Gregor Mühlberger non vinceva da quasi mille giorni. L’ultima risaliva a luglio 2020, al Sibiu Tour, e nel mezzo ha dovuto fare i conti con una meningite e un lento ritorno al top della condizione fisica. Nella quarta tappa del Tour of the Alps 2023, con arrivo a Predazzo, l’austriaco ha coronato al meglio un attacco di massa della Movistar, che nel tentativo di 14 corridori era riuscita a piazzare 4 dei suoi alfieri.
«Con la squadra avevamo individuato questa tappa come una buona occasione per provare a vincere - spiega l’austriaco della Movistar -. Tranne Sosa, tutti abbiamo provato ad attaccare e alla fine siamo riusciti ad andare via in 4. È stata una tappa davvero dura, perché la salita iniziale è stata micidiale e quella finale forse ancora di più. Ma è bello essere riusciti a vincere e tornare alla vittoria. È il terzo anno con la squadra e fino ad ora avevo sempre dovuto fare i conti con problemi fisici, compresa una meningite che mi aveva fatto temere di non poter più tornare a correre. Per questo voglio ringraziare la squadra e i miei compagni per avermi sempre supportato, insieme alla famiglia sono stati fondamentali per superare i momenti più difficili».
Il 29enne nato ad Haidershofen si è reso protagonista anche di un bel gesto nei confronti del giovane Giulio Pellizzari, visto che dopo averlo ripreso in discesa gli ha fatto cenno di rimanere a ruota e non staccarsi, così da avere almeno la chance di giocarsela fino alla fine. «La sua prestazione mi ha davvero sorpreso - ammette l’austriaco -. A 19 anni essere così competitivo in una tappa con più di 3500 metri di dislivello è tutt’altro che banale. In salita ci ha fatto soffrire parecchio e nella seconda parte ci ha pure staccato nonostante il vento contrario. Quando lo abbiamo ripreso in discesa ero ovviamente contento, ma mi sono un po’ immedesimato in lui e potevo cogliere il suo dispiacere, anche perché in fuga aveva sempre dato il suo contributo. Oggi era lui il più forte, credo proprio che di fronte abbia un grande futuro».
Per Mühlberger questa giornata va dritta nell’armadio dei ricordi più belli della sua carriera: «Questa è una corsa bellissima, con un’organizzazione superba. Certo, le salite fanno male, ma per chi deve preparare il Giro è il modo ideale per affinare la condizione. Non penso sia la vittoria più bella della mia carriera, ma resta una giornata fantastica. Sicuramente è il giorno più bello da quando sono in Movistar, anche se per fortuna qualcuno da ricordare sono riuscito a passarlo anche con Valverde, tra Tour e Vuelta. In questa squadra mi trovo benissimo, i ragazzi sono fantastici, anche se ammetto che dovrei migliorare il mio spagnolo».