LA VUELTA 2024. FABIO ARU: «QUEL SUCCESSO MI HA PORTATO IN UN'ALTRA DIMENSIONE»

VUELTA | 11/08/2024 | 08:25
di Claudio Ghisalberti

Ci sono dei giorni in cui capisci che sta per succedere qualcosa di grande, di eccezionale. Uno di questi giorni, come giornalista, per me è stato il 12 settembre 2015, partenza della penultima tappa della Vuelta.


L’olandese Tom Dumoulin è in maglia rossa da tre giorni. L’ha conquistata con una straordinaria performance nella crono di Burgos. Fabio Aru è dietro di 6”, Purito più lontano e forse rivive l’incubo di Fuente Dé. La tappa è tutta nella sierra madrilena. I gpm da superare sono classici: Navacerrada quasi in partenza, due volte la Morcuera, Cotos nel finale. C’è terreno, ma c’è anche l’olandese che vola e non mostra un minimo cedimento. Prima del via, al bus Astana c’è fermento, Martinelli è elettrico come nelle grandi occasioni. Erano il preludio a un’impresa straordinaria, quella con cui Fabio Aru ha conquistato la Vuelta 2015.


Fabio cosa ti ricordi di quel giorno speciale?
«Mi dicevo sempre: ‘La Vuelta finisce a Madrid’. Dumoulin era molto forte, in forma, ma sapevo che me la potevo ancora giocare. Però il giorno prima, alla 19a tappa, ero caduto sul pavè e, oltre a essermi scorticato un po’, avevo pure perso qualche secondo. Per Cercedilla con Martinelli avevamo studiato la tattica e sapevamo che dovevamo attaccare. Io avevo compagni straordinari come Luisle Sanchez, Zeits, Landa, Cataldo… Era un’Astana forte».

Per la cronaca: la sera di Avila, Umberto Inselvini (il massaggiatore di Fabio mancato il 27 gennaio del 2023: troppo presto, ndr), era così desolato, così giù di morale per la caduta, che Martino per aiutarlo andò a dormire in camera sua.

Quando hai capito che la Vuelta era tua?
«Sulla Morcuera, quando il vantaggio su Dumoulin era salito a 1’ e il traguardo era più vicino».

Mai avuto paura di non farcela?
«Quando sei in condizione non hai paura».

Che effetto ti fa ripensare a quella Vuelta?
«Beh, è l’unico Grande Giro che ho vinto, quindi è sempre bello parlarne. Nel 2014 avevo fatto 5° al Giro e questo successo mi ha portato in un’altra dimensione. Poi è stato importante perché era una riconferma delle mie potenzialità. Al Giro avevo vinto due tappe e questa era la dimostrazione di essere sulla strada giusta. Avevo chiuso il Polonia al 5° posto, ero magro, forte. In Spagna nella prima settimana sentivo che crescevo e nell’11a tappa mi sono trovato leader in modo un po’ inaspettato».

Cosa vuol dire “mi ha proiettato in un’altra dimensione”?
«In squadra avevo più considerazione. Ero salito nelle gerarchie, quindi programmi di corsa già definiti dall’inizio, mi hanno portato a Morgan Hill nella galleria del vento Specialized».

Immagino che la Spagna ti piaccia.
«Molto, anche se da dieci anni mi sono trasferito in Svizzera dove ci sono altri ritmi, mi piace lo stile di vita spagnolo. Mi piace la gente e il calore che mettono sulle strade i tifosi. Soprattutto i baschi. Mi piacevano anche Tenerife e Sierra Nevada dove facevamo i ritiri, Granada».

Nel 2018 passi alla Uae ed è come se ti spegnesse la lampadina. Te l’ho già confessato: prima mi faceva piacere quando vincevi, ora speravo che ti ritirassi. Mi spiaceva vederti soffrire così tanto. Sembravi costretto, rinchiuso, senza entusiasmo.
«Era il primo anno della Uae che di certo era ben lontana dall’essere la squadra che è oggi. Non era tanto ben organizzata, mentre io ero abituato all’Astana che all’epoca era strutturata molto bene. Per me il passaggio è stato un trauma. Il secondo anno ho avuto il problema all’arteria e sono stato operato. Ho ricominciato e al Tour ho chiuso 14°, però alla fine ero k.o. Hanno voluto portarmi alla Vuelta ed è stato un disastro. Mi sono ritirato dopo 12 tappe finito, con i valori del Cpk alle stelle. Il 2020 c’è stato il Covid e sono stato mesi senza correre. Mentalmente ero distrutto. I problemi capitano, ma quando sono così tanti e tutti in fila ti mettono fuori combattimento. L’unica squadra che avrebbe potuto cambiare il mio destino sarebbe stata la Jumbo. Pazienza, però nessuno può dirmi che non sono stato professionale. Poi ho sempre avuto quello che manca ora, il rispetto dei giovani nei confronti dei campioni affermati. Nibali per me era una divinità più che un compagno di squadra».

Sui social ogni tanto ti vedo in bici: ti alleni ancora?
«Ma no, pedalo ogni tanto giusto per divertimento. Tre volte la settimana vado in palestra e faccio più che altro esercizi per la parte alta. Mi aiuta anche quando sono in viaggio. Mi faccio aggiornare la scheda ogni due mesi. Però ‘no stress’, ho corso in bici per anni e non voglio essere legato a un piano d’allenamento».

Per il resto cosa fai?
«Sono ambasciatore di Forte Village, porto in giro i clienti. In più sto cominciando a studiare il campo immobiliare. Vedremo».


Copyright © TBW
COMMENTI
Vittoria
11 agosto 2024 17:41 Cicorececconi
Fu un capolavoro di squadra, mentre Tom correva praticamente da solo. Guarda caso, passato a suon di € alla Uae, si e' sciolto come neve al sole. Malanni fisici si, ma sino ad un certo punto. La realta' e' che e' stato una meteora

Mai vittoria fu più deleteria
11 agosto 2024 23:45 pickett
Per vincere in modo rocambolesco quella Vuelta bruciò il motore,e non fu mai più competitivo,ad eccezione di una brevissima finestra a inizio estate 2017.

Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
«Cane vecchio sa…». E lo sa soprattutto Riccardo Magrini, che ha saputo pedalare fin qui, su strade scosse e mosse, tortuose o dritte, scoscese e ardite come le risalite di battistiana memoria e lui che di Battisti Celentano Mina Baglioni...


Quella che sta per iniziare, sarà per Geraint Thomas l’ultima stagione da professionista e ancora una volta lo vedremo correre al Tour de France. Inizialmente per il gallese si era pensato anche alla Parigi-Roubaix, poi la Ineos Grenadiers, attraverso un...


Sono due dei talenti più interessanti del ciclismo italiano: Edoardo Zamperini e Sergio Meris hanno chiuso il 2024 sul palco degli Oscar tuttoBICI, da cui vedono un futuro ancora tutto da scrivere ma che è già roseo. Il primo è...


Ma che cosa buffa! Ma che cosa tragica! Mi urge dentro sempre tanto - e tutto quasi nuovo, nel senso di ritrovato - da scrivere sul mio ciclismo, una sorta di enorme debito che cresce e cresce, e non so...


La bicicletta di Frank Zappa, provata, sperimentata, suonata, primo violino ma anche strumento a fiato e percussioni varie in un concerto trasmesso in tv ed entrato nella storia per quei suoni pizzicati e ticchettati, stridenti e sorridenti, sempre sorprendenti. La...


Torna questa sera alle 20.30 sulle frequenze di Teletutto l'appuntamento con Ciclismo Oggi, lo storico appuntamento dedicato al ciclismo giovanile. La puntata natalizia ci propone tre storie a cavallo fra la stagione appena conclusa e quella che sta per incominciare.Ad aprire la puntata...


Berk-Composites è un’azienda slovena che in questi anni sei è distinta per la realizzazione di selle innovative e leggerissime costruite sempre sfruttando la fibra di carbonio. Lupina Monocoque Open è una sella in cui la fibra di carbonio diventa del tutto protagonista e...


Nel giorno di Natale, a soli 60 anni, Pascal Hervé ha imboccato un'altra strada. Vincitore di tappa al Giro e maglia rosa nel 1996, il corridore transalpino passa professionista con la maglia della Festina nella stagione 1994. Si fece notare...


Per volare vola e pare un gabbiano. Potente ed elegante, financo regale. Eppure Jo­na­than Milan, l’uomo sul quale il ciclismo italiano prova a ricostruire il proprio futuro pensando al proprio passato, si sente un toro. Sarà per quel suo fisico...


Se per tutti noi il periodo delle feste è speciale, lo è ancora di più per un giovane atleta. E allora scopriamo come passava il Natale il giovane Fabio Aru.«Quando correvo, durante il periodo di Natale avevo la possibilità di...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024