Il tentativo di traversata dell’Antartide di Omar Di Felice si è interrotto bruscamente dopo una settimana a causa di gravi problemi personali. Partito con dieci giorni di ritardo sulla tabella di marcia originale, a causa di condizioni meteo particolarmente ostili che hanno impedito di raggiungere Hercules Inlet secondo i tempi prestabiliti, Omar ha da subito incontrato difficoltà extra sportive.
“Sarei falso se non ammettessi che il sentimento predominante ora è tristezza. Credo sia giusto raccontare cosa io abbia vissuto e cosa ci sia dietro quel gravi problemi personali che non mi ha permesso di andare avanti. L’anno appena trascorso è stato un concentrato di dolore: mantenendo la riservatezza di cui ho bisogno per salvaguardare la mia privacy, mi sono trovato a lottare con cose ben più grandi di me, a partire dal ripresentarsi di problemi familiari che hanno accompagnato la mia vita.“
Queste le parole a caldo di Omar che, accortosi di aver perso la lucidità necessaria per gestire i rischi connessi al pedalare in solitaria in un territorio così estremo e selvaggio, ha scelto di interrompere la propria avventura.
“La scelta che ho fatto, di coraggio e dolore al tempo stesso, è stata l’unica possibile in questa condizione per non venir meno a quel patto di fiducia con la vita. Fermarmi un attimo prima di rischiare di perdere completamente la lucidità è stato il passo più sofferto ma l’unico possibile.”
Ed è con queste parole che Omar, tuttavia, da appuntamento in Antartide con cui il saluto è solo un arrivederci in attesa di poter proseguire il progetto lanciato e che prevederà, nel frattempo, la parte di divulgazione scientifica collegata a “Bike to 1.5ºC”.
Il lungo viaggio di esplorazione dei propri limiti spesso è in grado di mettere l’essere umano di fronte alla parte più remota di sé.
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