Diciotto diamanti. Diciotto intuizioni diventate progetti diventati prototipi diventati creature diventate creazioni diventate diamanti. Diciotto esemplari ed esempi. Diciotto modelli che mai usciranno di moda. Diciotto capisaldi e capolavori.
Stavolta Ernesto Colnago si è fatto non in due, non in quattro, ma in diciotto. Proprio quei diciotto diamanti che, tratti da LA Collezione (permanente) di Ernesto Colnago (a Cambiago), da oggi a domenica sono in mostra al festival dello sport organizzato dalla “Gazzetta dello Sport” a Trento.
“E stato Urbano Cairo a telefonarmi e chiedere i miei diamanti – racconta Ernesto, 91 anni e mezzo, e ancora capace di emozionarsi e commuoversi -. I primi che ho selezionato sono quelli che hanno storie di strada, asfalto e chilometri, partenze e arrivi, corse e vittorie, abbinati ad altri protagonisti del festival, da Beppe Saronni ad Andrea Tafi e Paolo Bettini. Fra gli altri, anche quello di Mathieu van der Poel”. L’occasione per riunire uomini e macchine (come venivano chiamate un secolo fa), muscoli e telai, sentimenti e tecnologia, poi separati dalla vita.
Sarà proprio Saronni, che Colnago considera come un figlio, ad accompagnare il Maestro a Trento. Lo passerà a prendere stamattina, insieme viaggeranno parlando senza filtri in dialetto, alle 16 nel Palazzo Trentini inaugureranno la mostra, che è una mostra d’arte, l’arte dell’artigianato, dell’ingegno e della genialità, tra suggestioni ed esperimenti, elaborazioni e perfezionamenti, scienza e coscienza, aneddoti e curiosità, poi diventati basi per il lavoro di tutti. Il titolo è perfetto e definitivo: “Campionissime”.
Colnago non si nasconde: “Felice, come ogni volta, di tornare per quattro giorni nel mio mondo. Quello degli amici e quello degli appassionati, quello del ciclismo e quello della bicicletta, quello del pedalare”. Agili e rotondi.
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