L’Oman raddoppia. Quest’anno, infatti, non ci sarà solo il Tour of Oman a tenerci compagnia in questa prima metà di febbraio, ma anche la prima edizione della Muscat Classic, che si correrà sulle strade della capitale omanita venerdì 10 febbraio, alla vigilia dell’inizio della corsa a tappe nazionale. Non più quindi 6 frazioni, ma 1+5. Il motivo? Sicuramente per mettere l’accento dal punto di vista turistico su Muscat, capitale dell’Oman, ma anche perché una classica e una corsa a tappe mettono in palio più punti UCI rispetto a una singola corsa a tappe. Le squadre, così, sono maggiormente invogliate a sobbarcarsi la trasferta medio-orientale.
La Muscat Classic disegnata da ASO, però, non è il classico piattone in mezzo al deserto, una passerella per i velocisti che anticipa la corsa a tappe, ma una vera e propria classica spezza-gambe, una sorta di, se ce lo consentite, Liegi-Bastogne-Liegi nel deserto, dal chilometraggio ovviamente ridotto. Noi saremo lì a raccontarvela.
PERCORSO
Si partirà dal quartiere di Al Mouij della capitale Mascate, una delle città più antiche del medio-oriente. La città è racchiusa tra il Mar Arabico e i Monti Hajar, quindi, per quanto il paesaggio sia tendenzialmente arido e desertico, non mancano colline, salite e centri abitati che possano far divertire i corridori.
Dopo 80 km pressoché pianeggianti, il gruppo si troverà di fronte l’insidiosa salita di Al Jabal (3,8 km all’8,4%), alla quale seguiranno 25 km relativamente tranquilli prima di entrare nell’anello finale da ripetere due volte. Il circuito presenta un nuovo muro, quello di Hamriyah (1 km all’8,6%), al quale seguiranno le scalate di Al Jissah (1,1 km al 9,3%) e quella di Wadi Al Kabir (2,2 km al 6,2%).
Prima di arrivare al traguardo, posto nella cittadina di Al Bustan, i corridori dovranno affrontare nuovamente gli strappi di Hamriyah e Al Jissah, con quest’ultimo che verrà superato a 6 km dall’arrivo. In totale, saranno 173 km da affrontare. Con 6 muri da superare nella seconda metà di gara, la Muscat Classic si preannuncia esplosiva e selettiva.
FAVORITI
Per un percorso da Liegi ci vogliono corridori da classiche, in grado di esaltarsi sulle pendenze più arcigne e con un buon cambio di ritmo. A queste latitudini ha già fatto bene in passato Alexey Lutsenko (Astana Qazaqstan), che non disdegnerebbe di essere il primo ad inscrivere il suo nome nell’albo d’oro di questa corsa, ma gli avversari non mancheranno. La Soudal-QuickStep si affiderà a Mauri Vansevenant, Jan Hirt e Fausto Masnada, mentre la Bora-hansgrohe può puntare su Emanuel Buchmann, l’astro nascente Cian Uijtdebroecks e Giovanni Aleotti.
La UAE Team Emirates può puntare su Diego Ulissi, anche in caso di volata ristretta, e su Davide Formolo, secondo alla Doyenne del 2019 e apparso già in forma in Arabia Saudita. Tra i grimpeur attenzione anche a Jésus Herrada e Axel Zingle (Cofidis), mentre sperano in una gara non troppo selettiva Greg Van Avermaet e Andrea Vendrame (AG2R Citroën), così come Lilian Calmejane (Intermarché-Circus-Wanty). In caso di gara dura, invece, puntano a farsi trovare pronti Ivan Sosa e Matteo Jorgenson (Movistar), Louis Meintjes (Intermarché-Circus-Wanty) e Maxim Van Gils (Lotto Dstny).