«Quando metti la fatica a disposizione degli altri, le cose diventano più semplici e trovi energie che non t’aspetti»: Fabio Celeghin non ha il fisico da ciclista, «semmai quello del lottatore di sumo» scherza lui. In realtà è sempre stato uno sportivo, ma più dalle parti del football americano, al limite della pallavolo… Eppure si sta allenando, proprio in questi giorni, per lungo giro in bici. In solitaria. Lungo lo Stivale. Saranno circa 1.200 chilometri da percorrere in sei tappe, quindi 200 chilometri al giorno, risalendo la Penisola, da Amalfi a Padova. È così ogni anno: termina infatti sempre nella città del Santo l’evento di beneficienza del quale Fabio è coprotagonista: perché a spingere sui pedali sarà lui, con la determinazione di una ferrea volontà; ma ogni goccia di sudore sarà dedicata alla memoria del vero protagonista di questa piccola grande impresa, Giovanni Celeghin, ossia suo padre. Obiettivo: raccogliere fondi per finanziare progetti di ricerca scientifica per combattere i tumori cerebrali.
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