GATTI & MISFATTI. DEVE TORNARE LA PAURA

TUTTOBICI | 05/04/2024 | 15:53
di Cristiano Gatti

 


Mi resta un dubbio: se in quella curva non fossero caduti Vingegaard, Evenepoel e Roglic, ma magari Tizio, Caio e Sempronio, tre gregari qualunque, sarebbe comunque esploso tutto questo fungo atomico? Mi tengo la risposta per me, preferendo tenermi il buono della penosa vicenda: parlare di sicurezza non è mai tempo sprecato. Non è mai abbastanza. Però senza esagerare. Questo va detto.


Da che mondo e mondo, il ciclismo è sport pericoloso, da mezzi kamikaze. O interi. Ricordo che questo era un tormentone di Cipollini, quando ancora correva, gli va dato atto: nelle conferenze stampa dopo la vittoria più e più volte dedicava un minuto a questo pensiero, signori, lo sport più pericoloso del mondo non è la Formula 1, è il ciclismo. Concordo. Da sempre. Lo è non solo in gara, ai livelli massimi: lo è anche quando io esco dal box e vado a farmi la pedalata del buontempone.

Detto questo, aggiungo che diventa poi molto infantile star qui ogni volta a spaccare il capello in quattro sul singolo tratto che sparge sangue e fratture: torno a dire, dobbiamo pretendere il massimo della sicurezza, ma senza esagerare, senza sparare fesserie, perchè pensare di rendere sicuri 200 chilometri di ogni gara è un'idea da delirio. Senza aggiungere che poi certi incidenti gravissimi si registrano nei tratti più dritti e più sicuri. Così, tanto per non dimenticare.

In queste ore penso molto all'incredibile e feroce destino della Visma, fino a pochi mesi fa l'armata invincibile, oggi un cumulo di ruderi che ispira solo tanta pietà umana. I due grandissimi, Van Aert e Vingegaard, azzoppati da infortuni curiosamente molto simili, clavicole e costole, a dividerli soltanto lo sterno, che fortunatamente è rimasto integro in Vingegaard. Cosa aggiungere: soltanto che questa squadra merita il tifo e l'affetto anche di chi sportivamente l'ha odiata, perchè sulle disgrazie non c'è rivalità che tenga, diciamo anzi forza Vingegaard, tieni duro e dacci dentro, al Tour puoi e devi esserci, ti aspettano anche i tifosi di Pogacar, forse più di tutti, perchè è gente che non ama le mezze vittorie, le vittorie facili, ma vuole la vittoria piena, contro il più forte, altrimenti che vittoria è.

Oltre lo choc Visma, oltre tutto, vorrei però buttare lì sul tavolo delle discussioni un'idea che mi frulla da tempo. Sintetizzando, questa: va bene la colpa dei materiali, va bene – nel senso che va male – persino la colpa degli organizzatori, ma non è che scavando più a fondo il vero motivo – la radice più nascosta e profonda – di questa ecatombe degli ultimi tempi sta nella morte della paura?

Provo a chiarire: la paura nei tempi di machismo spinto, di mito del superuomo e del supereroe, è vista come un limite. Come una vergogna inconfessabile. Ma da quando è nato il mondo, i saggi di tutti i tempi l'hanno sempre considerata un pregio, un vantaggio, una virtù. La paura, quando è immotivata e fuori controllo, davvero può limitare la vita degli uomini. Ma in sé è una grande alleata, una risorsa molto preziosa. La paura ci fa stare sempre in guardia, la paura ci fa calcolare i rischi, la paura ci fa vedere i nostri limiti. La paura vera ci guida, non è un limite. E' un valore aggiunto.

Purtroppo, queste ultime generazioni sono cresciute senza paura, gliel'hanno presentata come una debolezza e gliel'hanno abolita sin dall'infanzia. Crescono persino dentro videogiochi in cui la paura non è prevista, e anzi il coraggio – malinteso – ti premia fino ai massimi livelli. Senza limiti da mammoletta, si ammazza e si distrugge, si compiono imprese e gesta immani. Non sono contemplati un senso di autocontrollo e una prudenza minima. Ne sono previsti di più nel Monopoli. Nessuna paura, il rischio non esiste, al massimo si resetta e si torna da capo. Gratis, che ci vuole?

Tornando a bomba: purtroppo oggigiorno vediamo in gara una tale leggerezza, una tale distrazione, una tale disinvoltura, che davvero viene da chiederci se questi giovani provino ancora paura. La paura positiva, ovviamente, la paura che consiglia, la paura che governa i nostri istinti e le nostre pulsioni più folli e spregiudicate.

Ci si capisce: troppa paura non va bene, nel ciclismo moderno. Ma un po' di paura aiuterebbe molto. Per stare più attenti, per frenare qualche volta in più, magari anche per stare un attimo indietro, per trovarsi poi sani e lucidi un chilometro in là.

Mi sforzo di pensare che tra tanti discorsi sul cerchio in carbonio e il freno a disco ci sia ancora spazio per parlare di questo. Le squadre pullulano di motivatori e di psicologi. Mi chiedo se parlino mai della paura. Sono sincero: ho paura che alla fine daranno del demente a me, che nel 2024 ancora parlo di paura.

 

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COMMENTI
Tutto è possibile ma....
5 aprile 2024 17:15 GikoGomez
Ma una cosa non me la tolgo dalla testa: prima dell'avvento di freni a disco e cambio elettronico non ricordo di aver visto così tante cadute gravi e cosi tanti corridori con la catena in mano.
Sicuramente, non ho mai visto impiagare lunghissimi secondi a cambiare una ruota tanto da rendere conveniente il cambio bici.

Campioni
5 aprile 2024 17:35 Carbonio67
Senza questi grossi nomi, non si sarebbe di certo alzato il polverone. Sicuro
@ giko perni passanti e il bilanciere del cambio lunghissimo,hanno peggiorato le operazioni di cambio

@giko
5 aprile 2024 19:01 ivangms
Tieni presente che la copertura televisiva attuale non ha niente a che vedere con con quella di 5, 10 o 20 anni fa. Vediamo cose che una volta non sarebbero mai state riprese.

Mammamia
5 aprile 2024 19:03 Stef83
Basta con questa menata dei freni a disco.... Se non ricordi cadute così gravi, hai la memoria molto corta(Casartelli, Jalabert, Cipollini, Pantani, Weiland....)e possiamo continuare... I dischi e i cambi elettronici non c'erano neanche prima.....ma piace sparare sempre sui freni a disco.

Ho notato una cosa
5 aprile 2024 20:57 AleC
Non ci sono più i Savoldelli della situazione che in discesa fanno un altro sport: vanno tutti fortissimo in discesa. Sarà questo un indicatore di quella mancanza di paura di cui parla Gatti?

Qualcosa si deve fare
5 aprile 2024 21:16 Passista Lento
La velocità media è aumentata in maniera esponenziale di conseguenza anche i rischi non si può mettere in sicurezza 200 km ma almeno le discese più pericolose si le squadre World Tour spendono 20/30 milioni annui per cui i soldi ci sono…

si ma...
5 aprile 2024 21:28 GikoGomez
le cadute ci sono sempre state e anche gravi ma non ricordo così tante e cosi frequenti nel passato. In ogni caso la mia è una impressione personale che non vuole essere verità assoluta.... semplicemente la penso così

Stef83
5 aprile 2024 21:38 Cicorececconi
Non ne ricordo cosi frequente. Di certo, non vedo corridori inesistenti in corsa come fai tu ( Mohoric alla Gent, dove non ha corso ). Giusto per dire

Cause
5 aprile 2024 22:05 Bullet
In teoria un corridore se fa una corsa la paura se la dimentica altrimenti già non partirebbe, il fatto è che ci sono anche meno gerarchie che in passato dove se una squadra attaccava secco una discesa, e ormai capita sempre anche solo per prendere un cavalcavia davanti, poi quando ci si raggruppava arrivavano due o tre mandati dai senatori a farti diciamo rinsavire per non dire altro. Ora si va a tutta sempre con sbandamenti continui e i mezzi hanno ben poco margine in caso di errore, già solo le ruote alto profilo quando imposti poi si fatica a correggere e sono meno agili in ogni situazione. Comunque qualcosa a breve andrà fatto perché non ci può essere sempre la fortuna a farti passare tra massi e alberi e il numero di cadute è troppo elevato.

Considerazione
5 aprile 2024 22:25 italia
Per me Gatti ha "quasi" centrato il problema; per me e' la mancanza di prudenza e' la causa; e riguarda tutta la societa' ; fateci caso che quando guidate nel caso di difficoltà viarie la gente tira dritto non rallenta sbuffa .... quando i pedoni attraversano sulle strisce non guardano prudenzialmente se arrivano auto...

Cicorececconi
5 aprile 2024 22:39 Stef83
Se vuole continuare a prendermi in giro per aver confuso il corridore Bahrein per Mohoric fai pure....lei sarà perfetto, non sbaglia mai probabilmente , e soprattutto vedo che è sempre carino nei modi, e aperto alle opinioni differenti.

Rapporti troppo lunghi
6 aprile 2024 08:10 mdesanctis
A mio avviso, semplicemente, si spingono rapporti troppo lunghi. Si monta dal 54 al 60, l'11 nel pacco pignoni. Con questi si spinge anche in discesa. Dove una volta semplicemente ci si metteva in posizione aerodinamica. E' come aumentare la cilindrata di una moto. Che non si debba limitare i rapporti come nelle categorie giovanili. Quando sei a 70 all'ora e pedali a vuoto con un 53-11, puoi anche essere imprudente, ma più di così non vai. Se hai il 55-11 riesci ancora a rilanciare la velocità, e arrivi ai 75 all'ora, rischi per te e per gli altri. 5 km orari in più non sono pochi. Mdesanctis

Passista Lento
6 aprile 2024 10:40 Maurone
Sempre colpa della strada, vero? E quelli che cadono da soli durante le cronometro?

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