L'ORA DEL PASTO. FLAVIO MARTINI, IL SUPER DILETTANTE

STORIA | 17/10/2023 | 08:08
di Marco Pastonesi

Nessun dilettante, nella storia del ciclismo italiano, ha mai vinto tante corse come lui: 219. Le ha vinte in volata e per distacco, in Italia e all’estero, da individuale e a squadre, con la maglia della società e con quella della nazionale, da favorito e da sfidante, da capitano e da quasi capitano, a sorpresa ma mai per caso. Perché vincere, per lui, era l’unica cosa che contava.


Flavio Martini riceverà la Borraccia d’Oro domenica 22 ottobre, alle 12.30, nel ristorante all’Oasi Campagnola di Mareno di Piave, nella manifestazione annuale organizzata dall’Associazione ex ciclisti della provincia di Treviso. Con lui sarà premiato anche Bruno Leali, che nel corso della sua carriera si è trovato più a suo agio di Martini nel ruolo di gregario, domestico, “aguador”, cioè portaborracce.


Nato padovano (“A Galliera Veneta, quinta elementare, mai lavorato”) e coppiano (“Coppista, come diceva mio padre, che sopra il letto non aveva la Madonna né il Signore, ma Fausto Coppi, lo amava e lo pativa”), Flavio Martini s’innamorò del ciclismo (“Per eredità e destino”). La prima bici fu costruita a pezzi (“Un pezzo preso di qui, un pezzo raccolto di là”), e con quella partecipò alla prima corsa (“Partii con i copertoni rotti”). La prima corsa fu anche la sua prima vittoria (“A Francenigo di Gaiarine”), nonostante l’emozione (“Tremavo tutto”) e con una strategia istintiva (“Scattai all’ultimo chilometro pensando che, se fossi arrivato fra i primi 10, forse mio padre si sarebbe convinto a comperarmi due ruote da corridore. Pedalai, pedalai, pedalai, e nessuno mi raggiunse”). Come premio, una coppa (“Ce l’ho ancora. Ho tenuto la prima e l’ultima”). L’ultima corsa vinta a Santa Lucia di Piave (“Avevo 33 anni”).

Nella sua eterna carriera da dilettante, Martini ha conquistato due bronzi mondiali nella 100 chilometri a squadre (“Nel 1967 con Bosisio, Marcelli e Pigato, nel 1968 con Bramucci, Marcelli e Pigato”), l’oro ai Giochi del Mediterraneo (“Nel 1967 con Tino Conti, Marcelli e Pigato”), e poi classiche come la Coppa Adriana, il Trofeo Matteotti, il Trofeo De Gasperi, la Vicenza-Bionde, due volte il Giro del Belvedere, e ancora la preolimpica di Città del Messico, le premondiali di Nancy in Francia e di Verviers in Belgio, il Guglielmo Tell in Svizzera. “Vincevo per me e soprattutto per mio padre. E’ stato il miglior papà del mondo. Per 20 anni è venuto a vedermi correre, dovunque e comunque. Stava in disparte, guardava, osservava, commentava, nessuno lo riconosceva, tranne me, sapevo che si metteva a 500 metri dall’arrivo, poi chiedeva ‘chi ha vinto?’, gli rispondevano ‘sempre quello’, allora lui commentava ‘certo, è un succhiaruote’. Al Giro delle Tre Province, a Verona, stessa scena e stesso dialogo. Ma quando mio padre disse ‘certo, è un succhiaruote’, l’altro tuonò: ‘Ma se è in fuga da stamattina’. E a mio padre rifilò uno scappellotto”.

E nella sua eterna carriera da dilettante, Martini ha trascorso due anni tra i professionisti: “Nel 1969 con la Gris 2000, dove ognuno correva per sé e io ero capitano di me stesso, nel 1970 con la Cosatto, qualche volta da gregario di Vito Taccone. La Cosatto era diretta da Gino Bartali. Quando gli confidai che ero stato coppista, lui non se la prese: ‘Non importa – mi rassicurò – non importa’. Bartali era molto meglio come corridore che non come direttore sportivo. Invece di consigliarci e spiegarci, diceva io qua e io là, io questo e io quello. Ma lei era Bartali, sbottai, e io sono soltanto Martini”. Da professionista Flavio sfiorò la vittoria nel Gran premio di Col San Martino (secondo) e al Giro delle Marche (quarto), poi vinse un circuito a Gorizia (“In volata, arrangiandomi da solo come sempre, davanti a Zandegù e Durante, due padovani”).

Perché fenomeno fra i dilettanti e meteora fra i professionisti? Martini azzarda ipotesi. La prima: “Elio Rimedio, c.t. della nazionale, mi voleva sia nella 100 chilometri sia nell’individuale. Così la mattina mi allenavo con la squadra, il pomeriggio facevo il dietro motori. La corsa era una liberazione. Ma ci arrivavo spremuto, sfinito”. La seconda: “La distanza. Abituato alle gare dei dilettanti, dopo 200 chilometri entravo in riserva”. La terza: “Mai fatta la vita del corridore. Un po’ come Meo Venturelli, anche se lui era peggio di me”.

Però, quante soddisfazioni (“Marino Basso non mi ha mai battuto”), quante lezioni (“Severino Rigoni, il tecnico della Padovani, ci diceva: ‘Se state dietro, io non vi do l’acqua e voi vi dovete fermare alle fontane. Ma a me l’ha sempre data perché io stavo sempre davanti”), quanti sogni (“Milano-Sanremo del 1970, in fuga, ripreso sulla Cipressa, con me c’era anche un certo Rik Van Looy”), quanti ricordi (“Taccone faceva baruffa con tutti, ma secondo me aveva ragione lui. Se la prendeva con le squadre che inseguivano i fuggitivi, specialmente quando in fuga andava lui. ‘Lasciate inseguire alla squadra di Merckx’, e aggiungeva: ‘Ignoranti!’”).

A proposito di Eddy Merckx: “Era il più forte, ma voleva vincere tutto. Giro d’Italia, traguardo volante dopo una trentina di chilometri, a Zingonia. Merckx voleva vincere anche quello. Ma per me era tutto, per lui niente. Risultato: primo io, secondo lui. Merckx mi guardò male, poi mi minacciò: ‘Ti faccio smettere di correre’. Gli risposi: ‘E io entro nella storia perché ti ammazzo’. Merckx mi guardò stupito, poi scoppiò a ridere. E diventammo amici”.

 

Copyright © TBW
COMMENTI
“Milano-Sanremo del 1970, in fuga, ripreso sulla Cipressa"
18 ottobre 2023 18:11 canepari
nel 1970 la Cipressa non c'era ancora.....probabilmente si confonde col Poggio o con Capo Berta

Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Letizia Paternoster si ferma ai piedi del podio nella Eliminazione, specialità nella quale è stata campionessa del mondo nel 2021. Il titolo mondiale è di Ally Wollaston, 23 enne talento neozelandese, che interrompe il regno di Lotte Kopecki, costretta ad...


Sfuma negli ultimi giri il sogno del quartetto femminile dell'inseguimento a squadre di arrivare alla finale per la medaglia d'oro mondiale. Letizia Paternoster, Martina Alzini, Chiara Consonni e Vittoria Guazzini sono partite fortissimo nella sfida con la Germania, sono arrivate...


Oggi si è svolto in Belgio il classico Kermiscross di Ardooie. Tra gli elite successo del campione europeo il belga Michael Vanthourenhout, della Pauwels Sauzen Bingoal, davanti al connazionale e compagno di squadra Eli Iserbyt e Witse Meeussen (Crelan Corendon)....


Per il secondo giorno consecutivo Dries De Bondt si è lanciato all’attacco animando il Tour of Guangxi con un fuga che non ha avuto fortuna ma gli ha permesso di rafforzare la leadership nella classifica dei GPM, graduatoria per la...


Un progetto che cresce a tutta velocità e punta decisamente in alto. Dopo due anni di grande successo per il TDT-Unibet ProTeam, la formazione olandese cambierà nome e... nazionalità. Dal 2025 si chiamerà infatti Unibet Tietema Rockets e correrà...


Quella in programma domani, venerdì 18 ottobre 2024, si preannuncia la Serenissima Gravel più dura di sempre. Non sono previsti metri di dislivello, ma la pioggia incessante caduta sulle strade della Regione Veneto negli ultimi giorni lascia presagire un tracciato...


Mai sfidare una donna di carattere, infliggendole una ingiusta umiliazione: la reazione che può scatenare rischia di diventare imprevedibile. Una carriera in sella. Accadde cinquant’anni fa con la bresciana Mary Cressari, pioniera del ciclismo femminile su strada e...


Selle San Marco,  la storica azienda nata a Rossano Veneto nel 1935, ha appena ampliato con Mantra la  propria collezione per il mondo del ciclismo off road, in particolare, questa nuova sella trova spazio su bici da trail, enduro e gravel. Dietro quello...


Con il Giro del Veneto, organizzato da Venturo ASD (in collaborazione con PPSport Events) si è chiusa la 4^ tappa della Coppa Italia delle Regioni 2024, la challenge promossa dalla Lega Ciclismo in collaborazione con la Conferenza delle Regioni e...


È stato un cambiamento radicale, dove però non è cambiato nulla. Sono solo stati aggiornati le strategie e gli obiettivi, visto che Rosti è entrata a far parte di una galassia molto più ampia e grande, capace di dare una...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024