IL CASO KÜNG. PERCHE' NON È STATO FERMATO?

PROFESSIONISTI | 21/09/2023 | 08:57
di Pier Augusto Stagi

È chiaro che il ciclismo non è sport di smidollati e quando una ragazza o un ragazzo finiscono per le terre la prima cosa che pensa, sin da giovanissimo, è rialzarsi, controllare la bicicletta e ripartire. È ormai un riflesso pavloviano; è il vero istinto del ciclista che ha riguardato anche lo svizzero Stefan Küng ieri pomeriggio nella crono élite. Finito pesantemente a tutta velocità contro le transenne e sul selciato, ridotto ad una maschera di sangue, lui barcollante è tornato in sella ed è ripartito a tutta velocità.


Nulla da dire al ragazzo, che dopo quella botta attutita da un casco spaccato letteralmente in due, era chiaramente in uno stato confusionale: altro che commozione cerebrale… Il vero problema è chi non l’ha fermato. Chi non ha avuto la minima percezione del pericolo. Lo dico ora a distanza di tempo, spazio che ho preso per pensarci su, per calmierare il mio spirito emotivo colpito duramente.


Ieri, quando ho assistito su Eurosport a questa scena, immediatamente ho pensato: ma perché non lo fermano? Perché lo mandano così allo sbaraglio? E nel momento in cui mi facevo queste domande sul mio cellulare è arrivato alla velocità del suono un messaggino di Stefano Feltrin, avvocato, amico di lunga data, dirigente sportivo da anni, tra vela e ciclismo, che congiuntamente scriveva a me e a Riccardo Magrini il quale, giustamente, leggeva il contenuto di questa missiva: una doverosa e sacrosanta osservazione-riflessione in diretta.

Perché il tecnico della Svizzera non ha fermato Küng? Ora, senza creare casi, mi auguro però che qualcuno abbia la sensibilità di chiederglielo e magari di prendere anche dei provvedimenti. Se fossi in Stefan sarei io stesso a chiederglielo. Si parla tanto di tutela della salute, ma se chi abbiamo al nostro fianco nemmeno si accorge del pericolo che si corre, siamo messi bene.

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COMMENTI
Grande problema
21 settembre 2023 10:22 59LUIGIB
Purtroppo i ragazzi ( Ciclisti) fanno il loro lavoro con dedizione ed in trans agonistica ci sta che sottovalutino i rischi, altro discorso chi deve tutelerli ultimamente non fa o non è in grado di fare il proprio mestiere ieri come nelle settimane scorse alla Vuelta, direi che questo è un grosso problema.

Un medico
21 settembre 2023 12:01 Arrivo1991
Il commissario tecnico non e' un medico. E' questo il nocciolo della questione.....

Italia ...
21 settembre 2023 13:17 PaoloDgs
l'Italia è la repubblica delle banane, facciamocene una ragione.
Ci sono delle infrastrutture ferme ai tempi del Duce, automobilisti che viaggiano come schegge impazzite mentre si fanno i selfie da postare su telegram o si rifanno il trucco... La bicicletta presto verrà targata e tassata in modo da toglierla dalle strade asfaltate oppure quei pochi talebani almeno porteranno soldi a Palazzo Chigi... La verità CI fa male, lo so... Ma le promesse della green economy sono già svanite nel nulla... E domenica mentre pedalavo sulla Vigevanese in mezzo al traffico delle 17 per raggiungere la ciclabile di Abbiategrasso pensavo se davvero la mia salute ne avrebbe giovato di fare aerosol di particolato, piuttosto che fare 4 passi nel parco del Ticino raggiunto in automobile...

Per carita'...
21 settembre 2023 13:28 andy48
Va bene la sicurezza, ma per carita' non auspichiamo nuovi interventi o imposizioni esterne nelle corse. I corridori sono quasi tutti maggiorenni e professionisti: lasciamo a loro la responsabilita' di decidere se continuare o meno dopo una caduta. Abbiamo gia abbastanza norme, nel ciclismo e nella vita, e molte piuttosto strampalate. Ricordo la tappa del Giro praticamente annullata perche avrebbe potuto piovere, la tappa alla Vuelta annullata a dieci km dal GPM perche' c'erano 100 metri di fango, e via discorrendo. Altrimenti fa a finire che le corse si faranno sulla cyclette nel salotto di casa.

La decisione spetta al corridore
21 settembre 2023 15:16 pickett
Non stiamo parlando della categoria allievi,ma di professionisti,di uomini fatti e finiti.Chi lo stabilisce che era in stato confusionale?Stagi lo ha visitato?Si é per caso laureato in medicina?Purtroppo in Italia c'é questa maledetta smania di dare sempre la colpa a qualcuno,per sentirsi + bravi di loro,mica per altro.

PaoloDgs
21 settembre 2023 17:51 Ale1960
Ma il tuo sermone che c'entra con Kung...?

Prendere provvedimenti?
21 settembre 2023 17:54 seankelly
Stagi chi è per chiedere provvedimenti contro il ct della Svizzera? Mi sa che pickett ha centrato in pieno: in Italia siamo sempre i primi a dare le colpe agli altri. Evidentemente, Stagi conosce ben poco della storia del ciclismo. Perché non fermavano Fiorenzo Magni al Giro del '56? O Johan De Muynch in una maschera di sangue al Giro del '76? O Gino Bartali quando cadde in un torrente al Tour '37....e potremmo continuare.

Concordo con pickett...
21 settembre 2023 18:08 Cabiria
<ma chi lo dice che era in stato confusionale??? Io ho finito una corsa, vincendola, con il telaio in carbonio aperto in 2, causa una caduta a 10 km dall'arrivo... Una volta risalito e appurato che stai bene e le ruote della bici girano, si pedala e basta!
Col senno di poi certo che si sarebbe potuto spezzare completamente e sarebbe stato un bel problema, ma non è successo...!

Ma di cosa parlate
21 settembre 2023 20:16 59LUIGIB
Visitato dai medici, a Kung sono state diagnosticate una commozione cerebrale, la frattura dell'osso malare (detto anche zigomatico, ndr) e la frattura di una mano. Proprio perchè non è un medico il tecnico deve impedirgli di risalire in bici con il casco sondato.

Sicuramente
21 settembre 2023 21:44 Leonk80
non poteva correre con quel casco così danneggiato che non può svolgere la sua funzione di protezione, è quasi come non averlo. E' qui se c'era un giudice doveva intervenire e farglielo cambiare.
Dagli esami successivi gli è stata riscontrata una commozione celebrare e diverse fratture. Considerando, tra l'altro che la crono ormai era andata, farlo continuare nonostante si vedesse l'entità delle ferite, è stato inutile, una mancanza di buonsenso, imprudente ma sopratutto pericoloso. I colpi alla testa non si possono sottovalutare.

Parlate col senno di poi
22 settembre 2023 00:52 pickett
DOPO si é saputo che aveva riportato fratture;prima degli esami clinici il tecnico svizzero non poteva saperlo,né poteva sapere il dolore che in quel momento avvertiva il corridore.Se un errore c'é stato,lo ha commesso Kung,la decisione spettava a lui.Ricordiamoci Hinault al Tour 85,a Saint-Etienne.

Concordo con pickett
22 settembre 2023 09:46 alfiobluesman
Sempre e dovunque la ricerca del colpevole! Altra cosa e' cercare di migliorare certe procedure sulla base di una esperienza come quello che e' successo a Kung. È successo all' improvviso, un evento rarissimo in una crono e non è facile in pochi secondi decidere cosa e' meglio fare.

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