Senza ombra di dubbio, l’uomo della primavera è Mathieu Van der Poel, l'uomo capace di vincere Giro delle Fiandre e Parigi-Roubaix ed arrivare anche terzo alla Ligi-Bastogne-Liegi. L’iridato ha poi contribuito in modo significativo alla vittoria di Jasper Philipsen, suo compagno di squadra, alla Milano-Sanremo. Van der Poel oggi non ha tagliato per primo il traguardo della Doyenne e si è anche convinto di non poter competere contro un corridore come Pogacar in una corsa come la Liegi-Bastogne-Liegi, troppo diversa dalle Classiche delle pietre che invece gli si addicono.
«Anche con le mie gambe migliori, oggi non avrei potuto seguire Pogacar – ha detto l’iridato dopo la premiazione – Non so neanche io come sia stato possibile salire oggi sul podio».
Van der Poel non ha avuto una giornata facile e quando si è verificata una caduta nel gruppo lui è rimasto indietro e ha dovuto utilizzare moltissime energie per riportarsi nel gruppo di testa. L’olandese però ha capito una lezione importante: non è possibile abbinare le Classiche del pavè con le Classiche delle Ardenne.
«Ora capisco perché dicono che la Liegi-Bastogne-Liegi è difficile da abbinare alle Classiche dei ciottoli. La decompressione dopo il Fiandre e la Roubaix si è rivelata maggiore del previsto, ma devo ammettere che anche con la mia forma migliore non sarei riuscito a seguire Pogacar sulla Redoute».
Il campione sloveno, è stato autore di un numero straordinario conquistando per la seconda volta la Doyenne, la Classica Monumento più antica della storia del ciclismo e che conclude la stagione della primavera ciclistica.
«La corsa di oggi fornisce sicuramente molti spunti importanti su cui riflettere per il futuro – ha continuato Van der Poel - Vincere a Liegi se al via ci sarà anche Tadej sarà molto difficile o forse addirittura impossibile».
Van der Poel ha spiegato anche il motivo per il quale si era trovato in fondo al gruppo, ovvero per dare all’ammiraglia i copri scarpini che aveva utilizzato quando durante la corsa stava piovendo.
«Mi ero abbassato in gruppo per togliermi copriscarpini e guanti. Quando è arrivato il momento di risalire nel gruppo ma c’è stata la caduta. Quando sono riuscito a rientrare nel gruppo ormai avevo dato il meglio che potevo».