Nel dibattito sulle fonti energetiche "a emissioni zero" per i mezzi di trasporto, si sente parlare sempre più spesso dell'idrogeno come soluzione del futuro, sia per i veicoli a motore che per le biciclette. In quest'ultimo caso si tratta di agganciare al tubo, anziché le batterie al litio tipiche delle e-bike, piccole celle a combustione ricaricabili in pochi minuti che convertono l'idrogeno in energia: qualora si riuscisse a diffondere tali sistemi su larga scala, si ridurrebbe drasticamente l'impatto ambientale.
Il primo prototipo di H2 Bike risale già al 2018, ad opera delle aziende tedesche Linde e Siemens, mentre nel 2019 fu la volta dell'italiana H2FC sviluppata dal distretto di alta tecnologia Atena. Per l'effettiva entrata in commercio di una bici a idrogeno abbiamo dovuto aspettare lo scorso anno, con l'Alpha Neo creata dai basco-francesi di Pragma Mobility (67 grammi di gas, con rifornimento in due minuti, per un'autonomia tra i 120 e i 150 chilometri!) e la Y800 della società cinese YouOn. I costi sono paragonabili a quelli di una buona e-bike, la ricerca nel settore è ormai fervente e nel post-pandemia stanno spuntando prototipi un po' ovunque, soprattutto in Europa. Entro il 2026 potremmo vederne pure uno made in Reggio Emilia.
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