Giacomo Zampieri del 1924 (29 settembre), Luigi Benvenuti del 1930 (10 settembre). Tutti e due nati ad Agna, nella Bassa Padovana, al confine con le province di Venezia e Rovigo, campanile alto e case basse, tremila abitanti più loro due, i due eroi del ciclismo “glocal”, globale e locale. Ma fra la gente di Agna, di Zampieri e Benvenuti si erano perse le tracce. Trasferiti altrove. Intanto i siti, a cominciare da quelli del ciclismo, li davano (e li danno) ancora in vita. E in quella ricerca anagrafica, esistenziale, genealogica, letteraria, profondamente umana che è anche il giornalismo, li ho finalmente ritrovati grazie all’Ufficio servizi demografici di Agna (efficientissimo). Ma li ho ritrovati troppo tardi per salutarli e ascoltarli. Zampieri è morto a Cittadella (Padova) il 2 ottobre 2023, da tre giorni aveva compiuto 99 anni. E Benvenuti è morto a Milano il 16 gennaio 2016, aveva 85 anni.
Zampieri era “il Bomba”, ma veniva chiamato anche “il Bombolo” e “il Panettone” per il suo fisico tracagnotto o, meglio, rotondo. Benvenuti chissà.
Zampieri corse prima per la Colombo di Solesino, poi per la Toffoli di Rovigo. Curiosamente, Benvenuti corse prima per la Toffoli di Rovigo (dal 1947 al 1949), poi per la Colombo di Solesino (nel 1950). Si racconta che Zampieri si fosse presentato a una società ciclistica di Solesino con una bicicletta ridicola, priva di tubolari ma con copertoni rossicci riempiti di ritagli di camere d’aria. E ridicolo era l’abbigliamento tecnico di Benvenuti, in una foto del 1946 è ritratto con un maglione di lana, i pantaloni cachi corti stretti da una cintura e un tubolare a tracolla.
Da professionista, anche come isolato, Zampieri corse a singhiozzo dal 1949 al 1957 conquistando una decina di vittorie, tra cui la Coppa Placci nel 1950, due tappe e due classifiche finali nel Giro delle Dolomiti (nel 1949 e nel 1951), una tappa del Giro di Sicilia (nel 1955), partecipò a quattro edizioni del Giro d’Italia (nel 1952 fu undicesimo nella generale), ottenne anche un bel nono posto alla Milano-Sanremo del 1950 e un bell’undicesimo al Giro di Lombardia del 1955. Benvenuti non è mai stato professionista, è sempre rimasto dilettante, una carriera culminata prima nella Excelsior di Milano poi nella Mantovani di Rovigo e costellata da 153 vittorie in 11 anni, fra cui la Vicenza-Bionde nel 1951, il Campionato lombardo del 1951, il campionato veneto nel 1951 e 1952, la Coppa Italia a cronosquadre nel 1954 e 1957, ed è stato anche selezionato fra gli azzurri sia per la strada sia per la pista, ma niente Mondiali e niente Olimpiadi.
A Zampieri avrei chiesto di Gino Bartali, suo direttore sportivo nella Bartali nel 1954, a Benvenuti avrei chiesto di Fausto Coppi, con lui ritratto nello stadio di Rovigo nel 1951. A Zampieri, scalatore, avrei chiesto delle salite, la più lunga, la più tosta, la più familiare, la più seducente. A Benvenuti, passista veloce, avrei chiesto di cotte e forature, di fontane e rotonde, di traguardi a premi.
Troppo tardi, appunto. Le risposte saranno nel vento. Loro, me li immagino, impegnati in un surplace paradisiaco o in una sgambata celestiale.
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