PILLOLINE A PEDALI. IL MITO DI OTTAVIO BOTTECCHIA, IL RICORDO DI ENZO CAINERO

GIRO D'ITALIA | 24/05/2024 | 08:16
di Giuseppe Figini

La tiratissima volata di Padova ha premiato questa volta il belga Tim Merlier con Jonathan Milan secondo dopo qualche esitazione nella fase di preparazione dello sprint. Nulla da segnalare per la classifica.


§ Oggi è una tappa tracciata per intero nel Friuli-Venezia Giulia, praticamente sempre nel territorio della provincia di Udine, salvo una brevissima digressione in quella di Pordenone. Frazione breve ma, soprattutto, dopo la metà gara, altimetricamente variamente impegnativa, con tre GPM in stretta sequenza lungo strade con carreggiata piuttosto ristretta e susseguirsi di curve.


§ Friuli-Venezia Giulia che evoca, per la corsa rosa, la figura del compianto Enzo Cainero, fattivo e realizzativo promotore di notissime iniziative di diffuso risalto con località entrate a far parte della storia e della geografia ciclistica, anche internazionale, soprattutto verticale.

§ La partenza è nella pianura, a Mortegliano, notevole centro con molteplici attività, che presenta lo svettante campanile – m. 113,12 – il più alto d’Italia. Virginio Pizzali (1934-2021), stradista e soprattutto pistard, componente del quartetto dell’inseguimento alle Olimpiadi di Melbourne 1956 e poi plurititolato stayer, è nato qui così come Ezio Pascutti (1937-Bologna 2017), prolifico goleador del Bologna allenato da Fulvio “Fuffo” Bernardini.

§ La tabella di marcia odierna propone, nella prima parte, la risalita della valle dove scorre il Tagliamento, toccando Basiliano, Mereto del Tomba, paese di Elena Cecchini, alias signora Viviani, moglie di Elia, uniti nel ciclismo e nella vita, poi San Daniele del Friuli, zona di vivace e tradizionale attività ciclistica oltre che di pregiati prosciutti, già sede di tappe del Giro. Brevissimo affaccio in provincia di Pordenone toccando Pinzano al Tagliamento e rientro in quella di Udine per il ponte di Flagogna, Forgaria del Friuli, e Peonis, località del comune di Trasaghis, che si collega al ricordo di Ottavio Bottecchia (1894 S. Martino, frazione di Colle Umberto TV – Gemona 1927), vincitore di due Tour de France (1924 e 1925) e all’irrisolto mistero della sua morte per le conseguenze di un’aggressione subita mentre si allenava. E, in tema di corridori friulani, oltre a quelli che sono in attività – e sono diversi – ricordiamo Daniele Pontoni iridato del ciclocross e attuale CT azzurro della specialità e Franco Pellizotti, con buona e lunga carriera fra i professionisti e ora apprezzato direttore sportivo.

§ Si pedala verso la Carnia toccando Somplago, Cavazzo Carnico e Tolmezzo, centro importante della zona e, da qui la pianura cede il passo alle prime ondulazioni altimetriche che caratterizzano il finale, ricco anche di curve, della frazione odierna. Da Paularo inizia l’ascesa per il passo Duron – GPM di 2^ cat, a quota m.1076, per poi scendere a Ligosullo e Paluzza. Dopo Cercivento si prospetta il GPM di Sella Valcalda, 3^ cat. a m. 958 prima della discesa a Comeglians, zona ai piedi del “Kaiser Zoncolan”. Il profilo è sempre moderatamente all’insù per Rigolato e Forni Avoltri dove inizia, in bella ambientazione, la salita verso Cima Sappada, ultimo GPM – 2^ cat., quota m. 1290. Dopo sei km. si raggiunge il traguardo di Sappada, quota m. 1240.

§ Dal 2017 Sappada è entrata nella provincia di Udine. È una località di villeggiatura estiva e invernale contornata dai monti dolomitici e delle Alpi Carniche con un centro abitato ricco di piacevoli e caratteristici edifici con strutture ed ornamenti in legno. È un’isola di lingua originale germanofona, con molte tradizioni e costumi peculiari in vari settori. Sopra Sappada ci sono le sorgenti del fiume Piave.

§ La tappa del 1987, partente da Lido di Jesolo con traguardo a Sappada, vinta dall’olandese Johan van der Velde per distacco su Rominger e Giupponi, è ricordata – con fiumi di parole, immagini e pareri vari – per la vicenda di Roberto Visentini, in maglia rosa, attaccato dal compagno di squadra e scosso da una crisi per l’inaspettato sgarro dell’irlandese Stephen Roche che gli sfilò la maglia di capoclassifica. Roche fu poi il vincitore finale continuando il suo straordinario 1987 quando al rosa abbinò il giallo di vincitore del Tour de France e l’iride del campionato mondiale su strada. E non aggiungiamo altro sulla complicata e discussa vicenda del “tradimento a due ruote” consumato verso Sappada, con varietà d’interpretazioni e parei variegati al riguardo.

§ Nel 2018 altro arrivo a Sappada con la vittoria dell’inglese Simon Yates, in maglia rosa, poi sfilatagli da Froome con l’impresa di Bardonecchia e portata al traguardo finale di Milano.



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