Marta Cavalli ha corso il campionato italiano con la testa e con il cuore, era una delle favorite, ma ha saputo gestire la pressione ritagliandosi un ruolo da protagonista nelle fasi finali di gara. Nel circuito intorno a Comano Terme, da ripetere 4 volte, la portacolori del gruppo sportivo Fiamme Oro ha prima sfruttato il lavoro della compagna Elena Pirrone e poi ha tenuto testa a delle scatenate Elisa Longo Borghini e Gaia Realini. Marta è giunta terza al traguardo, stanca, sfinita, ma soddisfatta per un terzo posto che conferma l’essersi ritrovata.
«Sono soddisfatta al 90%, era il primo italiano duro in cui potevo giocarmela veramente, ma la posizione della salita all’interno del percorso non mi agevolava in quanto poi c’era discesa e un falsopiano pedalabile. In salita ho provato a fare la differenza, ma tutte mi curavano, quando è andata via Gaia Realini sapevo che sul falsopiano l’avremmo recuperata, ma poi ha deciso di rialzarsi e un attimo dopo è partita Elisa Longo Borghini. Silvia Persico che è molto più esplosiva di me si è lanciata all’inseguimento, io invece mi sono staccata e ho dovuto affrontare a tutta la discesa. Tutto sommato sono contenta di come sia andata, è stata una gara lunga e per me la più calda della stagione, finalmente ho ritrovato delle sensazioni che da un po’ non provavo».
Quella di Marta è un’analisi lucida che le fa vedere il bicchiere mezzo pieno, le sensazioni durante tutta la corsa sono state buone e, come lei stessa ammette, merito del suo risultato si deve anche a Elena Pirrone che tra il terzo e l’ultimo giro è stata protagonista di un lavoro incredibile. «Alla partenza siamo state subito d’accordo sulla strategia, sapevamo che sarebbe stato l’ideale avere un'atleta in fuga in modo tale da avere un supporto nelle fasi finali. Elena Pirrone è stata fenomenale perché non solo è riuscita ad entrare nella fuga di giornata, con Cecchini e Masetti, ma è ha anche gestito bene le energie. Quando l’abbiamo raggiunta mi ha dato una grande mano perché ha tenuto alto il ritmo evitando che le avversarie attaccassero. A lei vanno tutti i miei profondi ringraziamenti così come al gruppo delle Fiamme Oro, anche se nel finale non sono riuscite a stare con me mi hanno sempre supportato sia mentalmente che fisicamente. È strano perché durante tutto l’anno ci corriamo contro, ma durante i campionati nazionali siamo unite, abbiamo passato tante avventure insieme in pista ed è sempre bellissimo ritrovarsi» prosegue Marta che un po’ si commuove pensando all’affetto ricevuto da parte non solo delle sue compagne, ma di tutti i tifosi che per tutta la giornata l’hanno supportata a bordo strada.
C’è però molto di più nel terzo posto di Marta Cavalli, una medaglia di bronzo che rappresenta la consapevolezza di aver ritrovato finalmente se stessa. Dopo la primavera 2022 dei record Marta ha iniziato a sentire la pressione addosso e la caduta al Tour ha aumentato quella sensazione spiacevole di non essere abbastanza. Tutti si aspettavano molto da lei e i risultati non arrivavano, la delusione l’ha fatta perdere nei meandri dei dubbi inficiando anche la sua forma fisica.
«Per tutto l’inverno ho convissuto con la sensazione di sentire il peso della corsa e quando ho ricominciato la stagione appena mi trovavo davanti la mia testa mi diceva “stai facendo più fatica delle alte, ora ti stacchi”. È stato terribile perché la testa non era d’accordo con ciò che facevo e il corpo ne subiva le conseguenze. La mia primavera delle classiche è stata veramente anomala e deludente, ho sentito tante critiche, ma fortunatamente nel caos ho trovato uno spiraglio che mi ha spinto a non mollare. Nell’ultimo mese ho ritrovato il piacere di stare in gruppo e di fare fatica, i risultati poco alla volta si sono visti.»
Marta ci parla con il cuore in mano spiegandoci che l’aver toccato quasi il fondo le ha fatto capire che era necessario cambiare qualcosa non tanto nella sua preparazione, quanto piuttosto nell’approccio alle corse. «L’anno scorso per me è stato veramente stressante perché avevo grandi aspettative da me stessa, era logorante. Per questa stagione ho deciso di prendere le corse in un altro modo: prima di partire mi dico che devo andare e divertirmi a prescindere dal risultato, sempre però facendo tesoro della mia preparazione invernale. Ad ogni corsa non ho niente da perdere, ma tutto da guadagnare, ci metto grinta con l’obiettivo di migliorare ancora. Questo nuovo approccio ha cambiato anche il mio rapporto con i fan e la gente che mi circonda, non sono più in tensione ma mi concedo a chiacchierate e sorrisi».
Ieri alla partenza del campionato italiano Marta era serena, nonostante la consapevolezza di essere una delle favorite ha affrontato la gara con il sorriso e sempre sorridente è salita sul podio, non come perdente di una volata a quattro quanto con la consapevolezza di essersi ritrovata. Non è una Marta nuova, non è una Marta diversa, ma è un Marta che finalmente ha ritrovato il sorriso ed è pronta ad affrontare il Giro a testa alta. «Sto ancora lavorando su di me e penso che al Giro cercherò di crescere ancora, l’obiettivo? Una vittoria di tappa.»
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