LE CICLISTE AFGANE IN ITALIA E UN SOGNO CHE (GRAZIE ALL'UCRAINA E A TANTI AMICI) SI STA TRASFORMANDO IN REALTA'

NEWS | 19/09/2022 | 08:15
di Paolo Broggi

L'avventura delle cicliste afgane va avanti: arrivate in Italia lo scorso 27 luglio all’Aquila, hanno trovato una nuova casa dove poter ricominciare a sperare dopo 11 mesi di fuga. I loro sogni pian piano si stanno realizzando e il prossimo 21 ottobre lasceranno la città abruzzese per recarsi in Svizzera, dove ad Aigle (Aquila in francese...) potranno partecipare ai Campionati femminili di Ciclismo Afgano, che l’UCI ha voluto organizzare presso il Centro Mondiale del Ciclismo il 23 ottobre.


Saranno 18 le ragazze che, giunte all’Aquila la scorsa estate, andranno ad Aigle per realizzare un sogno: correre ai Campionati Nazionali da donne libere. Sarà una squadra veramente speciale, perché le loro nuove compagne di allenamento sono ucraine, così come ucraino è anche il loro nuovo allenatore. Infatti Sergij Grechin, commissario tecnico di tutta la nazionale ucraina, si occuperà dell’allenamento delle ragazze.


Ieri durante la Granfondo dell’Aquila è stato fatto l’annuncio ufficiale e le ragazze, scappate dal Bamyan, Kabul ed Herat hanno ricevuto l’invito ufficiale da parte dell’UCI. Sarà un pullman a portare le 18 ragazze ad Aigle e insieme alla giornalista Francesca Monzone, che le ha aiutate ad arrivare in Italia, raggiungeranno la Svizzera, dopo aver percorso più di 800 km sulle strade del Belpaese. Ci saranno due bandiere ad accompagnarle: quella afgana, che le ragazze hanno nascosto in uno zainetto durante la loro fuga, e quella italiana, che il Coni ha voluto donare alle ragazze per accompagnarle nella loro avventura oltre le Alpi.

Tanta la solidarietà che è arrivata da tutta l’Italia per questo gruppo partendo da Alessandro Basso che, con la collaborazione di Filippo Pozzato, ha fatto arrivare 5 bici all’Aquila. Generosità anche dal Friuli Venezia Giulia, con il Cycling Team Friuli di Roberto Bressan che ha donato i caschi, e poi dalla regione Marche che, oltre ad ospitare tutte le ragazze per due giorni, ha voluto donare del materiale da ciclismo. Ad aiutare questo gruppo anche Palmiro Masciarelli, un simbolo del ciclismo italiano, che con la sua Acqua e Sapone ha fatto crescere tanti campioni. Palmiro, padre dei tre ciclisti Simone, Andrea e Francesco, quando è stato chiamato per aiutare le cicliste afgane non si è tirato indietro e dal suo negozio, alle porte di Pescara, ha preso delle bici per far tornare in sella le ragazze.

La storia delle cicliste afgane, arrivate in Italia grazie alla Israel-Premier Tech di Sylvan Adams e alla Farnese Vini di Valentino Sciotti, diventerà un documentario in parte girato in Abruzzo, ma che raccoglie anche immagini della vita delle ragazze in Afghanistan. Nel video ci sarà anche una parte dedicata alle ragazze ucraine che, sempre aiutate dalla Israel-Premier Tech, hanno trovato rifugio nella città abruzzese.

Ieri durante la Granfondo dell’Aquila, organizzata da Livio Stefanucci e la ASD Ciclo Cral dell’Aquila, è intervenuto il sindaco Pierluigi Biondi che ha voluto ricordare come il capoluogo abruzzese abbia deciso di mettersi in prima linea per aiutare gli atleti ucraini e afgani, costretti a scappare dai loro Paesi. Sul palco delle premiazioni anche Giulia Sciotti, che accompagnata dalle ragazze afgane e ucraine ha assegnato il “Premio alla Combattività della Donna”, per incentivare lo sport amatoriale femminile.

Tra poco più di un mese le ragazze afgane andranno in Svizzera e a guidare il gruppo ci sarà Marjan, una delle fondatrici della prima nazionale di ciclismo femminile in Afghanistan e prima donna nella storia del ciclismo afgano a conquistare una medaglia in gara. Mentre si allenava in bici nel 2017, Marjan venne raggiunta da due talebani e fu colpita da sei colpi di proiettile: dopo una lunga riabilitazione è tornata a correre in bici, questa volta non da sola ma con le due sorelle minori, anche loro entrate poi a far parte della nazionale di ciclismo afgana.

Tra le ragazze c’è anche Zuleika, che ha vinto all’ultimo Giro del Bamyan, e poi Zarifa, che oltre a correre in bici in Afghanistan faceva la sminatrice, contribuendo a ripulire il Paese dagli ordigni antiuomo.

Gli aiuti giunti per loro, come detto, sono tanti e tra questi anche speciali borse di studio che permetteranno a queste ragazze di proseguire gli studi universitari e di diplomarsi in un prestigioso liceo internazionale.

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COMMENTI
Ok
19 settembre 2022 12:03 fido113
Che dire! l'uomo fa cose molto brutte, ma sa scrivere pagine bellissime come questa.
AUGURI

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