest'anno una nuova linea di gelati in società con lo stesso amico Grom insieme al figlio di Jean Todt e a Charles Leclerc… a puntare sul ciclismo e sul ciclocross in una struttura di lusso come Le Marne, dove appena entri aspetti solo che compaia un Bruno Barbieri o un Alessandro Borghese a fare ispezioni e commentare al grande pubblico cotanto lusso in armonia con spirito e natura?
Questo è ciò che abbiamo chiesto direttamente a Martinetti in una ventilata mattina d'inizio settembre prima di raggiungere l'allenamento della "Nazionalina" di Pontoni a 500 metri da lì. Ciò che ne è scaturito non è propriamente un'intervista, ma una conversazione pindarica, variegato flusso di riflessioni, aforismi e aneddoti, provare a stare a ruota delle quali è stato, appunto, uno stimolo e un privilegio prima che un'esperienza giornalistica.
Vi restituiamo di seguito il lato prettamente sportivo e ciclistico delle parole del cinquantenne Martinetti, che da giovane ha praticato il triathlon e nel suo relais ha allestito pure una palestra Technogym completa (bici indoor compresa, of course) e una piscina da 25 metri a tre corsie.
«È la maggior quantità di struttura sportiva al coperto per occupante in Europa» sottolinea e racconta: «Desideravo un luogo che unisse arte, sport, natura e persone straordinarie». L'arte è sia nel design della struttura, nata due anni fa, che nella denominazione di edifici e suite in nome di artisti e poeti. E viene ben incarnata dall'eclettismo culturale del proprio creatore. La natura è insita nella location collinare e negli ettari di terreni. Le persone straordinarie sono quelle che lui, appassionato tanto di psicologia sociale quanto «di come nascono e si sviluppano i fuoriclasse di qualsiasi ambito e disciplina della vita, di come i fattori congeniti si combinano con ambiente, psicologia e lavoro per generare e far diventare tale un fenomeno» ama studiare, osservare, possibilmente accogliere nelle Marne e nel proprio vissuto.
Infine, appunto, lo sport: «La cultura sportiva, la tensione dell'agonista che è solo con se stesso ma al contempo deve effettuare allenamento e performance in funzione di un sistema di squadra, sono formidabili elementi di crescita personale. Questo far concorrere efficacemente l'esigenza del singolo con la costruzione dell'obiettivo collettivo, che nel ciclismo si esprime perfettamente, richiede una dote di base che si chiama ascolto, che sia verbale e non verbale. In definitiva, intendo l'arte come espressione del bello e lo sport come palestra della costruzione dell'Io. La mentalità dello sportivo aiuta ad accorciare le distanze tra un'idea e la sua esecuzione, ti abitua a saperti prendere dei rischi premianti. Senza tralasciare il fatto che lo sport per me ha in comune con l'arte una forte componente estetica, legata naturalmente al bel gesto sportivo per cui ho un debole, e può portare con sé miti narrativi dal fascino potentissimo.»
E il ciclocross? «S'inserisce in un interessante filone di temi: eterogeneità, multidisciplinarietà, destagionalizzazione. Rispetto al ciclismo in cui un Pantani non poteva nemmeno andare a nuotare perché non esisteva il concetto del potenziare la parte superiore del corpo, oggi siamo nello scenario dei Van Aert o dei Van der Poel, che alla loro bellissima attività su strada aggiungono questa invernale su sterrati che contribuisce a un atletismo totale. Applicando tutti questi concetti alle Marne, siccome il nostro territorio sta abbracciando sempre di più il cicloturismo mi piacerebbe ampliare il ventaglio stagionale e coinvolgere persone del centro-nord Europa attraverso il ciclocross, che in certi Paesi è una fede nazionale. In che modo e misura lo vedremo, intanto grazie alla Nazionale di Pontoni siamo al giorno 1 di un progetto che può permettere agli sportivi di pedalare tra laghetto e vigne, un classico esempio di bellezza piemontese.»
Che l'intuizione di un imprenditore possa, col progredir dei tempi e l'accatastarsi di opere e iniziative, contribuire concretamente ad accrescere la popolarità di una specialità ancora molto di nicchia qua in Italia?
[photo by KEMP STUDIO for RELAIS LE MARNE]