Per Davide Ballerini la vittoria alla Coppa Bernocchi è stata come una liberazione: il secondo successo in una stagione travagliata tra covid e cadute, ma in cui non ha mai smesso di crederci e di lavorare per raggiungere la forma migliore. Questa mattina Davide e la Quick Step erano partiti da Legnano con una missione chiara: fare la corsa ed in effetti per tutta la giornata i lupacchiotti sono stati davanti al gruppo sgomitando e mettendo in difficoltà tutti gli avversari. Dopo il traguardo ha abbracciato i compagni uno ad uno con un sorriso stampato sul volto, aveva appena ottenuto una vittoria allo sprinti con forza e tanta testa.
«Questa mattina sono partito con la consapevolezza che poteva essere una gara per me, ma sinceramente non sapevo la mia reale condizione, la mia ultima gara è stata il mondiale e tra jet lag e altro era tutto un po’ un’incognita - ha spiegato Davide Ballerini a tuttobiciweb -: in squadra avevamo più carte su cui puntare, c’erano anche Alaphilippe ed Honorè, stava a noi provare a fare la corsa. La Alpecin ci ha proprio sorpreso, sia Julian che Mikkel si trovavano in coda al gruppo quando la squadra di Oldani ha attaccato, ma fortunatamente sono riusciti a recuperare. Da quel momento davanti è scoppiata la bagarre, sinceramente non so cosa sia successo, mi piacerebbe rivedere la corsa in tv per capire meglio, so solo che ero convinto che ormai la corsa fosse chiusa. La Bernocchi però è una gara particolare, soprattutto negli ultimi chilometri le cose possono cambiare molto velocemente e spesso si arriva a gruppo compatto, l’anno scorso Remco ha fatto un vero e proprio numero e anche la pioggia aveva particolarmente condizionato. Quando abbiamo capito che si sarebbe arrivati in volata la palla è passata nelle mie mani».
La Quick Step si è resa protagonista di un lavoro in credibile, prima Alaphilippe ha movimentato la corsa e poi si è messo a disposizione dei suoi compagni. È stato proprio l’ex campione del mondo il primo ad andare a festeggiare con Ballerini, un sorriso e poi un abbraccio. «Ho voluto ringraziare i miei compagni uno per uno perché oggi hanno fatto un lavoro veramente incredibile. Prima hanno provato ad infiammare la corsa e poi quando il gruppo si è compattato si sono messi totalmente al mio servizio. Mi hanno messo nella posizione migliore per la volata, a quel punto ho dovuto soltanto spingere» ci dice Davide spiegandoci come la Quick Step sia ormai una famiglia a in tutto e per tutto, il contratto lo vede legato alla formazione di Patrick Lefevre fino al 2023 ma spera di poter prolungare ancora e ancora. «Per me quest’anno non è stato facilissimo - riprende - c’è stato il covid, poi una caduta, è stato difficile ripartire. In Vallonia ho vinto una tappa, ma attaccando da lontano, diciamo che un po’ mi mancava il brivido delle volate di gruppo, era da tanto che non vincevo così. Al mondiale avevo grandi aspettative, ma non avevo la gamba migliore, ho preferito mettermi subito a disposizione degli altri».
Al traguardo di Legnano Davide è stato accolto da una vera e propria folla esultante. Tra i molti presenti c’erano anche gli amici fidati del fan club capitanati dal presidente Lorenzo Trincavelli, erano incontenibili e pronti a festeggiare con il loro campione. «I ragazzi del mio fan club sono straordinari - prosegue Davide - quando possono cercano sempre di essere presenti. Lorenzo, il presidente, è tornato ieri dalla Sardegna e doveva venire per forza, altrimenti gli avrei tolto qualche grado. E’ stato bellissimo vederli subito dopo l’arrivo, è stato come sentirmi a cara, con il loro supporto mi danno sempre una marcia in più».
Dopo la vittoria della Coppa Bernocchi ci saranno due giorni di meritato riposo prima di gettarsi negli ultimi appuntamenti di stagione. Giovedì Davide correrà il Gran Piemonte dividendo i gradi di capitano con Mark Cavendish, la salita è a 50 km dal traguardo, dipenderà tutto da come vorrà affrontarla il gruppo, ma il canturino ci promette che si farà trovare pronto.